Paola Gentile - 21 settembre 2022
Mobilitazione parziale Russia: cosa significa e cosa accadrà
Putin chiama a raccolta i militari della riserva. Il pericolo di un’escalation si fa sempre più reale.
La guerra in Ucraina non si sta mettendo bene per i russi. Il 24 febbraio scorso, quando il presidente russo Vladimir Putin decise di avviare “un’operazione speciale in Ucraina” pensava, anzi aveva la presunzione di ritenere, che si sarebbe risolta in poco tempo e con una vittoria schiacciante per il Cremlino. Ma così non è stato.
I recenti sviluppi del conflitto hanno messo in chiaro che l’Ucraina sta guadagnando terreno in quelle che erano le roccaforti di Mosca (vedi alla voce Donbass) e grazie ad un potente mix di tenacia, orgoglio, amor di Patria, armi e sostegno finanziario europeo e statunitense, sta riuscendo lì dove nessuno, forse neppure lei, credeva realmente.
Per questo Putin è alle strette. Sarà vero che punta alla pace come ha riferito il presidente turco Erdogan? Chi lo sa, fatto sta che chi vuole la pace di certo non annuncia alla nazione, in diretta tv, la mobilitazione parziale in Russia. Pare più la volontà di voler vincere a tutti i costi che un segno di ravvedimento.
L’obiettivo dell’Occidente è “indebolire, dividere e distruggere la Russia”, ha sottolineato Putin nel corso del suo discorso e con la mobilitazione parziale lo scenario cambia.
Non si può più parlare di operazione speciale ma si entra in un altro campo: quello della guerra vera e propria e far digerire al popolo russo, già fiaccato dalle sanzioni, la consapevolezza che c’è una guerra in atto e che non si sa quanto potrà durare è davvero difficile, anche per uno come Putin.
Ma cosa significa mobilitazione parziale e cosa accadrà da questo momento in poi?
Mobilitazione parziale russa: cosa significa
Nel suo discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale in Russia con il richiamo dei militari della riserva. Si tratta di ben 300.000 riservisti, di uomini che hanno già servito nell’Esercito russo, con esperienza di combattimento e specializzazioni militari. Al momento, sono esclusi i militari di leva.
Il ministro della Difesa Serghei Shoigu, citato dalla Tass, ha aggiunto che lo scopo della mobilitazione è “controllare i territori liberati” in Ucraina.
“È nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. È quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno” ha detto il presidente russo, ritenendo che “nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite”.
Putin ha ribadito anche che userà “tutti i mezzi a nostra disposizione” e che coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro: “Coloro che cercano di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che le abbiamo anche noi”.
Mobilitazione parziale: cosa accadrà
Con l’annuncio della mobilitazione parziale dei riservisti, il presidente russo ha aperto, senza dubbio, ad una nuova escalation militare nell’aggressione all’Ucraina.
Il vicecancelliere tedesco verde Robert Habeck ha fatto sapere che “Ci consulteremo per vedere come reagire sul piano politico”, ribadendo che “ l’Ucraina dovrà continuare ad avere pieno sostegno ”.
Il braccio di ferro tra Russia e Occidente prosegue, con l’Ucraina usata dai russi come capro espiatorio di una tensione che è ben più ampia e ben più radicata.
L’obiettivo di Putin è trascinare la Nato nel conflitto e arrivare allo scontro diretto, lo ha vaticinato in più di un’occasione e non è detto che con la mobilitazione parziale non riesca nel proprio obiettivo. Se così sarà, l’Italia dovrà fare la sua parte in quanto membro dell’Alleanza Atlantica.
La minaccia nucleare
Putin è tornato a parlare di nucleare: “Quando la sua integrità territoriale è minacciata, la Federazione russa usa tutti i mezzi a disposizione”, “e questo non è un bluff ”.
Nel suo discorso fiume ha accusato l’Occidente di aver incoraggiato il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya e si è soffermato sulle dichiarazioni di alcuni alti rappresentanti di alcuni Stati della Nato “sulla possibilità e l’ammissibilità dell’uso delle armi di distruzione di massa contro la Russia. Il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e in alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi Nato ”.
Il pericolo è reale e se mai fosse possibile da questo momento in poi le cose potrebbero farsi più preoccupanti. Lo spettro di una terza guerra mondiale è più che mai concreto.