Paola Gentile - 27 giugno 2022
Una grande città europea rischia grosso: la Russia minaccia la distruzione totale
In caso di una terza guerra mondiale, c’è un Paese europeo che è il primo della lista.
Allarme e preoccupazione serpeggiano in Europa dopo le dichiarazioni tutt’altro che concilianti di Andrey Gurulyov, alleato di ferro del presidente russo Vladimir Putin e membro della Duma di Stato, sanzionato dal Tesoro Usa per presunti crimini di guerra.
Intervenuto alla tv russa Rossiya 1, Gurulyov ha detto senza mezzo termini qual è il piano della Russia se dovesse scoppiare una terza guerra mondiale cosa che, peraltro, non esclude.
Una grande città europea verrà bombardata per prima, “Non partiremo di certo da Varsavia, Parigi o Berlino”, ha aggiunto, precisando che “la minaccia per il mondo” viene da una specifica nazione. Ma quale?
Una grande città europea rischia grosso
Gurulyov è stato perentorio. In caso di scoppio di una terza guerra mondiale la prima ad essere bombardata sarà Londra, ritenendo che la minaccia per il mondo venga proprio dagli anglosassoni.
Dichiarazioni scaturite anche in seguito alle affermazioni del premier inglese Boris Johnson che, in un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, ha ribadito che non è questo il momento per negoziare, convinto che “l’Ucraina può vincere e vincerà”.
Inoltre, Johnson ha anche annunciato un rafforzamento del sostegno finanziario del suo Paese per aiutare l’Ucraina a far fronte all’invasione russa, come riferisce il Guardian.
Un’iniezione di 525 milioni di sterline in garanzie per l’ottenimento di prestiti. Il totale degli aiuti finanziari e umanitari concessi quest’anno dal Regno Unito a Kiev sale così a 1,8 miliardi di sterline.
Se Londra rilancia, lo fa anche la Russia. Il deputato Gurulyov ha delineato il piano per una terza guerra mondiale che si snoda in tre punti:
- Distruggere l’intero gruppo di satelliti nemici, “A nessuno importerà se sono americani o britannici, li vedremmo tutti come Nato”;
- Colpire l’intero sistema di difesa antimissilistica, ovunque e al 100%;
- Londra, obiettivo numero uno.
Il fatto che l’Italia non rientri, per il momento, nella lista nera di Mosca non ci fa stare di certo tranquilli.
La prima città a subire eventuali bombardamenti sarà Londra, ma poi? Di sicuro, la Russia non si fermerà, finché gli Stati Uniti non interverranno perché, come ha evidenziato il deputato “Mi chiedo come faranno gli Stati Uniti a rimanere in disparte ”.
Pare chiaro ormai che il vero obiettivo sia trascinare gli Usa nel conflitto e ridimensionare la Nato.
L’Ucraina, così come l’Europa, è solo uno strumento per costringere l’America a scendere in campo.
Guerra totale
Un progetto che ha del raccapricciante, uno scontro con Usa e Europa che la Russia sta assaporando da ben quattro mesi, con l’inizio della guerra in Ucraina il 24 febbraio, e progettando da chissà quanti anni.
Il deputato russo va poi nel dettaglio, dicendo che nell’ambito dell’operazione di distruzione di siti di importanza critica, l’Europa occidentale sarà privata di:
- Forniture di energia;
- Alimentazione (vedi blocco del grano).
“Vedrò cosa diranno gli Stati Uniti d’America all’Europa occidentale per continuare a combattere al freddo, senza cibo ed elettricità” ha aggiunto Gurulyov.
A questo, si aggiungono le dichiarazioni di Putin: “Nei prossimi mesi consegneremo alla Bielorussia sistemi missilistici Iskander-M in grado di lanciare missili con testate nucleari”.
L’Occidente ha spiegato il leader del Cremlino, “detiene 200 munizioni tattiche nucleari e 257 aerei sono stati preparati per il loro possibile utilizzo. Abbiamo la responsabilità di garantire la nostra sicurezza”.
Pertanto, ha aggiunto il presidente della Federazione Russa, “gli aerei bielorussi Su-25 possono essere aggiornati in Russia e può iniziare l’addestramento dell’equipaggio”.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede all’Europa nuovi armamenti, promettendo che “Riavremo tutte le nostre città: Severodonetsk, Donetsk, Luhansk. Le riavremo tutte”.
Ormai, non si parla più di tavoli negoziali per la pace, ma solo di un’escalation che non coinvolge solo l’aspetto militare, ma principalmente il sostentamento dei cittadini europei che verrebbero travolti da bombe e fame.
Forse, queste tensioni potrebbero placarsi se la Lituania togliesse il blocco delle merci verso l’oblast di Kaliningrad, ma anche se fosse non eviterebbe il progetto russo, qualora ci fosse e non è un’idea così peregrina, di invadere i Paesi Baltici e quindi colpire la Nato direttamente.
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