Paola Gentile - 24 aprile 2022
25 aprile, Festa della Liberazione: cos’è e perché è una festività nazionale
Il 25 aprile è una data che unisce tutti gli italiani. Ma quando nasce e come diventa festa nazionale?
Una delle celebrazioni più importanti per la nostra Repubblica è la Festa della Liberazione del 25 aprile. Ogni anno gli italiani attendono questo giorno per celebrare la fine di un periodo buio della nostra storia, iniziato con il fascismo e conclusosi con la guerra che ci vide coinvolti al fianco della Germania a partire dal 1940.
Ma perché la scelta del 25 aprile e quando è stata istituita come festa nazionale? Cerchiamo di capirlo insieme.
25 aprile, Festa della Liberazione: cos’è
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione dell’Italia dal giogo nazi-fascista avvenuta nel 1945. Dopo lunghi anni di sanguinose battaglie che provocarono centinaia di migliaia di morti, l’Italia divenne finalmente libera.
Tuttavia, l’occupazione tedesca non si esaurì quel giorno, ma la data del 25 aprile è il simbolo dell’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani si erano organizzati per riprendere il controllo delle città.
Un atto eroico quello svolto dalla nostra Resistenza che si è armata per difendere il nostro Paese vilipeso ed offeso dai fascisti, osannati quando Mussolini prese il potere, e dai tedeschi che il popolo italiano credeva alleati.
25 aprile, Festa della Liberazione: perché si festeggia
Con la guerra ormai in fase calante e con le sconfitte riportate dai nazifascisti, tutto cambiò con l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il maresciallo Pietro Badoglio firmò l’accordo a Cassibile con gli Alleati.
Il fascismo era già stato destituito il 25 luglio del 1943 e Mussolini, dapprima imprigionato a Campo Imperatore era riuscito a fuggire, con l’aiuto di Hitler, e si era rifugiato a Salò, dove aveva dato vita alla Repubblica Sociale Italiana (RSI), insieme agli ultimi fedelissimi rimastigli.
Così, con la fuga del re Vittorio Emanuele III e di Badoglio a Brindisi, l’Italia si vide invasa dai nazisti, un tempo amici, e rimasta senza una guida - con il re Umberto II succeduto al padre che poté fare ben poco - dovette “arrangiarsi”, ed è proprio in quel momento che Comitato di Liberazione Nazionale (CNL), nato il 9 settembre 1943, prese in mano la situazione. La Resistenza, insieme alle staffette partigiane, contribuì alla liberazione del nostro Paese.
Il CLN era composto dall’unione dei sei partiti riaggregatisi dopo la caduta del fascismo, ovvero:
- Partito Comunista;
- Democrazia Cristiana;
- Partito Liberale;
- Partito d’Azione;
- Partito Socialista;
- Partito Democratico del Lavoro.
Tutti e sei i partiti, con idee diverse gli uni dagli altri, erano accomunati dall’antifascismo. L’obiettivo da perseguire, ossia la liberazione, superava qualsiasi ideologia. Proprio il 25 aprile il CLN proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazi-fascisti.
25 aprile, Festa della Liberazione: quando venne istituita
La decisione di scegliere proprio la data del 25 aprile come Festa della Liberazione venne presa il 22 aprile 1946 dal governo provvisorio guidato da Alcide De Gasperi che, propose all’ultimo re d’Italia Umberto II e all’epoca luogotenente del Regno, di istituire con un decreto il 25 aprile come Festa nazionale.
“A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale” si legge nel decreto. Con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948, la data divenne giorno festivo come le domeniche, il 1° maggio, il 25 dicembre, il 2 giugno.
Tuttavia, come abbiamo ricordato, la guerra non terminò esattamente il 25 aprile, ma si protrasse fino ai primi di maggio (2 maggio), ma il 25 aprile tutto ebbe inizio.
Nel frattempo, visto che la situazione volgeva al peggio, la sera stessa del 25 aprile 1945, Mussolini, insieme ad un manipolo di fascisti e alla sua amante Claretta Petacci, cercò di scappare da Milano. Travestito da soldato tedesco venne smascherato e arrestato dopo due giorni dalla 52esima Brigata Garibaldi all’uscita di Musso, sul lago di Como. Il 28 aprile venne processato e fucilato e il suo corpo, e quello degli altri fedelissimi, compreso quello della Petacci, venne esposto in piazzale Loreto a Milano.
Gli americani entrarono a Milano il giorno dopo e il 1° maggio a Torino. A quel punto, tutta l’Italia settentrionale era stata liberata. Bologna tornò libera il 21 aprile, Genova il 23 e Venezia il 28.
Con la resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945, venne sancita la resa incondizionata delle forze armate tedesche e della Repubblica Sociale Italiana (RSI).
25 aprile, Festa della Liberazione: come viene festeggiata
Dal 1946, la Festa della Liberazione viene celebrata con manifestazioni pubbliche in tutte le città italiane. Per l’occasione, il Presidente della Repubblica deposita una corona di alloro al monumento del Milite Ignoto all’Altare della Patria per rendere omaggio a tutti i caduti italiani.
Il bilancio della guerra fu pesantissimo:
- 40.000 morti tra i partigiani, altrettanti tra i repubblichini di Salò;
- 20.000 tra i soldati che avevano combattuto insieme agli Alleati;
- 10.000 vittime civili.
Il 25 aprile è l’apice delle attività militare della Resistenza italiana e l’inizio della libertà.
25 aprile, Festa della Liberazione: come venne celebrata dai giornali
Le principali testate italiane dell’epoca accolsero la liberazione con giubilo. Il 26 aprile 1945, il Corriere della Sera, uscì con una sorta di “numero unico” con la testata Il Nuovo Corriere: direttore dell’edizione fu Mario Borsa, un giornalista antifascista a cui il CLN affidò temporaneamente la direzione del giornale.
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