Simone Micocci - 17 ottobre 2018
Concorso VFP4 truccato scoperto dalla GdF: ecco come è stato aggirato il sistema
Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Napoli il concorso per il reclutamento di 2.013 VFP4 del 2016 è stato truccato.
Il nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha scoperto un articolato meccanismo fraudolento con il quale è stato truccato il concorso del 2016, articolato in due immissioni, per il reclutamento di 2.013 volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4).
Nell’ambito dell’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, è stata data esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti principalmente di appartenenti (ed ex appartenenti) alle Forze Armate e di Polizia, con l’accusa di aver falsificato le procedure concorsuali al fine di assicurare il reclutamento di quei candidati che hanno pagato per garantirsi un posto nell’Esercito.
I capi d’accusa sono diversi: dalla commissione di delitti di corruzione alla rivelazione del segreto d’ufficio, più altri gravi reati commessi per il raggiungimento del suddetto scopo. Una vera e propria associazione a delinquere che ha falsificato un’intera procedura concorsuale tramite un meccanismo articolato che è stato svelato dagli stessi interessati.
Vediamo quindi in che modo il concorso VFP4 del 2016 è stato truccato analizzando quanto scoperto dall’indagine della procura di Napoli che, tra l’altro, rientra nell’ambito di una più ampia attività di indagine in merito ad altri concorsi delle Forze Armate e di Polizia.
Così è stato truccato il concorso per VFP4 del 2016
Come anticipato, il funzionamento del meccanismo con il quale è stato falsificato il concorso VFP4 del 2016 è stato divulgato da coloro che lo hanno messo in atto. Nel dettaglio, come si legge nel comunicato della Guardia di Finanza, è stato un ingegnere informatico responsabile della IRP Srl, società incaricata della realizzazione dei quiz per la prova scritta di cultura generale, a svelare il sistema a terzi dopo averlo ideato insieme a un Capo di 1^ classe della Capitaneria di Porto.
Questo, per consentire ad un numero cospicuo di concorrenti di superare - dietro pagamento di un corrispettivo - le prove selettive, ha messo in atto due diversi stratagemmi:
- da una parte ha realizzato un algoritmo applicabile alla maggior parte dei quesiti somministrati e consistente in una combinazione di quattro componenti numeriche da sommare tra loro, il cui risultato totale era utile per individuare la risposta esatta tra le varie opzioni possibili;
- dall’altra, per le materie su cui l’algoritmo non riusciva a intervenire, ai candidati veniva consegnata una dispensa contenente un estratto della banca dati pubblica compendiante un numero limitato di quesiti identici, o comunque afferenti, a quelli presenti nel questionario somministrato.
Inoltre, la Guardia di Finanza per la sola seconda immissione ha accertato che il suddetto ingegnere per mettere in atto il suo piano ha distrutto diversi plichi già sigillati consegnati prima dell’inizio delle prove per sostituirli con altrettanti plichi manomessi.
43 concorrenti coinvolti, ma le indagini vanno avanti
Grazie a questo materiale illecito i concorrenti dei quali si stanno occupando le indagini sono riusciti con facilità a superare la prova scritta che, ricordiamo, ha avuto luogo il 5 luglio del 2016.
Superato uno degli step più complessi, e selettivi, del concorso per VFP4, per questi candidati è stato semplice entrare nelle graduatorie di merito delle singole Forze Armate, tant’è che su 43 sono stati 39 i vincitori del concorso di cui 30 sono entrati nell’Esercito, 5 nell’Aeronautica e 4 nella Marina Militare.
Secondo la Guardia di Finanza, però, non è da escludere che il numero dei concorrenti coinvolti possa salire; in base agli elementi a disposizione, infatti, si ritiene probabile che i 43 candidati siano solamente una parte di coloro che hanno aderito al sistema per garantirsi un posto nelle Forze Armate.
A tal proposito sono stati notificati 135 avvisi di conclusione delle indagini sia per i concorrenti che per i loro familiari, coinvolti nella maggior parte dei casi. Senza contare poi che questi non si sono limitati ad aderire al sistema, poiché una volta averne appreso il funzionamento hanno anche contribuito a diffonderlo.
Insomma, nonostante il quadro indiziario dovrà essere confermato dal contraddittorio già nella fase cautelare, sembra proprio che ci troviamo di fronte ad un altro caso di concorso truccato per le Forze Armate.
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