Paola Gentile - 27 ottobre 2022
Cosa vuol dire “underdog” e perché Giorgia Meloni lo ha usato
La premier Meloni si è presentata come l’underdog, colei che partendo da sfavorita ha ribaltato il pronostico ed ha vinto. Ora è chiamata alla prova dei fatti.
Nel suo discorso di insediamento, la premier Giorgia Meloni ha rivolto alla Camera dei deputati un discorso volto a captare la fiducia di quella fetta di elettorato italiano che non l’ha votata e di chi nel mondo tiene i fari puntati sulla politica italiana ed in particolar modo sulle posizioni in merito alla guerra in Ucraina che Meloni ha ribadito, dichiarando un chiaro atlantismo ed europeismo dell’Italia.
Nel discorso il presidente del Consiglio ha citato le donne italiane che hanno avuto un ruolo determinante nella storia della Repubblica italiana, in ogni campo, da quello scientifico, a quello letterario passando, non da ultimo, per quello istituzionale.
Ma è proprio nel descrivere sé stessa che Meloni ricorre ad un termine straniero, anglosassone per la precisione, definendosi un “underdog”. Proprio dalla leader di Fratelli d’Italia una parola non propriamente made in Italy non ce la saremmo aspettati, ma tant’è.
Che cosa significa “underdog” e perché Meloni lo ha usato?
Chi è l’underdog
“Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici”.
Dalle parole di Meloni possiamo facilmente dedurre che l’underdog è lo sfavorito. Il termine è preso dal lessico sportivo per indicare un atleta che partecipa ad una competizione e parte svantaggiato nei pronostici e poi vince a sorpresa.
Il popolo sportivo british fa scattare l’upset: il perdente taglia il traguardo per primo, beffando chi aveva scommesso su altri nomi all’infuori del suo. Però, la vittoria di Meloni non è propriamente da underdog. È un successo costruito negli anni ed oliato in ogni suo ingranaggio, e non la vittoria al fotofinish. Che Fratelli d’Italia avrebbe dominato alle ultime elezioni politiche lo si sapeva da un pezzo, sia per meriti proprio, ma soprattutto per demeriti degli altri.
“Io l’underdog, stravolgerò i pronostici. Farò ciò che devo” ha proseguito Meloni che ha risposto puntuta all’Onorevole del Partito Democratico Debora Serracchiani che le aveva detto di stare un passo indietro agli uomini.
Perché Meloni si definisce l’underdog
Il presidente del Consiglio prosegue tratteggiando il suo profilo, per mostrare i punti che la rendono l’underdog. Meloni evidenzia di non essere ricca di famiglia, di essere cresciuta in un quartiere popolare (ora provate a comprare una casa a Garbatella e vedrete che prezzi!), di non aver avuto amicizie che contano che l’hanno spinta verso Palazzo Chigi e non da ultimo di non essere vicina a quei potenti e Paperoni che nell’immaginazione diffusa manovrano il potere da dietro le quinte.
Insomma, una donna che si è fatta da sola, una self made woman, per dirla con un altro termine straniero.
Underdog è diventato di uso comune dopo che Alicia Keys, la popolare popstar, ha scritto una canzone dal titolo omonimo che ripete: “Ma io sono stata fatta per rompere gli schemi, l’unico sogno che ho inseguito è il mio”.
Qual è il progetto di Meloni
Il progetto di Meloni è dare voce agli sfavoriti, agli outsider ai loser che alla fine riescono a vincere. Ma quanti giovani ragazzi laureati ci sono in Italia che valgono, che hanno studiato e che per poter tirare avanti si accontentano di un salario che mortifica il loro curriculum?
Scardinare questa narrazione e questa immagine dell’Italia dove il merito non è sempre premiato e dove i “capi” esercitano un potere ricattatorio su tanti che hanno bisogno di lavorare, non sarà facile.
Ma non solo, i lavoratori bistrattati, i disoccupati, i giovani senza prospettive, gli anziani che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena terranno ben d’occhio le prossime mosse del premier. Lei che punta ad essere la voce di chi non ne ha, sarà passata sotto una lente d’ingrandimento che non le perdonerà neppur il più piccolo passo falso.
Inutile dire che le aspettative sull’underdog Meloni sono tante, e non solo perché è la prima donna premier nella storia della Repubblica, e ci auguriamo che questo possa essere solo l’inizio, ma perché si è presentata come il “nuovo” pur avendo alle spalle il “vecchio” della politica e perché, le va riconosciuto, negli anni ha sempre mostrato una certa coerenza politica.
Ma ora l’aspetta la prova del nove. Fare opposizione è facile, governare è tutt’altra cosa e mettere d’accordo l’ingestibile Salvini e la mina vagante Berlusconi non sarà un compito agevole. Gli underdog d’Italia si aspettano tanto da lei, saprà non deludere le aspettative?
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