Paola Gentile - 24 febbraio 2023
Restituzione Bonus Renzi, trattenute in busta paga: cosa dice NoiPa
I dipendenti pubblici che hanno ricevuto il bonus Renzi tra gennaio e febbraio dovranno restituirlo, ma questo vale solo per alcuni. NoiPa provvederà alla trattenuta.
Il bonus Renzi dovrà essere restituito. Il trattamento integrativo (decreto n. 3/2020) dell’importo di 100 euro al mese viene riconosciuto, e accreditato direttamente in busta paga, a tutti i dipendenti pubblici, che hanno un reddito inferiore a 15.000 euro.
Il bonus può essere pagato in busta paga oppure può essere recuperato in sede di dichiarazione dei redditi. L’accredito in busta paga è un’arma a doppio taglio, perché così come viene dato può essere tolto.
Infatti, se alla fine dell’anno il reddito percepito supera la soglia massima prevista (vale a dire 15.000), il bonus dovrà essere restituito e verrà prelevato direttamente dalla busta paga.
Quest’anno, sono molti i dipendenti pubblici che si vedranno snellita la busta paga per via della restituzione di una parte del bonus Renzi, “vittime” degli effetti delle novità introdotte con la riforma fiscale 2022, applicate con qualche mese di ritardo.
Restituzione bonus Renzi dipendenti pubblico: ecco chi dovrà darlo indietro
Il bonus Renzi del valore di 100 euro dovrà essere restituito. A farlo saranno coloro i quali lo hanno ricevuto nella busta paga di gennaio e febbraio 2022, così come accaduto nell’anno precedente.
Tutto questo è dovuto al cambio delle regole per l’attribuzione del trattamento economico. Se prima la soglia di reddito massima per beneficiare del bonus era di 28.000 euro, con la riforma fiscale 2022, la soglia è scesa a 15.000 euro.
Alle regole introdotte, NoiPa si è adeguata solo a marzo, continuando ad erogare il bonus anche a chi non ci rientrava più, per via della soglia di reddito superiore al nuovo limite imposto.
Le “vittime” del mancato adeguamento di NoiPa sono coloro i quali hanno un reddito superiore a 15.000 euro ma inferiore a 28.000 euro. Va ricordato, però, che era la stessa riforma fiscale a indicare marzo 2022 come termine ultimo per l’applicazione dei nuovi criteri di calcolo.
Come già evidenziato in apertura del pezzo, la restituzione del trattamento economico riguarderà esclusivamente quello erogato a gennaio e febbraio. Quindi, ad essere restituiti saranno 200 euro.
NoiPa ha fatto sapere che la restituzione non avverrà in un’unica soluzione, ma in piccole rate mensili; pertanto è scongiurato il pericolo che i dipendenti pubblici si vedano togliere la somma tutta in un colpo solo.
Restituzione bonus Renzi: ecco come verrà trattenuto
In seguito al conguaglio di fine anno, c’è l’eventualità che al dipendente pubblico con reddito fino a 28.000 euro ne risulti un debito di 200 euro, riguardante le due mensilità del bonus Renzi erogate anche in seguito al cambio dei requisiti di riconoscimento.
I debiti derivanti dal conguaglio saranno trattenuti direttamente da NoiPa, ma per il trattamenti integrativo è prevista la soluzione rateale che consiste in 8 rate mensili, da 25 euro l’una.
La trattenuta ci sarà già a partire dal cedolino paga di febbraio 2023, dove verranno scalati 25 euro netti. L’ultima rata sarà trattenuta con lo stipendio di settembre 2023.
Busta paga febbraio: cosa non ci sarà
Nella busta paga di febbraio 2023 dei dipendenti pubblici non ci sarà l’applicazione dello sgravio contributivo del 2%, per i redditi superiori a 2.692 euro lordi, e del 3% per chi percepisce una retribuzione inferiore a 1.923 euro.
Il mancato riconoscimento dello sgravio, confermato e potenziato nella legge di Bilancio 2023, ha bisogno di qualche settimana ancora per entrare a regime. Stessa cosa per l’aumento dell’1,5% sulla base dello stipendio tabellare per i dipendenti pubblici che ancora non si sono visti rinnovare il contratto di lavoro 2022-2024.
Niente paura, però. Gli aumenti vengono solo procrastinati, ma restano. E avendo decorrenza da gennaio 2023, spetteranno tutti gli arretrati non appena le cose entreranno in funzione.
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