Paola Gentile - 23 novembre 2022
Aumento pensioni minime: come cambia l’assegno 2023 con la rivalutazione
La legge di Bilancio prevede una rivalutazione delle pensioni minime del 120% a partire dal 2023. Ecco tutti gli importi.
Nella prima legge di Bilancio targata Giorgia Meloni sono tante le novità (qui assegno unico figli a carico), a partire dall’aumento delle pensioni minime.
Si tratta di una soluzione temporanea, in vista della riforma completa del sistema pensionistico che sarebbe dovuta partire nel 2023, ma che è stata rimandata al 2024.
Sebbene Forza Italia volesse innalzare l’assegno pensionistico minimo a 1.000 euro, alla fine, per mancanza di fondi, si è dovuto desistere ma, nonostante questo, il nuovo esecutivo ha comunque incrementato l’assegno pensionistico minimo grazie alla rivalutazione legata all’inflazione.
Come in ogni manovra ci sarà una parte di pensionati che avrà una rivalutazione in negativo sul proprio assegno pensionistico e un’altra parte che beneficerà dell’aumento.
L’obiettivo è risparmiare risorse da investire in altre misure, come ad esempio Quota 103. Secondo alcune stime, con la rivalutazione delle pensioni minime si andrà a risparmiare più di 500 milioni di euro.
Capiamo bene nel dettaglio come aumentano le pensioni minime con la legge di Bilancio 2023.
Rivalutazione pensioni: come stanno le cose finora
Prima della legge di Bilancio 2023, la rivalutazione delle pensioni si reggeva su un decreto a firma del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che prevedeva un aumento del 7,3% dal 1° gennaio 2023.
L’adeguamento degli importi all’inflazione prevedeva, infatti, una rivalutazione del 100% per i trattamenti fino a quattro volte il minimo, per poi scendere al 90% tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% per l’assegno pensionistico sopra le cinque volte il minimo.
Percentuali che, come vedremo, sono destinate ad andare in soffitta poiché sostituite dalle nuove previste nella manovra.
Aumento delle pensioni minime: cosa cambia nel 2023
Il governo ha pensato di aumentare la pensione a chi percepisce un assegno più basso. L’incremento sarà a scalare.
“Rivaluteremo le pensioni, tutte, secondo l’indicizzazione, ma la percentuale sarà diversa in base a quanto è alta la pensione”, ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Per le pensioni minime, infatti, la rivalutazione sarà del 120%, con il relativo aumento degli assegni più bassi. Per le pensioni fino a 2.000 e oltre, la rivalutazione sarà del 100%.
Poi, man mano che la pensione aumenta, l’aumento diminuisce, fino alle pensioni di oltre 10 volte la minima, vale a dire sopra i 5mila euro, per le quali l’indicizzazione si fermerà al 35%.
Aumento pensioni minime 2023: di quanto?
Ad oggi, le pensioni minime sono di 525,38 euro. Applicando la rivalutazione del 120%, a partire dal 2023, i percettori dell’assegno minimo si ritroveranno un incremento dell’8,76% (1,46% in più rispetto a prima della manovra) che, in termini di denaro, corrisponde a 46,02 euro. Quindi, da gennaio 2023, l’importo pensionistico sarà di 571,40 euro.
Chi ha la pensione minima potrà inoltre cumulare la nuova Social Card destinata ai meno abbienti con un reddito inferiore ai 20 mila euro annui. La carta sarà distribuita sempre dai Comuni.
Per le pensioni fino a 2.000 euro, la rivalutazione sarà del 100%, confermando l’aumento del 7,3%. Chi percepisce un assegno pensionistico da 1.500 euro, avrà un aumento di 109,5 euro, e quindi, dal 2023, l’assegno pensionistico avrà un importo di circa 1.610 euro.
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