Luca Restivo - 20 febbraio 2023
Caccia militari italiani a Kiev: quali potrebbero essere inviati
Si ventila la possibilità che il governo Meloni dia a Zelensky cinque aerei da guerra.
Nel suo imminente viaggio a Kiev, la premier Giorgia Meloni potrebbe portare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky un gradito regalo: cinque aerei da guerra.
A rivelare questo importante retroscena è Repubblica nel giorno in cui viene data la notizia dall’agenzia Reuters della visita del presidente del Consiglio italiano a Kiev prima del 24 febbraio, giorno dell’anniversario dell’invasione russa. Oggi, Meloni si trova a Varsavia.
In ogni caso, non sarà l’Italia a fare da capofila per la cessione degli aerei, ma li darà a patto di non essere la prima della lista dei “contributori”. Perché?
Il quotidiano romano individua delle ragioni legate ad una questione di opportunità politica, tra cui quella legata ai dubbi dell’esecutivo sulla prosecuzione del conflitto.
Quel che è certo è che Meloni non si opporrà se l’Occidente dovesse giungere alla decisione di inviare nuovi mezzi a Kiev.
Con quest’avvallo, la premier vuole sedare eventuali fraintendimenti in Europa, e con l’Ucraina, dopo le recenti dichiarazioni dell’alleato di governo Silvio Berlusconi che, nei giorni scorsi, ha affermato che
“da premier non sarei mai andato da Zelensky … Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.
Parole che hanno creato non pochi imbarazzi nel governo e tra i membri del Ppe di cui Forza Italia fa parte, tanto da cancellare il vertice di Napoli.
Dal canto suo, il presidente ucraino ha dichiarato a La Repubblica:
“Ho sentito le dichiarazioni di Berlusconi. Non lo conosco personalmente, forse dovrei mandargli qualcosa... Non so, cosa gli posso regalare? Vodka? Ho una buona vodka. Se una cassa di vodka è abbastanza per portare Berlusconi dalla nostra parte, allora risolveremo finalmente questo problema”.
Caccia militari italiani all’Ucraina: ecco quali
La Repubblica fornisce maggiori informazioni su quali potrebbero essere i caccia militari italiani da inviare in Ucraina.
La consegna degli aerei da guerra avrebbe una grande rilevanza politica e un limitato impatto militare. I jet sarebbero in numero limitato, cinque, e non servirebbero per la difesa dei cieli contro i raid russi, ma solo per le azioni di sostegno delle forze terrestri.
Secondo questa linea di principio, la strada più agevole sarebbe quella di spedire a Kiev i cacciabombardieri Amx “Ghibli” che l’Aeronautica Militare, entro la fine del 2023, manderà in pensione.
Più complicato, invece, sarebbe l’invio dei potenti Tornado, dei cacciabombardieri dotati di strumentazione elettronica in grado di disturbare e scoprire batterie contraeree.
Caccia militari italiani all’Ucraina: cosa sono gli Amx
Gli Amx “Ghibli” sono dei cacciabombardieri molto robusti, dotati di comandi tradizionali e di una manutenzione semplice e di conseguenza più facili da imparare ad usare.
Entrati in servizio per la prima volta nel 1989, gli Amx vantano prestazioni di prim’ordine:
- Velocità massima di 1.000km/h;
- Raggio d’azione di oltre 700km, moltiplicato con il rifornimento in volo;
- Cannone di 20 millimetri a canne rotanti con 350 proiettili;
- Missili aria-aria a guida infrarosso Sidewinder, ma solo per l’autodifesa.
La missione degli Amx è quella di attaccare al suolo, trasportando quasi 4.000 ordigni e con 235mila ore di volo alle spalle.
Negli anni ’90, l’Aeronautica militare ne comprò ben 136, con una spesa davvero ingente, tant’è che gli Amx vennero soprannominati F-32, perché uno costava il doppio degli F-16 americani.
Tra il 2007 e il 2011 ne sono stati aggiornati 52 esemplari, tra cui 10 biposto, con apparati elettronici moderni.
Questa versione, denominata Acol, può impiegare bombe a guida gps e laser, che ricevono le coordinate del bersaglio direttamente dal computer dell’aereo. Inoltre, può essere dotata di pod da ricognizione che si agganciano sotto le ali e di altri per la designazione laser degli obiettivi, entrambi di produzione israeliana.
Gli Amx sono stati impiegati in tutte le operazioni belliche italiane: in Bosnia dal 1996, in Kosovo nel 1999, in Libia nel 2011 in sostegno della rivolta contro Gheddafi, in Afghanistan con 3.300 sortite e infine in Kuwait, nell’ambito della missione internazionale, per sorvegliare l’Isis con 1.500 voli nei cieli dell’Iraq.
Come anticipavamo prima, entro la fine del 2023, tutti gli Amx che dal 2014 si trovano sull’aeroporto di Istrana, in provincia di Treviso, verranno sostituiti con gli F-35 “i caccia invisibili”.
Almeno una decina di Amx sono in condizioni perfette e pronti per essere ceduti, previo via libera dal Brasile, che ha realizzato il progetto assieme all’Italia: attualmente i brasiliani ne utilizzano 14, destinati a volare fino al 2025.
Amx all’Ucraina: a cosa serviranno?
Nonostante l’utilità limitata degli Amx, per Kiev sarebbero comunque una manna, avendo gli ucraini jet di costruzione sovietica e con pezzi di ricambio difficili da trovare.
Senza contare che la versione biposto dei caccia potrebbe servire per la formazione dei piloti, pur mantenendo le capacità d’attacco.
Caccia militari italiani all’Ucraina: verranno inviati anche i Tornado?
Per quanto riguarda i potenti cacciabombardieri Tornado, la questione è più complessa.
Costruiti dagli anni Settanta assieme a Gran Bretagna e Germania, i tre Paesi che hanno contribuito alla realizzazione li stanno sostituendo con gli F-35 o con gli Eurofighter e i Tornado dovrebbero cessare la loro attività entro un paio di anni.
I Tornado sono bimotori con equipaggio di due persone – pilota e navigatore – e una manutenzione molto complessa e quelli rimasti in linea con il Sesto Stormo di Ghedi (Brescia) sono dotati di strumentazioni da guerra elettronica per disturbare e scoprire le batterie contraeree.
Ed è difficile, quasi improbabile, che si corra il rischio di esporre simili apparecchiature al pericolo di essere acquisite da Mosca.
Alle capacità del Tornado sopra indicate, si aggiunge la presenza di comandi per usare bombe atomiche americane B-61, che qualora venissero ceduti andrebbero smontati.
Inviare i Tornado non è semplice, anche perché l’Italia dovrebbe avere il benestare di Londra e Berlino, e quest’ultima si è già detta contraria.
Così come improbabile è l’ipotesi di donare Eurofighter, sempre partnership italiana, tedesca e britannica, poiché sono indispensabili per la difesa dei cieli europei. Senza contare i tempi lunghi per addestrare i piloti e i costi.
Un solo Eurofighter costa più di 100 milioni di euro e con ogni probabilità resteranno in uso per almeno vent’anni.
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