Paola Gentile - 22 marzo 2022
Soldati ucraini al fronte: come si difendono, dove vivono e come si nutrono
I soldati vivono in trincea, si difendono con strumenti da “vecchia guerra” e mangiano Razioni K italiane.
La guerra russo-ucraina sta mettendo a dura prova non solo la risoluzione dei negoziati ma, soprattutto, coloro i quali il conflitto lo vivono quotidianamente sul campo: i soldati.
Se nei giorni scorsi è diventato virale il video dei soldati russi che mangiano cibi scaduti, vista la penuria dei rifornimenti, l’Italia sta inviando migliaia di “Razioni K” al fronte, per sostenere l’esercito ucraino anche dal punto di vista nutrizionale.
Proprio oggi, al Parlamento italiano, in seduta congiunta, ha parlato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando l’Italia per quanto sta facendo in termini di aiuti economici e logistici per l’Ucraina. Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, si è già impegnato, a nome del governo, a ricostruire il teatro di Mariupol una volta che il conflitto sarà terminato.
Spostando il focus dai leader politici che hanno in mano le sorti del dialogo per giungere nel più breve tempo possibile alla pace, vediamo come funziona la vita al fronte.
Soldati ucraini: come si difendono
Le martoriate città dell’Ucraina sono i campi di battaglia di una guerra che va avanti ormai da ventisette giorni. Trasformate dalle bombe e dalle trincee, i soldati ucraini hanno costruito nelle città ripari ad hoc, tenendo presente tre elementi fondamentali:
- Preparazione;
- Inventiva;
- Flessibilità.
Per mettere in pratica questi princìpi servono: poco tempo e risorse, oltre alla conoscenza del teatro di guerra.
I soldati ucraini, aiutati dalla popolazione civile che combatte imbracciando mitra e usando bombe a mano, hanno costruito sbarramenti con i cavalli di Frisia avvalendosi di vecchi mezzi, persino rottami, che servono per rallentare l’avanzata dei tank russi dotati di sistemi anticarro.
Ogni edificio può diventare una postazione dal quale bersagliare gli invasori. Ma anche i reticolati che consentono il rallentamento delle operazioni avversarie e le bande chiodate, insidiose per i mezzi rotanti, le bombe Molotov e ovviamente le trincee, che credevamo fossero un residuato bellico.
I tunnel, la rete fognaria, le linee della metro, dove non è saltata, possono permettere all’occorrenza movimenti in sicurezza dei difensori, sottraendosi al fuoco di reazione. Sono continue le imboscate degli ucraini ai soldati russi.
Soldati ucraini: dove vivono
Come affermato dallo stesso Presidente Zelensky, la guerra non conosce tregua e i bombardamenti e le rappresaglie sono continue, per questo i soldati vivono nelle trincee, quando non sono impegnati sul campo di battaglia.
Sulle spiagge di Odessa sono state scavate trincee in stile Normandia, e anche qui vi sono i cavalli di Frisia. Molte aree sono minate. Tutta una serie di vecchi sistemi di guerra per fronteggiare l’avanza russa.
Le trincee sono state scavate anche a Kiev, la capitale che non molla, a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina e nelle principali città assediate dall’esercito agli ordini di Vladimir Putin.
Soldati ucraini: come si nutrono
L’Italia sta sostenendo l’Ucraina non solo dal punto di vista militare, ma anche dal punto di vista nutrizionale.
Le famigerate “Razioni K”, utilizzate nella Seconda Guerra Mondiale e nei teatri di guerra in cui le nostre Forze Armate partecipano, sono una vera e propria garanzia di affidabilità energetica.
Il pasto giornaliero destinato a chi combatte si compone di tre razioni:
- Colazione, comprende pane o cracker, due porzioni di marmellata di frutta, una barretta di cioccolata, una porzione di biscotti e una barretta energetica, gelatine alla frutta, caffè e the liofilizzati;
- Pranzo, comprende primo e secondo piatto, grissini, dessert, energy drink e barrette energetiche, ma anche tortellini al ragù, pasta e fagioli, tonno e piselli, wurstel e tacchino, oltre a macedonia e anche compresse di crusca;
- Cena, comprende la portata principale e poi cracker, grissini, cereali e fruit bar, alternati a seconda dei diversi menu e anche minestrone in scatola, insalata di riso e pollo.
Inoltre, vi è anche il sacchetto bevanda cappuccino, gomme da masticare senza zucchero per l’igiene orale e in alcuni casi anche lo spazzolino, compresse per purificare l’acqua, stuzzicadenti e salviette umidificate.
Le “Razioni K” non hanno bisogno di riscaldarsi, basta premere al centro della razione per attivare un meccanismo auto riscaldante.
L’apporto calorico è stato modificato ed incrementato da 3.650 a 4.000 Kcal e la “Razione K” garantisce il 28% dell’energia totale a colazione, il 50% a pranzo e il 22% a cena.
Le “Razioni K” dei vari Paesi NATO sono differenti tra loro, ma quella italiana è ritenuta la più equilibrata e apprezzata dai soldati, proprio quella di cui si nutrono i militari ucraini.
Vista la scarsità di cibo, la Russia ha chiesto alla Cina di fornire ai soldati maggiori “Razioni K”, oltre ad assistenza militare e finanziaria durante il conflitto.
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