Rita Gagliarducci - 29 gennaio 2019
Nuove sanzioni per le targhe straniere in Italia
Con il maxi emendamento approvato dal Senato sono previste pesanti sanzioni per le auto che circolano con targa straniera in Italia. In questo articolo scopriamo cosa dice l’emendamento e quali saranno le sanzioni in caso di violazione.
Da molti anni ormai in Italia chi guida un’auto con targa straniera è a bordo di un mini “paradiso fiscale”. Con il maxi emendamento approvato dal Senato in concomitanza col Decreto Sicurezza sono stati modificati alcuni articoli del Codice della Strada.
L’obiettivo principale è stato quello, per l’appunto, di intervenire sul piano legislativo per limitare il sempre più diffuso uso in Italia della circolazione di veicoli con targhe straniere, non sottoposte quindi alla tassazione italiana.
Negli ultimi anni, infatti, era andato via via aumentando il numero di persone che circolavano in Italia con auto con targa estera, eludendo bollo e assicurazione.
In questo articolo vedremo cosa prevede questo provvedimento e le sanzioni corrispondenti alla sua violazione.
La novità legislativa
Questo emendamento va a modificare l’articolo 93 e il 132 del Codice della strada, inserendo alcuni commi molto importanti.
Il provvedimento ha l’obiettivo di punire tutte quelle persone che risiedono in Italia ma utilizzano un’auto con targa straniera per eludere il fisco e ottenere una serie di vantaggi non troppo leciti come:
- esenzione dal pagamento del bollo;
- esenzione del cosiddetto superbollo per le auto di lusso (varato nel 2011 dal Governo Berlusconi e, poco tempo dopo, inasprito dall’amministrazione Monti);
- pagamento di assicurazioni più economiche;
- non pagamento di multe in caso di infrazioni ( transito in zone a traffico limitato o il parcheggio in aree in cui non è permesso).
Sono moltissimi infatti gli italiani che comprano automobili di grossa cilindrata, immatricolandole all’estero. C’è anche il caso dello straniero che pur vivendo in Italia una volta acquistata l’auto preferisce immatricolarla nel paese di origine.
Cosa succederà con l’entrata in vigore dell’emendamento?
Con l’entrata in vigore di questa novità legislativa, interverrà un divieto di circolazione dei veicoli immatricolati all’estero per chi ha residenza italiana da più di 60 giorni. Fanno eccezione i veicoli concessi in leasing o locazione senza conducente da parte di imprese straniere europee.
Nella fattispecie, “a bordo del veicolo deve essere custodito un documento, sottoscritto dall’intestatario e recante data certa, dal quale risultino il titolo e la durata della disponibilità del veicolo”.
Quali sono le sanzioni?
Saranno pesanti anche le sanzioni: in caso di violazione della legge, infatti, si applicherà la sanzione amministrativa che prevede il pagamento di una somma che va da euro 712,00 a euro 2.848,00.
Dopo 180 giorni si applicherà la sanzione della confisca amministrativa nel caso in cui il veicolo non sia immatricolato in Italia o non sia richiesto il rilascio di un foglio di via per condurlo oltre i transiti di confine.
In caso di leasing o noleggio e assenza del documento che ne certifichi la disponibilità, il soggetto dovrà pagare una sanzione che va da 250,00 euro a 1.000,00 euro. Dopo di questo, il documento deve essere esibito entro 30 giorni, al termine dei quali interverrà il fermo amministrativo.
Cosa succede se non si vuole “nazionalizzare”?
Nel caso in cui non si intenda “nazionalizzare” definitivamente il veicolo in Italia, resta la possibilità di richiedere il “foglio di via” e le relative targhe provvisorie in Motorizzazione.
Tutto questo ovviamente previa consegna delle targhe e dei documenti, per poter trasferire il veicolo al di fuori dei confini nazionali (secondo l’art. 132 modificato dal nuovo Decreto Sicurezza, sussiste l’obbligo di riportare il veicolo nel Paese di immatricolazione (se “targato” all’estero), consegnando targhe e documenti relativi.
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