Luca Restivo - 20 settembre 2022
Navi da guerra russe nel Mediterraneo, Guerini: “Sono una minaccia”
Il ministro della Difesa Guerini ha dichiarato che i mezzi navali da guerra russi rappresentano una minaccia.
La guerra in Ucraina ci ha dato una lezione che non scorderemo: il campo di battaglia non è solo sulla terra ferma ma soprattutto nel cyber spazio e in mare. Il Mar Mediterraneo è il centro di questo snodo, nelle cui acque, da mesi, si muovono in incognito sottomarini, forse anche nucleari, mentre gli incrociatori della Marina russa sono impegnati in azioni di pattugliamento spingendosi fino alle coste italiane.
Ed è proprio la concentrazione di ben 7 navi da guerra russe nel mare nostrum, dalla Sicilia a Cipro, a preoccupare. Mai come adesso che i russi stanno perdendo terreno nelle loro roccaforti nel Donbass, il fronte Sud del Mediterraneo va attenzionato il più possibile.
Potrebbe rivelarsi, infatti, l’unica via di accesso al Mar Nero, ai territori di Mariupol e alla Crimea, nelle cui ultime ore si stanno allestendo i seggi per un referendum fantoccio di annessione alla Russia. Il mar d’Azov è poi uno degli obiettivi strategici di Mosca. Al di là del conflitto, il Mediterraneo, in particolare la sponda Sud, resta la via di commercio privilegiata per Mosca.
La tensione nel Mediterraneo sale sempre di più tanto che il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha dichiarato, durante il festival della rivista geopolitica Limes, riporta Il Messaggero, che “al momento consideriamo la Russia come una minaccia nel Mediterraneo ”.
Navi russe al largo della Sicilia: cosa sta succedendo
L’intensificarsi della presenza di navi da guerra russe nel Mediterraneo preoccupa il nostro Ministero della Difesa. Al momento si trovano nelle acque del Mediterraneo 7 navi missilistiche e 4 navi ausiliarie. Nella fattispecie:
- L’incrociatore missilistico di classe slava Varyag (ammiraglia della flotta del Pacifico);
- La grande nave antisommergibile Admiral Tributs;
- Un cacciatorpediniere missilistico guidato;
- 2 fregate missilistiche, la Ammiraglio Grigorovich e la Admiral Kasatonov;
- 1 corvetta missilistica
guidata, La Orekhovo Zuevo;
- 2 sottomarini dotati di missili (Novorossiysk e Krasnodar).
Non è ancora chiaro, invece, se siano presenti il sottomarino d’attacco Magdan e il sottomarino a propulsione nucleare Orel.
La presenza di questo dispiegamento risulta chiaramente un potenziale pericolo, perché la Russia potrebbe attaccare in qualsiasi momento i Paesi Nato che si affacciano sul Mare.
Perché il Mediterraneo è importante per la Russia
Oltre alle ragioni commerciali e strategiche, il Mediterraneo è importante per la Russia per ragione di difesa in funzione anti-Nato. Con lo strapotere dell’Alleanza Atlantica nel Mediterraneo, questa potrebbe sferrare, qualora se ne verificassero le ragioni, attacchi missilistici anche nucleari alla Russia, per questo Putin punta ad una presenza russa nel mare nostrum, per contrattaccare in caso di necessità.
Cos’è la strategia della bolla chiusa
Il timore, evidenzia Il Messaggero, è che la Russia possa imporre delle bolle, ovvero limitare la circolazione dei mezzi nel Mediterraneo in alcune ampie aree pesantemente difese da sistemi antinave e antiaerei.
La minaccia è suffragata dall’adozione dei missili da crociera Kalibr presenti sulle navi del quinto squadrone e che aumentano la potenza di fuoco fino a 2.500km, e sono in grado di colpire infrastrutture civili e militari sul fianco sud della Nato.
Putin sfida la Nato nel Mediterraneo?
Secondo gli analisti di IAI (Istituto Affari Internazionali) Putin non sfiderà apertamente la Nato nel Mediterraneo. Nella remota ipotesi in cui Mosca dovesse sferrare qualche attacco sarebbe concentrato sulle infrastrutture e mirato ad azioni di disturbo delle manovre occidentali.
In uno scontro diretto sarebbe difficile per Putin contrastare la supremazia navale occidentale.