Chiara Esposito - 10 giugno 2021
Ancora grandi navi a Venezia: perché il transito non è stato bloccato?
La Msc Orchestra passa a Venezia e le polemiche montano. Nonostante l’approvazione di un decreto che dirotta le crociere verso la località di Marghera, i tempi d’attesa saranno ancora lunghi. I motivi sono legali e infrastrutturali.
A riaccendere i riflettori sulla questione del transito delle imbarcazioni transoceaniche nella laguna di Venezia è stato il recente passaggio della nave da crociera Msc Orchestra.
Lo stesso è stato accompagnato dalle proteste dei cittadini, saliti in barca con striscioni e megafoni per difendere il patrimonio paesaggistico-ambientale della città.
Situazioni simili però potrebbero ripetersi a lungo perché la legge approvata dalla Camera dei deputati un mese fa desidera ridefinire le rotte ma non prospetta alternative concrete.
Cosa dice la legge
La norma varata il 12 maggio scorso dalla Camera sottoscriveva la volontà di allontanare le grandi navi dal centro storico veneziano, ma non imponeva lo stop immediato del traffico marittimo lacustre.
Nel testo legislativo si parla piuttosto della ridefinizione delle rotte con punto di riferimento a Marghera tramite un "concorso di idee" da avviare entro il 31 maggio. La scorciatoia legale colta dalle compagnie di crociera è legittimata insomma dallo stesso decreto.
Chi (non) se ne sta occupando
La responsabilità di questa iniziativa è nelle mani dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale che però non ha ancora avviato il bando nonostante lo stanziamento di 2,2 milioni già disposto dal governo.
La giustificazione del neo eletto presidente dell’autorità competente Lino De Blasio circa il ritardo del concorso è la seguente:
“Bisogna comprendere bene gli aspetti e per ora non c’è stata materialmente la possibilità”.
Lui stesso, nella medesima sede, ha definito il concorso una “procedura nuova” da valutare attentamente.
Si aggiungono i motivi strutturali
Al di là dei ritardi burocratici ci sono delle incognite oggettive da considerare. Come riporta Il Post, Marghera avrebbe dovuto occuparsi degli approdi grazie a due terminal specializzati nella gestione del traffico, ma il problema più grande è che questi ultimi non sono in grado di ospitare i passeggeri in tempi di Covid.
La questione principale è relativa ai protocolli di sicurezza vigenti che prevedono tamponi in fase di imbarco; possibilità che materialmente può soddisfare solo la Stazione Marittima di Venezia al momento.
L’adeguamento delle strutture sarà perciò piuttosto lungo e la costruzione di un terminal ex novo nella località di Marghera lo sarà ancor di più. Le tempistiche reali, sempre per i più ottimisti, si attestano attorno al 2022 e la spesa ammonterebbe a 41 milioni di euro.
Cosa dobbiamo aspettarci
In sintesi potremmo dire che i punti d’attracco devono essere ancora definiti e i milioni stanziati per il progetto sono ancora fermi. È plausibile pensare quindi che vedremo ancora molte grandi navi salutare Venezia da così vicino e altre manifestazioni accendersi sui canali di uno dei più celebri capoluoghi del nostro paese.
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