Paola Gentile - 28 ottobre 2022
Chi è il brigadiere Antonio Milia e cosa è successo ad Asso
Ha freddato il suo superiore con tre colpi di pistola e poi si è chiuso in caserma. Tragedia ad Asso dove il brigadiere Milia uccide il Comandante della caserma dei Carabinieri Doriano Furceri.
Il brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Antonio Milia ha ucciso il Comandante Doriano Furceri al culmine di una lite. Il folle gesto si è consumato nella Stazione dei Carabinieri di Asso, in provincia di Como.
Il comandante Furceri non voleva riammetterlo in servizio, in seguito alla lunga sospensione per problemi psichici. Questo potrebbe essere stata la causa che ha portato il brigadiere a sparare al suo superiore.
Capiamo meglio chi è Antonio Milia, cosa è successo e cosa si nasconde dietro questa vicenda che ha scosso la piccola comunità di Asso.
Chi è Antonio Milia
Antonio Milia è un brigadiere dell’Arma dei Carabinieri. Di origini sarde, il 57enne prestava servizio presso la Stazione dei Carabinieri di Asso, in provincia di Como.
Sposato con tre figli, il carabiniere aveva sofferto in passato di problemi psichici e nella giornata di ieri si è reso protagonista di un terribile gesto, sparando al proprio Comandante, il luogotenente Doriano Furceri, al termine di una lite. Dopo l’omicidio, Milia si è barricato dentro la caserma insieme al cadavere.
In passato, Milia era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) per problemi di disagio psicologico.
In seguito, dimesso e in convalescenza per diversi mesi, Milia era stato giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, ente sanitario esterno all’Arma, ed era rientrato in servizio dopo una copiosa documentazione medico-sanitaria fornita da una struttura ospedaliera pubblica. Attualmente era in ferie.
Cosa è successo
Dal diverbio, è nata una discussione fino all’escalation e all’omicidio. Milia ha sparato al comandante di origini palermitane della stazione di Asso, in provincia di Como, dove entrambi prestavano servizio, intorno alle 17:00.
Milia ha sparato almeno tre colpi al comandante Furceri. La tragedia non avrebbe avuto testimoni oculari ma un militare ha raccontato di aver sentito un colpo, dei lamenti, in seguito altri due spari, in rapida successione. Poi nulla.
Alcuni testimoni hanno riferito che dopo il folle gesto Milia ha urlato “l’ho ammazzato”, salvo poi barricarsi in caserma. Il comandante è stato colpito prima in ufficio, poi nel corridoio mentre tentava, con ogni probabilità, di fuggire al suo aguzzino.
Il blitz dei reparti speciali dell’Arma
Dopo una lunga notte di trattative tra il negoziatore del GIS (Gruppo Intervento Speciale) dell’Arma e il brigadiere Milia, alle 5:40 di questa mattina è scattato il blitz.
I carabinieri dei reparti speciali sono entrati ed hanno liberato gli ostaggi, intrappolati da oltre dodici ore. I colleghi hanno trovato il comandante Furceri morto.
I carabinieri hanno catturato Milia, delirante, che è uscito dalla caserma zoppicando, liberato una collega carabiniere che era in una camerata della caserma e le famiglie degli altri militari, che si trovavano negli alloggi di servizio, che non sono mai state in pericolo.
Un team del GIS (Gruppo Intervento Speciale) ha effettuato l’intervento con l’ausilio dell’unità cinofila, bloccando e disarmando il brigadiere Milia, il quale, prima di essere avvicinato, alla vista del cane, è riuscito ad esplodere un colpo, ferendo in maniera non grave, al ginocchio, un operatore del GIS, soccorso dai sanitari già presenti sul posto.
I motivi del gesto
La sospensione di Milia era avvenuta in concomitanza con l’arrivo ad Asso di Furceri, nel febbraio scorso. Il provvedimento era stato preso dai vertici della Compagnia di Como dopo alcuni comportamenti allarmanti del brigadiere, atteggiamenti che avevano fatto emergere una tendenza suicida, dovuta ad una crisi nei rapporti con la moglie.
Affetto da disturbi paranoici, era convinto che in caserma ce l’avessero tutti con lui e che non fosse stimato abbastanza.
Secondo quanto emerge da alcune indiscrezioni in ambienti investigativi, la causa scatenante che ha spinto Milia a uccidere il proprio comandante, il luogotenente Furceri, sono da ricercarsi nel fatto che quest’ultimo non voleva riammettere il brigadiere in servizio, in seguito alla sospensione per motivi psichici e sebbene la commissione medica lo avesse giudicato idoneo al servizio.
Il comandante nutriva dei dubbi circa la sua guarigione e lo aveva messo forzatamente in ferie. Tuttavia, queste sono ipotesi, sarà compito degli inquirenti accertarne la veridicità. Come pure è da accertare se la causa dell’omicidio è da ricercarsi in un raptus momentaneo o in un regolamento di conti.
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