Paola Gentile - 11 febbraio 2022
Cosa vuole Greta Thunberg?
La ragazza svedese si è fatta portavoce di una generazione, sollevando in primo piano il tema climatico.
Era il 2018 quando il mondo ha iniziato ad accorgersi di Greta Thunberg, la ragazzina svedese che protestava seduta davanti alla sede del Riksdag, il Parlamento nazione del Regno di Svezia, munita di cartello con su scritto: “Skolstrejk för klimatet” - “Sciopero scolastico per il clima”.
Un atto di ribellione solitario, intensificatosi nell’agosto di quell’anno quando Greta decise di assentarsi da scuola per un mese, in vista delle elezioni governative che si sarebbero tenute il 9 settembre 2018, protestando tutti i giorni.
Mai avrebbe potuto pensare che le sue “tesi” sarebbero diventate punti chiave dell’agenda di governo dei leader mondiali e che milioni di giovani in tutto il mondo avrebbero replicato la sua iniziativa dei “Fridays for Future”.
Qual è il pensiero di Greta Thunberg
Classe 2003, Greta è considerata e riconosciuta a livello mondiale come l’attivista ambientale per eccellenza, oltre ad aver messo sotto gli occhi dei potenti della Terra tutte le loro mancanze in termini di politica ambientale, riscaldamento globale e inquinamento atmosferico.
Emblematico il suo discorso nel 2019 al Parlamento europeo a Strasburgo, dove è stata invitata a più riprese, affermando con piglio duro che il mondo, ovvero “la nostra casa va a fuoco”. Come dimenticare tutto il suo disappunto nei confronti della politica del governo Trump.
Il punto centrale del “Greta pensiero” partì dalla volontà che il Governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica, secondo quanto era stato stabilito nell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico nel 2015.
Tuttavia, le proteste continuarono. Ogni venerdì Greta si sedeva davanti la sede del Parlamento e da lì nacquero i Fridays for Future che in breve tempo si diffusero in tutto il mondo.
La rivoluzione di Greta
Il pensiero di Greta, semplice quanto rivoluzionario, parte dall’osservazione della realtà dei fatti e la componente critica che anima il suo pensiero ha così destato interesse e clamore proprio perché proviene da una millennial.
Molto spesso i ragazzi di oggi vengono considerati dalla società disinteressati a tutto ciò che li circonda.
Niente di più sbagliato, perché se qualche minimo passo in termini di sostenibilità climatica è stato fatto lo si deve proprio a questi ragazzi che hanno protestato, e lo fanno ancora, per avere in eredità un mondo più vivibile. Come pure le politiche green e la rivoluzione ecologica hanno una ragion d’essere proprio in virtù di quelle rivolte pacifiche ma determinate portate avanti da Greta e dagli altri ragazzi.
Tant’è che nell’esercizio finanziario 2021-2027 dell’Unione europea ogni quattro euro spesi, uno viene destinato ad azioni ed interventi per mitigare il cambiamento climatico.
Greta è stata candidata al premio Nobel per la Pace per tre anni consecutivi: 2019, 2020 e 2021, oltre ad aver ricevuto una serie infinita di premi.
Cosa sono i Fridays for Future
I Fridays for Future sono i “Venerdì per il Futuro”, lanciati da Greta Thunberg nel 2018.
Tuttavia, ci sono degli antesignani della ragazza svedese. Nel 2015, infatti, un gruppo indipendente di studenti chiese ad altri ragazzi di protestare, saltando la scuola, per spingere i membri della COP 21 a rivedere le loro agende programmatiche al fine di favorire:
- 100% di energia pulita;
- Utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
In totale, sono state 7milioni e 600mila persone a scendere in piazza per le Climate Action Week. L’Italia è stato uno dei tre paesi al mondo con la più alta partecipazione.
A causa dell’emergenza Coronavirus, l’iniziativa “Digital Strike” prevista per la primavera del 2020 si è svolta in modalità da remoto.
Nel 2021 si è tenuto il grande raduno del Youth4Climate dove 400 giovani, provenienti da tutto il mondo, hanno raccolto le loro idee e progetti per sottoporli al vaglio dei ministri riunitisi a Milano per il Pre-Cop26, l’evento che precede la Conferenza sul Clima (Cop26) delle Nazioni Unite, a Glasgow.
Insieme a Greta Thunberg la sua omologa ungherese, Vanessa Nakate, fondatrice di Rise Up.
Cosa si può fare per aiutare l’ambiente
Per ridurre l’inquinamento e favorire una maggiore vivibilità, possiamo mettere in pratica delle semplici regole:
- Usare i mezzi pubblici o mezzi ecologici, come e-bike;
- Fare la raccolta differenziata;
- Evitare gli imballaggi e comprare sfuso;
- Non prendere o usare sacchetti di plastica;
- Non sprecare la carta;
- Piantare un albero;
- Chiudere sempre l’acqua quando non serve;
- Abbassare il riscaldamento;
- Spegnere la luce e mettere gli apparecchi in stand-by;
- Usare lampadine a LED.
Curiosità
Greta è affetta dalla sindrome di Asperger, una patologia riscontratale quando aveva 13 anni. Tra le caratteristiche dei disturbi dello spettro autistico vi sono:
- disturbo ossessivo-compulsivo;
- mutismo selettivo;
- disturbo deficit attenzione/iperattività.
Greta non è la sola ad aver avuto l’idea di protestare in favore del clima. Nel 1992, la dodicenne canadese Severn Suzuki diede il punto di vista giovanile sul tema ambientale alla Conferenza dell’ONU.