Luna Luciano - 19 marzo 2022
Allarme alimentare ed economico con la guerra in Ucraina: le parole di Draghi
Con la guerra in Ucraina c’è il rischio di andare incontro a problemi di natura alimentare ed energetici. Draghi risponde senza allarmismi e con un piano. Ecco cosa ha detto il premier.
No ad allarmismo e preoccupazioni. Con il protrarsi della guerra in Ucraina, l’Italia come il resto dell’Europa si preoccupa per i possibili problemi alimentari ed energetici, si è parlato anche di razionamenti di elettricità e luce, ma il premier Mario Draghi invita alla calma.
All’intensificarsi del conflitto russo-ucraino, Draghi risponde con un piano pragmatico e ordinato, l’obiettivo è prepararsi per tempo a ogni possibile evenienza, cercando fin da subito dei canali alternativi di approvvigionamento per fronteggiare la possibile penuria di alcuni alimenti e di fonti energetiche.
Durante la conferenza stampa - svoltasi il 17 marzo - il premier ha confermato che per il momento non c’è bisogno di preoccuparsi: gli italiani non dovranno cambiare le proprie abitudini. “Dobbiamo prepararci all’evenienza, ma da qui a lanciare un allarme ce ne corre”. L’obiettivo del Governo è quindi quello di costruire una rete di protezione per l’Italia. Ecco qual è il piano di Draghi e quali sono state le sue parole.
Allarme alimentare ed economico: qual è il piano di Draghi?
Chiusa l’emergenza Covid, l’Italia si deve preparare a far fronte a possibili emergenze causate dalla guerra in Ucraina. Gli esiti della guerra non sono scontati, bisogna infatti tener conto della scacchiera geopolitica in rapida evoluzione.
L’analisi offerta da Mario Draghi - durante la conferenza del 17 marzo - si basa su una forte convinzione: “Da parte di Vladimir Putin non c’è volontà di cercare la pace, ma di continuare la guerra”. Se a volte affiorano le possibilità di un accordo, queste sono prontamente smentite.
La guerra quindi crea e creerà forti disagi al Paese e al resto d’Europa, così - il premier davanti ai giornalisti ha voluto spiegare con calma il piano che il Governo ha approntato per fronteggiare i possibili allarmi alimentari, energetici ed economici.
Sono principalmente 3 le operazioni da compiere:
- diversificazione rapida;
- intervento sui prezzi;
- aiuto a famiglie e imprese.
Solo nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare il Governo dovrà cominciare “a entrare in una logica di razionamento ”. Questa parola, che per molti evoca scenari di guerra e inquietudine, per Draghi sembra essere semplice pianificazione, o forse la volontà anche di mostrare un Governo stabile proprio per evitare allarmismi. L’unica nota positiva concessa dal capo dell’esecutivo è che con gli Stati Uniti e la mediazione della Cina si potrebbe ben presto delineare un sentiero diplomatico da percorrere, per giungere il prima possibile al termine della guerra in Ucraina. Il premier ha inoltre ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina, ma la sua ferma opposizione alla no-fly zone che potrebbe condurre a un’entrata in guerra dell’Italia e del resto dei Paesi della Nato.
Allarme alimentare con la guerra in Ucraina: le parole di Draghi
Nel piano indicato da Mario Draghi al primo posto si trova la misura per poter contrastare una possibile emergenza alimentare. Con la guerra in Ucraina infatti alcune filiere sono in sofferenza e per questo è necessario cercare sbocchi commerciali alternativi.
Uno dei settori più in crisi è quello del grano e del granturco. Con la sparizione temporanea della Russia e dell’Ucraina dal mercato dei grani, infatti, si generano delle mancanze serie. “Per questo - ha spiegato Mario Draghi - bisogna immediatamente andare ad approvvigionarsi in altre parti del mondo, dove peraltro c’è grande abbondanza”.
Sbocchi commerciali alternativi per fortuna non mancano e sono ben note. Sul fronte alimentare l’Italia può aprirsi al commercio di grano e granturco con: Argentina e Nord America, a patto che l’Ue riveda per Canada e Stati Uniti i limiti ad alcune materie prime a causa della questione degli Ogm
Allarme energetico ed economico: cosa ha detto Draghi?
L’urgenza più immediata al momento è un’altra ed è sempre causa dalla guerra in Ucraina: costo di energia e benzina. Due problemi che si riversano non solo sulle famiglie italiane ma sull’intero sistema economico. Anche il nodo energetico deve quindi prevedere una certa flessibilità: il gas liquido dagli Usa necessita di rigassificatori in patria, mentre se l’Italia farà ricorso di nuovo al carbone bisognerà riattivare delle centrali ormai non più utilizzate.
Il Governo infatti deve assolutamente tagliare il costo dell’energia e della benzina. Per questo il 18 marzo il premier ha accolto a Roma i premier mediterranei di Spagna, Portogallo e Grecia, chiedendo di acquistare stoccaggi comuni di energia, l’unica strada per evitare concorrenze fratricide. Draghi, infatti, durante la conferenza ha insistito: “È necessario un tetto europeo al prezzo del gas”.
Il 24 marzo - in occasione del vertice Nato di Bruxelles - invece il premier potrà chiedere al presidente degli Usa, Joe Biden, di favorire l’acquisto a prezzi ragionevoli del gas liquido statunitense. Il premier in conferenza ha già detto di essere pronto a misure importanti, a patto di ribadire due priorità: conti in ordine e rimanere positivi sul Pil. Infatti, Draghi ha voluto precisare che: “Per questo intervento non ci sarà uno scostamento di bilancio. L’Italia continua crescere. E oggi nessuno in Europa vede una recessione”. La verità però ipotizzata da Repubblica è che il capo dell’esecutivo pensa che l’Europa debba fare di più in vista del Consiglio Ue della prossima settimana.
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