Paola Gentile - 6 novembre 2022
Fabio Cagnazzo, colonnello Carabinieri: chi è e perché è coinvolto nell’omicidio Vassallo
il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo è tra i sospettati per l’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo.
Il colonnello dell’Arma dei Carabinieri Fabio Cagnazzo è stato iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo avvenuto il 5 settembre 2010 nei pressi del porto di Acciaroli.
L’intera vicenda, e le molte ombre che si annidano intorno all’attentato, che per gli inquirenti ha matrice camorristica, rivive nello speciale de Le Iene "Inside", in onda domenica 6 novembre 2022, alle ore 20:30 su Italia 1.
Nel luglio scorso, su mandato delle Direzione distrettuale antimafia di Salerno, i Ros di Salerno e quelli di Roma hanno eseguito i decreti di perquisizione nei confronti di nove indagati a vario titolo coinvolti nell’uccisione del primo cittadino di Pollica.
I reati contestati ai nove indagati sono omicidio ed associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. L’ipotesi investigativa è che Vassallo non si sia piegato alla camorra e che sia stato ucciso perché, venutone a conoscenza, voleva denunciare un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli.
Tra gli indagati figurano, oltre al colonello dell’Arma dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, già indagato per il delitto e di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati, e Luigi Molaro, anch’egli carabiniere.
Oltre ai carabinieri, vi sono quattro imprenditori, Giuseppe Cipriano (titolare di una sala cinematografica a Scafati), i fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino che gestiscono una struttura ricettiva, e due esponenti di un clan camorristico scafatese dei Loreto-Ridosso, Romolo e Salvatore Ridosso.
Fabio Cagnazzo: chi è
Appartenente ad una dinastia di militari dell’Arma dei Carabinieri, Fabio Cagnazzo è il colonello indagato, insieme ad altre 8 persone, per l’omicidio del sindaco di Pollica-Acciaroli, Angelo Vassallo.
Cresciuto ad Aversa, Cagnazzo ha frequentato la scuola militare della Nunziatella e l’Accademia di Modena, come i suoi fratelli, Salvatore e Massimo, di cui è gemello.
Il padre Domenico, Generale in congedo, arrestò nel 1983 Enzo Tortora, come ebbe a raccontare in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno.
Nel corso della sua carriera, Fabio Cagnazzo ha portato a termine svariate azioni di polizia giudiziaria, in particolar modo quando era alla guida del Nucleo operativo del gruppo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, assicurando alla giustizia ben 180 latitanti.
Nel 2010, Cagnazzo viene trasferito da Castello di Cisterna a Foggia. Le ragioni non si seppero mai con certezza, ma la solidarietà espressa nei suoi confronti da ben 26 pm della Dda di Napoli fu tanta, tant’è che scrissero all’allora procuratore, Giandomenico Lepore, per manifestare la loro stima e vicinanza al militare.
All’epoca dell’omicidio di Vassallo, Cagnazzo era in servizio a Castello di Cisterna e in vacanza ad Acciaroli, dove ebbe una breve relazione con la figlia di Vassallo, Giusy.
Dal 2017 al 2020, Cagnazzo è stato comandante provinciale dei Carabinieri di Frosinone. E proprio in quel triennio è finito nel mirino della trasmissione Le Iene che più volte si sono occupate della misteriosa morte del sindaco-pescatore.
Ed è proprio alla Iena Giulio Golia che ha dichiarato: “Quando è successo quel fatto dovevo farmi i c***i miei. Io ho fatto il mio lavoro come Cristo comanda”, in riferimento al fatto che raccolse delle deposizioni, sebbene non gli fosse stato assegnato alcun incarico dalla magistratura. Oltre ad essere stato tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto Vassallo.
La magistratura contesta, infatti, un chiaro depistaggio delle indagini da parte di Cagnazzo, in collaborazione con Cioffi e Molaro. Indagini, che in primo momento, si sono concentrate su Bruno Humberto Damiani, il brasiliano risultato poi innocente e che si è raccontato alle Iene.
Fabio Cagnazzo: coinvolgimento nell’omicidio Vassallo
Angelo Vassallo venne ucciso a colpi d’arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rientrava a casa a bordo della sua auto.
Le indagini della procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, pongono l’accento anche sullo “svolgimento e le reali finalità” di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto.
L’ufficiale aveva acquisito dei video delle telecamere di sorveglianza del porto cilentano poche ore dopo il delitto, circostanza che il colonnello ha sempre giustificato con l’esigenza di salvaguardare le immagini, ma che in questa fase viene considerata come un elemento nei suoi confronti. Proprio Cagnazzo era stato tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto.
Questa acquisizione irrituale fa sorgere il dubbio ai pm salernitani che Cioffi fosse ad Acciaroli così come Cagnazzo. Cioffi, infatti, era a capo della speciale squadra alle dirette dipendenze del comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna.
Cioffi è stato recentemente condannato in primo grado per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano.
Sulla base degli elementi raccolti in questi dodici anni, sono scattate le perquisizioni per nove indagati, tra cui anche il colonnello Cagnazzo.
Nell’abitazione in Calabria, dove l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi sta scontando gli arresti domiciliari, i carabinieri hanno sequestrato il cellulare ed il computer dell’ex sottoufficiale.
Perquisita anche l’abitazione di Cagnazzo a Frosinone, come riporta l’AGI.
Il movente dell’omicidio
Le ragioni che hanno spinto ad uccidere Vassallo, per la Dda di Salerno, sono da ricercarsi nell’intendo di “impedirgli di rivelare quanto aveva appreso circa il coinvolgimento di soggetti, da lui individuati, in un traffico di stupefacenti che coinvolgeva il porto di Acciaroli, luogo di approdo di gommoni che scaricavano la droga”.
Il sindaco Vassallo, non fidandosi del locale presidio dei Carabinieri, aveva iniziato a condurre delle personali indagini sul contrasto al fenomeno dello spaccio di droga ad Acciaroli. E si era avvalso del supporto di alcune unità della Polizia municipale cui aveva affidato servizi di appostamento sul porticciolo per cercare di individuare i gommoni che portavano lo stupefacente sulla terraferma.
“Quanto scoperto aveva provocato all’amministratore un forte senso di delusione (verosimilmente per il coinvolgimento di persone che egli non avrebbe immaginato potessero essere coinvolte) oltre che forti timori per la propria incolumità” precisa la Dda di Salerno.
Vassallo aveva “genericamente interessato” con una telefonata l’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, riservandosi di formalizzare la denuncia ad un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco, ma non fece in tempo a farlo perché l’ufficiale della compagnia di Agropoli cui avrebbe dovuto rivolgersi il giorno concordato era impegnato in un’attività di servizio: fissarono un nuovo appuntamento per il 6 settembre 2010, ma il sindaco venne ucciso la sera prima.
“ I nuovi indagati sono quelli che oggi mi puntano il dito ” ha detto Damiani a Giulio Golia, aggiungendo che i carabinieri poche ore dopo l’omicidio gli fecero lo stub, risultato negativo.
I tre carabinieri hanno estrapolato dal video ciò che faceva loro comodo per incastrare il brasiliano.
Ora sta alla magistratura mettere un punto a questa vicenda lunga 12 anni e fare luce su chi è l’assassino di Angelo Vassallo, come chiesto dai fratelli del defunto sindaco nella lettera indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
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