Paola Gentile - 9 maggio 2022
Polizia penitenziaria inviata in Ucraina: l’annuncio della Cartabia
Il ministro della Giustizia ha reso noto che invierà un gruppo di esperti interforze, compreso un contingente della nostra Polizia penitenziaria.
I risvolti drammatici che sta portando con sé il conflitto russo-ucraino, o come viene ancora chiamato dal Presidente Vladimir Putin “operazione militare speciale”, sono enormi e la lista dei crimini di guerra perpetrati dai militari agli ordini del Cremlino aumentano ogni giorno che passa.
L’apice lo si è toccato qualche settimana fa con quanto successo a Bucha che ha indignato e fatto riflettere la comunità internazionale, tanto da spingerla ad un intervento per analizzare più a fondo la situazione, sebbene il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov abbia bollato l’intera faccenda come “fake news”.
Ma non c’è solo Bucha. Amnesty Internation ha affermato che la giustizia internazionale dovrà perseguire il “crimine di aggressione compiuto dalla Russia in Ucraina”, con la segretaria generale Agnes Callamard che ha denunciato:
- Le esecuzioni extragiudiziarie;
- L’uso di bombe a grappolo;
- I bombardamenti su insediamenti civili;
affermando che i “crimini commessi dalle forze russe nelle aree attorno a Kiev non sono incidentali né collaterali. Ma sono parte di uno schema”.
Ed è proprio nel solco della cooperazione internazionale che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha deciso di inviare gli esperti della Polizia penitenziaria in Ucraina, per aiutare le Autorità a far luce su quanto accaduto.
Polizia penitenziaria in Ucraina: le parole della Cartabia
La Procura Generale di Kiev potrà godere dell’aiuto di esperti della Polizia penitenziaria italiana al fine di indagare sui possibili crimini di guerra commessi dalla Russia nel Paese guidato da Volodymyr Zelensky.
Nell’aula bunker di Palermo, le parole del ministro della Giustizia sono risuonate ancora più forti: “Oggi siamo chiamati a rinnovare la nostra cooperazione giudiziaria anche su fronti che pensavamo archiviati per sempre, come le indagini sui crimini di guerra” ha evidenziato Cartabia, aggiungendo che:
“Sin dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina, 41 Paesi stanno sostenendo l’azione della Corte penale internazionale. E oggi qui posso confermare che, come già stanno facendo altri Paesi, anche l’Italia a breve manderà in Ucraina un gruppo di esperti interforze, compreso un contingente della nostra Polizia Penitenziaria, coordinato da un magistrato, per essere di supporto alla Procura Generale ucraina, nella raccolta di prove per l’accertamento delle responsabilità dei crimini di guerra, rispondendo ad un appello rinnovato anche dalla Procuratrice Generale di Kiev”.
Un atto ritenuto necessario per chiarire al più presto quanto sta accedendo, con un bilancio in termini di vite umane che si fa ogni giorno sempre più alto.
Human Right Watch, un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ha rilevato che a Bucha i civili sono stati uccisi indiscriminatamente, con esecuzioni illegali e le scuole sono state usate come postazioni di tiro.
Proprio per questo è essenziale il lavoro della Corte penale internazionale e il supporto italiano con il suo team di esperti.
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