Paola Gentile - 21 novembre 2022
Super-occhiali Polizia Locale, attenzione alla violazione privacy: a cosa servono
Multe in tempo reale e accertamenti immediati. I super-occhiali a infrarossi potrebbero però violare la privacy di cittadini e agenti.
I super-occhiali per gli operatori della Polizia Locale potrebbero ledere la privacy dei cittadini.
È quanto sollevato dall’autorità Garante della privacy che ha aperto un’istruttoria nei confronti del Comune di Arezzo, in Toscana, che ha annunciato di voler dare agli agenti dei “super occhiali” in grado di controllare i documenti degli automobilisti in tempo reale.
Il nodo è proprio la violazione della privacy dei cittadini e degli agenti e, per questa ragione, il Garante ha chiesto al Comune toscano di inviare la valutazione di impatto sul trattamento dei dati analizzati da questi dispositivi e lo ha avvisato circa i rischi che l’Ente corre proprio legati alla privacy.
Super-occhiali Polizia Locale: caratteristiche
La sperimentazione dei super-occhiali per gli operatori della Polizia Locale dovrebbe partire il 1° dicembre 2022 nei comuni di Arezzo e Lecce, ma questi potrebbero essere riposti nel cassetto ancora prima di iniziare il loro lavoro, proprio per via della violazione della privacy.
I super-occhiali sono dei dispositivi molto simili ai Google Glass, un apparecchio su cui Google aveva investito e poi dismesso per gli utilizzi civili in virtù dello scarso successo riscontrato. Il dispositivo prometteva, infatti, di rivoluzionare il modo in cui usiamo internet e i suoi servizi, ma oggi la tecnologia viene utilizzata in prevalenza alla catena di montaggio nelle fabbriche.
I super-occhiali degli agenti della Polizia Locale hanno le stesse caratteristiche dei Google Glass. Sulle lenti degli occhiali ad infrarossi vengono visualizzare informazioni e notifiche che solitamente si vedrebbero sugli schermi degli smartphone.
Super-occhiali Polizia Locale: a cosa servono
Grazie ai super-occhiali, e al software URBANO 2.0, incaricato della ricerca nelle banche dati e dell’acquisizione di informazioni, gli agenti della Polizia Locale possono:
- Vedere informazioni e documenti di tutte le auto parcheggiate o in movimento tramite un sistema basato sul numero di targa;
- Possono osservare le targhe delle auto nel traffico e capire in tempo reale se i veicoli sono assicurati, regolarmente revisionati o rubati;
- Osservare la patente di un automobilista e sapere quanti punti gli sono rimasti e se gli obblighi, come guida con lenti, vengono rispettati;
- Registrare video trasmessi in diretta nella centrale operativa e scattare foto che potrebbero essere utili in caso di incidenti stradali.
Nel caso di irregolarità, gli agenti possono fermare l’auto in questione e operare ulteriori controlli o procedere a stampare la multa in pochissimi secondi, grazie ad una sorta di mini-stampante appesa alla cintura della divisa.
Lo scopo principale dei super-occhiali è quello di vigilare in quelle zone della città con un maggiore tasso di microcriminalità e scoprire se ci sono veicoli rubati o non in regola.
Super-occhiali Polizia Locale: quanto costano
Ogni super-occhiale costa 1.000 euro e sarà fornito gratuitamente al Comune di Arezzo per il tempo della sperimentazione, sempre che il Garante della privacy dia il suo assenso a procedere.
In una prima fase di sperimentazione, ha spiegato la vicesindaca di Arezzo, Lucia Tanti, saranno utilizzati tre occhiali, in particolare durante pattugliamenti nel quartiere chiamato Saione, dove c’è un’incidenza di reati più alta rispetto ad altre zone della città.
Super-occhiali Polizia Locale: ledono la privacy?
Il Garante potrebbe impiegare più tempo del previsto per dare la sua autorizzazione a procedere, se così fosse il Comune di Arezzo non potrebbe partire con la sperimentazione dei super-occhiali il 1° dicembre 2022.
I dubbi del Garante sono in merito proprio alla violazione della privacy sia nei confronti dei destinatari dei controlli, che dovrebbero ricevere un’informativa sul trattamento dei dati personali, sia per la privacy degli stessi agenti che indossano gli occhiali.
Il rischio è che, tramite gli occhiali, il Comune eserciti un controllo a distanza continuo delle attività degli operatori della Polizia Locale, senza accorgimenti sui dati personali e sulle immagini, contravvenendo al rispetto dello statuto dei lavoratori che vieta di controllare il lavoro a distanza.
“Il kit presentato è in via di sperimentazione, siamo i primi in Italia, ma non ha nulla a che vedere con il riconoscimento facciale ” ha fatto sapere il comandante della Polizia Locale di Arezzo, Aldo Poponcini, come riporta Il Post.
“Il sistema ci permette di accedere a banche dati alle quali già abbiamo accesso, ma con modalità di lavoro innovative. Ringrazio il Garante per aver posto l’accento su questi aspetti della privacy, perché di fatto si tratta di questioni per le quali ancora non è presente una normativa ”.
In passato, in Italia, è stata istituita una moratoria proprio sui sistemi di riconoscimento facciale.
Infatti, l’installazione di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di privati, “sono sospese fino all’entrata in vigore di una disciplina legislativa della materia e comunque non oltre il 31 dicembre 2023”, come previsto nell’emendamento firmato dal deputato Pd Filippo Sensi e convogliato nel decreto Capienze di fine 2021.
Perciò, i Comuni dovranno chiedere l’autorizzazione al Garante per tutti i progetti di videosorveglianza con riconoscimento facciale presentati dalle amministrazioni, finora tutti bocciati.
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