Emilia Morelli - 31 gennaio 2019
Concorso Polizia 2017, ufficiale: niente scorrimento per gli Over 26
È stato approvato al Senato l’emendamento che esclude dall’accesso al ruolo di agenti di Polizia tutti coloro i quali abbiano compiuto 26 anni; ripercussioni sull’ultimo concorso aperto ai civili.
È stato approvato al Senato l’emendamento, proposto dalla Lega Nord, al Decreto Semplificazioni con il quale si restringe nettamente la possibilità di accesso alla carriera nella Polizia.
Attraverso l’entrata in vigore dell’emendamento si modificherebbero gli equilibri in gioco e sarebbe inserita una condizione di accesso, finora, non contemplata. La possibilità di diventare un poliziotto sarebbe preclusa a tutti coloro che abbiano compiuto i 26 anni d’età .
Una tale possibilità non era stata contemplata nel bando di concorso precedente.
È per questo maggio 2017 molti Over 26 ignari hanno partecipato al bando indetto e volto, all’epoca, a reclutare 893 poliziotti trai civili; in quel bando di concorso del resto non era prevista alcuna causa di esclusione inerente a tale età (il limite era di 30 anni).
Ad oggi il Governo paventa la volontà di assumere 1.851 nuovi agenti di polizia, da reclutarsi proprio attraverso lo scorrimento di graduatoria del concorso del maggio 2017, ma l’ulteriore prerogativa voluta dall’emendamento, oltre al superamento della prova scritta è che questi non abbiano compiuto i 26 anni d’età.
Molta l’indignazione e le polemiche intorno all’emendamento proposto ex post e di cui nessuno aveva idea quando ha riposto i propri sogni e speranze attorno alla possibilità di raggiungere il proprio sogno: indossare l’uniforme di polizia.
Non si capisce su quale ratio poggi il criterio dei 26 anni, e soprattutto se l’inserimento di un tale emendamento sia legittimo. L’emendamento, infatti introduce una prerogativa che non era ricompresa nel bando concorsuale promulgato inizialmente.
Inoltre a maggio 2017, in ossequio a un criterio meritocratico, sono stati assunti poliziotti anche di età più avanzate. Senza contare che il criterio dei 26 anni è riferito al 2019, pertanto occorrerebbe necessariamente aver presentato la domanda entro i 24 anni, situazione ovviamente a scapito di quanti, ignari della situazione che qualche anno dopo si sarebbe venuta poi a creare, abbiano presentato la domanda ad esempio a 25 anni.
L’emendamento: legittimo o no?
Il miraggio atteso dello scorrimento della graduatoria vedrebbe, di fatto, premiati candidati con età inferiore indipendentemente dal merito. Pertanto chi ha ottenuto un punteggio più alto potrebbe vedersi scavalcato da chi ha totalizzato un punteggio inferiore ma ha in concreto meno anni.
Il nodo fondamentale relativo alla legittimità o meno dell’emendamento poggia poi su un’altra circostanza: l’emendamento che introduce una causa discriminante all’interno dello scorrimento della graduatoria è relativo ad un bando che è stato già pubblicato e ha già prodotto i suoi effetti, un bando nel quale una tale condizione non era prevista.
Secondo il nostro ordinamento la Pubblica Amministrazione, nel reperimento dei candidati può avvalersi dei risultati di un concorso che è già stato bandito senza necessità di indire un nuovo concorso attraverso lo scorrimento della graduatoria, stilata in occasione del precedente concorso.
In alternativa, la Pubblica Amministrazione può decidere di pubblicare un nuovo concorso che contenga criteri selettivi diversi, sebbene sia destinato a reclutare personale volto a ricoprire lo stesso ruolo per il quale è stato bandito un concorso in precedenza.
Ciò di cui si discute è però la possibilità di apporre alle risultanti del concorso precedentemente bandito condizioni di esclusione non contemplate in precedenza. Nel caso in cui l’emendamento entrasse in vigore si avrebbe una situazione in cui l’operato della Pubblica Amministrazione diventerebbe probabilmente sindacabile e ricorribile per mancato rispetto dei parametri di legittimità.
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