Paola Gentile - 25 luglio 2022
Buoni pasto in busta paga: come potrebbe aumentare lo stipendio e per chi
La soluzione al caro vita potrebbe passare per l’erogazione del buono pasto direttamente in busta paga. La misura riguarda 3 milioni di lavoratori.
Importanti novità in arrivo per aumentare gli stipendi sempre più soggetti alla mannaia del caro vita e dell’inflazione. A dare il via alla petizione online per rimpinguare le buste paga dei lavoratori è Altroconsumo che ha lanciato una proposta per cercare di trovare una soluzione ai rincari che, da qui e breve, saranno ancora maggiori rispetto a quanto abbiamo potuto saggiare fino ad ora.
Le buste paga potrebbero aumentare grazie ai buoni pasto, caricati direttamente nello stipendio mensile dei lavoratori, senza perdere i benefici fiscali di cui godono i buoni.
Come fare? Servirà rivedere le modalità di erogazione dei buoni pasto e di questo dovrà occuparsene la prossima legislatura, dal momento che, in seguito alla fine dell’esperienza Draghi, il governo di unità nazionale potrà occuparsi solo degli affari correnti.
Sebbene facciano molto comodo ai lavoratori, non solo per la ristorazione ma anche per pagare la spesa, i buoni pasto non piacciono ai commercianti che lamentano le elevate commissioni d’incasso a cui devono far fronte, che vanno, generalmente, dal 10 al 20% del valore del buono.
Proprio per manifestare questa avversione, i commercianti hanno indetto uno sciopero, rifiutandosi di accettare i buoni pasto. E sta diventando sempre più complesso trovare esercizi commerciali che incassano il pagamento della spesa con questo strumento che interessa 3 milioni di lavoratori (con un valore complessivo di circa 3,2 miliardi di euro) e che, qualora non si trovasse una soluzione, potrebbe trasformarsi in un aiuto inutile.
Proprio in virtù di questa situazione tesa, l’Associazione dei consumatori ed utenti ha pensato che caricare il valore del buono pasto direttamente in busta paga possa essere una soluzione, oltre ad un giusto compromesso.
Buoni pasto: come funzione l’erogazione
Il buono pasto viene erogato dal datore di lavoro se la sua spettanza è delineata nel Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) o nel contratto di lavoro individuale. Il contratto stabilisce anche se per i giorni in cui si lavora in smart-working il buono pasta spetti o meno.
Nel decreto legge n. 122 del 7 giugno 2017, viene stabilito che il buono pasto spetta a tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che part-time, anche quando l’orario di lavoro non prevede la pausa pranzo.
Nonostante sia generalmente riconosciuto, il buono pasto non viene corrisposto per le giornate non lavorative.
Buoni pasto in busta paga: la proposta di Altroconsumo
L’Associazione dei consumatori ed utenti Altroconsumo e anche vari altri sindacati di settore chiedono che venga rivista la normativa che regola i buoni pasto, optando per l’erogazione del buono direttamente in busta paga, mantenendo le agevolazioni fiscali.
Se la busta paga assorbirà il buono pasto, la somma sarà deducibile (da Ires e Irap) per le aziende, mentre per il lavoratore non sarebbe soggetto a tassazione. Una soluzione che avvantaggerebbe ambo le parti.
Con la modifica dell’articolo 51, comma 2, lettera C, del Testo unico delle imposte sui redditi (Dpr n. 917 del 1986), si potrebbe rendere le indennità di mensa erogate in busta paga non tassabili, per un importo di 8 euro al giorno. A tal proposito, si sta lavorando per alzare il valore del buono a 10 euro al giorno.
Buoni pasto in busta paga: i vantaggi
Nell’elenco dei vantaggi ad avere i buoni direttamente in busta paga, sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, Altroconsumo indica benefici:
- Fiscali per la deducibilità delle somme erogate ai fini Ires e Irap come peraltro accade per i buoni pasto;
- Amministrativi, visto che potrebbero gestire in modo più snello e semplice il capitolo di bilancio dedicato alle spese per i pasti dei dipendenti, aggiungendo di fatto solo una voce alla busta paga;
- Sul clima aziendale, visto che aumenterà la soddisfazione dei lavoratori; il dipendente avrebbe una somma di denaro in busta paga ogni mese senza doversi porre il problema di poterla effettivamente spendere (cosa sempre più probabile con i buoni pasto).
Buoni pasto in busta paga: cosa fare
Firmare la petizione online di Altroconsumo (clicca qui) è il primo passo affinché l’argomento possa entrare nelle aule del Parlamento ed essere preso in esame nella prossima legislatura.
I cittadini possono molto e più adesioni ci saranno, più alte saranno le possibilità che la proposta di inserire i buoni pasto in busta paga vada in porto.
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