Spiare il telefono del partner è reato?

Spiare il telefono del partner è reato?

Ecco tutto quello a cui si va incontro quando si spia nel telefono del proprio partner senza essere autorizzati.

Spiare il telefono del partner è reato. Su questo punto la legge italiana è molto chiara, infatti se si viene beccati a controllare mail, chat, conversazioni, profili social del compagno/a senza che questi ci abbia precedentemente autorizzati si rischia il penale.

La corrispondenza è coperta dalla privacy e violarla equivale a trasgredire la legge. Nel concetto di corrispondenza indicato dalla Costituzione, rientrano anche i messaggi, le conversazioni sui social, le mail e gli sms.

È bene tenere a mente che non è consentito guardare il telefono di un’altra persona, anche se si tratta del proprio coniuge, di un parente, di un fidanzato/a senza l’autorizzazione del diretto interessato.

Cercare prove di un presunto tradimento dell’altra persona, passando al setaccio il suo cellulare, non permette, qualora le si trovi, in sede giudiziaria, di utilizzarle, dal momento che sono state acquisite in maniera illecita.

Cosa si rischia se si spia il cellulare del partner e si viene scoperti con le mani nel sacco?

Spiare il telefono del partner è reato: cosa si rischia

Controllare il cellulare di un’altra persona, indipendentemente dal rapporto che ci lega ad essa, è una pratica moralmente deprecabile e ingiusta, oltre a costituire reato.

In primis perché violiamo la privacy dell’altra persona e in secondo luogo poiché veniamo meno a quanto sancito nell’art. 15 della nostra Costituzione che norma il diritto alla segretezza della corrispondenza:

“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.

Tuttavia, non vi è solo la violazione della privacy. Chi si appropria del telefono o del computer altrui per ficcare il naso e leggere le conversazioni commette il reato di accesso abusivo a sistema informatico, ex articolo 615 del Codice penale.

L’articolo recita che: “Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni”.

Attenzione: è importante tenere a mente un dettaglio. Se la sottrazione del telefono o di qualsiasi altro dispositivo avviene a seguito di minacce o violenza, si configura il reato di rapina.

Suddetto reato, come indica la Cassazione nella sentenza n. 2429 del 10 giugno 2016, è stato punito con la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione.

L’uomo che si è macchiato del reato di spiare il telefono della moglie senza il di lei consenso, dopo averle sottratto con violenza il cellulare, dovrà andare incontro alla pena detentiva.

Spiare il telefono del partner è reato: quando le prove non costituiscono difesa

Anche portare davanti al giudice le prove di un eventuale tradimento o altro atte a giustificare la condotta errata di spiare il cellulare del partner non consente di esercitare a favore del reo il diritto di difesa. In casi isolati, però, non sono mancate pronunce di avviso opposto.

A questo proposito, il Tribunale di Roma, nel 2016, ha stabilito che non rappresenta reato spiare le conversazioni del partner convivente quando il cellulare viene lasciato a portata di mano, dal momento che quando si convive la privacy si riduce.

Ricapitolando:

  • Non è ammesso spiare il cellulare del partner per appurare il contenuto e per provare un tradimento, per avere un addebito della separazione, o l’infedeltà del dipendente, per procedere al licenziamento per giusta causa;
  • Se lo si fa si rischia di commettere a propria volta dei reati: violazione della privacy e accesso abusivo a sistema informatico.

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