Aurora Marinaro - 30 settembre 2022
La minaccia di Putin all’Europa: blocco di Internet, effetti disastrosi
La minaccia di Putin: blocco di Internet, con un blackout da effetti disastrosi per l’Europa. La Nato si dichiara pronta a reagire agli attacchi.
Dopo l’attacco a Nord Stream, con una grave perdita di metano per l’Europa, si è aperta definitivamente una nuova fase della guerra russa. Putin si è dimostrato capace di attaccare senza scrupoli le infrastrutture d’impiego occidentale per assoggettare l’Europa.
Una reazione dura alle sanzioni che hanno colpito la Russia, che punta tutto su una strategia più sottile e non per questo meno temibile: minare l’economia.
La minaccia di Putin: blocco di Internet
Secondo gli esperti che stanno analizzando le esplosioni subite dal gasdotto di Nord Stream, la minaccia di Putin è ora inarrestabile: potrebbe perfino arrivare a un blocco di Internet, con un blackout dalle conseguenze devastanti per tutti gli Stati europei.
La battaglia sembra infatti essersi spostata nelle acque marine, dove i sottomarini russi hanno accesso non solo ai gasdotti ma anche ai cavi di connessione Internet. Proprio al largo dell’Irlanda passano i cavi sottomarini che trasportano il 97% della connessione Internet europea.
Si tratta di un obiettivo fin troppo semplice da attaccare ma molto funzionale allo scopo. I cavi sono lunghi centinaia di chilometri, complicati intrecci di fibra ottica difficili da difendere e sorvegliare. Il loro funzionamento è decisivo per l’economia, basti pensare che ogni giorno consentono l’avvenimento di 10 milioni di milioni di transazioni finanziarie. Danneggiarli non richiede esplosioni, sono così delicati che basterebbe un drone subacqueo, proprio come quelli in sperimentazione dalla Russia. Le condizioni sono quindi estremamente favorevoli per un potenziale attacco dei russi, che hanno reso questa probabilità più vicina che mai con il sabotaggio a Nord Stream.
La Nato si è immediatamente mobilitata per sorvegliare i gasdotti e ha avviato una scrupolosa indagine per risalire alla fonte delle esplosioni, ma per il momento non possono dire nulla di certo.
Nonostante l’area fosse già sotto stretta sorveglianza, infatti, l’allarme circa la fuga di metano è arrivato con un grave ritardo di ore, dimostrando la fallacia del sistema di pattuglia. La Cia aveva peraltro avvertito di una possibile ritorsione sui gasdotti e il fatto che si siano verificate tre fughe in contemporanea consolida il dubbio di un attacco mirato. Alla mancanza di strumenti di difesa adeguati si unisce la presenza di un quadro giuridico mai affrontato prima d’ora, che rende la situazione più imprevedibile e ingestibile che mai.
L’allerta degli analisti: effetti disastrosi per l’economia occidentale
Gli analisti si sono pronunciati in modo molto chiaro: un attacco ai cavi di fibra ottica sarebbe devastante.
In particolare, Putin potrebbe attingere attraverso i cavi a informazioni sensibili, minando seriamente le possibilità di difesa. La Gran Bretagna, inoltre, in caso venissero recisi alcuni cavi, si troverebbe del tutto isolata dal resto del territorio europeo.
Le comunicazioni militari risulterebbero bloccate, in particolar modo fra i paesi membri della Nato e gli Stati Uniti, mentre le transazioni finanziarie sarebbero del tutto limitate.
Non sono solo i cavi Internet a preoccupare gli esperti, in quanto la riduzione del flusso di gas è altrettanto insidiosa. L’Europa avrebbe enormi difficoltà non solo per quanto riguarda il riscaldamento, ma anche a livello di produzione di energia elettrica.
Il rischio è quindi spropositato, soprattutto considerata la disponibilità di Putin di tutto l’occorrente come i cosiddetti hunter killer. Si tratta di strumenti sottomarini con bracci robotici in grado di manomettere o perfino tagliare i cavi in tempi ridotti, costruiti appositamente per nascondersi con facilità nelle profondità oceaniche.
Il timore cresce sempre di più, soprattutto data l’impossibilità di proteggere le infrastrutture a un livello accettabile. Bryan Clark, ex stratega della Marina degli Stati Uniti, pone l’attenzione sugli hunter killer, in grado di eludere i sistemi di sorveglianza con estrema semplicità. Non solo l’attrezzatura in possesso di Putin è di alta tecnologia, ma il fondale Baltico offre un ambiente ideale alla sua mimetizzazione, data l’abbondante presenza di relitti risalenti alla seconda guerra mondiale.
L’Europa non ha più margini di manovra
Per quanto sia prevedibile un ulteriore attacco ai gasdotti e agli oleodotti, gli Stati europei non hanno modo di reagire.
La Nato ha messo a disposizione una sorveglianza maggiorata ma è già chiaro come questa risulti insoddisfacente. La minaccia opprimente del taglio dei cavi Internet sta preoccupando tutte le nazioni, che tuttavia non hanno mezzi per soppiantare una crisi del genere. Il ministro degli interni tedesco Nancy Feaser si è rivolto ai leader europei, portando alla luce la necessità di prepararsi a minacce inimmaginabili prima di Nord Stream. Un territorio di guerra poco cruento ma altrettanto pericoloso quello scelto da Putin, perciò la Nato si dichiara pronta a reagire a nuovi attacchi alle infrastrutture alleate.
Argomenti correlati: Terrorismo Vladimir Putin Stati Uniti d’America