Paola Gentile - 31 maggio 2022
Iptv, la Guardia di Finanza ha trovato il modo per scoprire chi usa il pezzotto: ecco cosa devi sapere
Gli utenti che si sono connessi alla piattaforma illegale per vedere le partite di calcio sono stati identificati e ora vanno incontro a pensanti sanzioni. Vediamo come la GdF è riuscita a stanarli.
Un’amara sorpresa quella a cui sono andati incontro i tanti utenti che si sono collegati alla piattaforma Iptv per vedere l’ultima partita di Serie A e la Conference League.
Anziché trovarsi davanti i propri beniamini in pantaloncini e maglietta d’ordinanza, gli utenti che si apprestavano ad usare “il pezzotto” si sono imbattuti in un messaggio della Guardia di Finanza che li avvisava che il sito a cui stavano cercando di accedere era sotto sequestro, e che tutti i loro dati erano stati tracciati e salvati. Con gravi ripercussioni in termini di sanzioni che vanno dalla multa alla reclusione.
Iptv: il piano della Guardia di Finanza
Un piano perfetto e a lungo progettato quello organizzato dal nucleo speciale di Tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle che, per cogliere sul fatto i pirati del web e fermare i siti di pirateria online, si è sostituito ai pirati online proprio in vista del maggiore afflusso di utenti che sarebbe coinciso con l’ultima partita di Serie A e con la Conference League.
Infatti, in molti non avrebbero resistito all’utilizzo del “pezzotto” e si sarebbero connessi alla piattaforma Stream Creed.
Grazie a questo stratagemma, la GdF è riuscita a tracciare gli utenti, ma anche a bloccare le richieste, dal momento che per fermare i siti di pirateria online non basta soltanto sequestrare e chiudere la piattaforma.
Stream Creed, questo il nome del software, era composto da una fitta rete di rivenditori e gestori che creavano Iptv (Internet Protocol Television) pirata per diffondere online le partite, con un bacino di circa 20.000 utenti.
All’origine l’Iptv non era un sito di pirateria online, ma un formato di trasmissione televisiva che sfruttava la rete internet per inviare la messa in onda di segnali televisivi, contenuti online oppure on demand. Poi, è stato utilizzato per guardare i canali Sky e le partite di Serie A senza essere abbonati, facendolo diventare a tutti gli effetti un sito pirata. Stream Creed ha un antesignano illustre, ovvero Xtream Codes, che venne chiuso nel 2019.
Per pochi euro, Xtream Codes consentiva di accedere a qualsiasi canale TV e Pay Tv da smartphone, tablet, Tv e computer. Il suo codice sorgente è stato utilizzato in questi anni per dar vita ad altre piattaforme di gestione e una di queste, tra le più grandi, appunto Stream Creed, è stata smantellata.
Iptv: cosa rischiano gli utenti
Il messaggio della Guardia di Finanza apparso sugli schermi degli utenti collegati a Stream Creed è stato inequivocabile: i loro dati sarebbero stati tracciati e salvati, in modo da risalire alle loro identità e adottare i dovuti provvedimenti.
Oltre alla piattaforma, la Guardia di Finanza ha provveduto a mettere sotto sequestro 40 canali Telegram e 500 siti internet che venivano gestiti da vari reseller per proporre offerte “all inclusive”.
Il bacino d’affari, solo in Italia, corrisponde a 200milioni di euro di fatturato.
I rischi a cui vanno incontri gli utenti colti in fallo sono:
- Multa: dai 2.500€ ai 25mila euro;
- Reclusione: dai 3 ai 6 anni.
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