Redazione - 16 giugno 2019
Che fine ha fatto il riordino della Polizia Locale?
Polizia Locale: nel contratto di Governo si parla di riordino ma ad un anno dall’insediamento dell’Esecutivo non ci sono state novità in merito.
Tra le promesse fatte e - per adesso - non mantenute dal Governo Lega-Movimento 5 Stelle c’è quella afferente al riordino della Polizia Locale, inserito persino nel contratto siglato dalle due compagini prima della formazione dell’Esecutivo.
Lega e Movimento 5 Stelle si sono mostrate d’accordo sul fatto che la Polizia Locale necessitasse di una riorganizzazione per migliorarne l’efficienza. Tuttavia, nonostante l’approvazione di decreti importanti, come quello Sicurezza, per la Municipale non ci sono stati cambiamenti.
Basti pensare che non sono stati fatti passi avanti neppure per il Taser, visto che dopo l’apertura del Governo importanti comuni come Milano, Roma e Firenze hanno detto no alla sperimentazione per le forze della Polizia Locale.
Insomma, a più di un anno dalla firma del contratto di Governo siamo costretti a rilevare una grave mancanza che si ripercuote inevitabilmente sulla qualità del servizio offerto.
Ma qual era stata la promessa fatta dal Governo in merito al futuro della Polizia Locale? Facciamo un passo indietro e vediamo quanto era stato scritto nel contratto.
Riordino delle carriere anche per la Polizia Locale: la promessa del Governo
Mentre il Governo sta riflettendo su quali correttivi attuare al riordino delle carriere delle Forze Armate e di Polizia, dovrebbe fare altrettanto per la Polizia Locale, pensando ad una riforma che ne vada a migliorare la struttura. Come si legge nel contratto di Governo, infatti, per la Polizia Locale è necessario un coordinamento con le Forze dell’Ordine statali.
Le problematiche ci sono e vanno risolte; la colpa è da imputare ad una normativa ormai datata, oltre ad una distribuzione non omogenea di agenti sul territorio.
È per questo motivo che il Governo auspicava un riordino del comparto Polizia Locale, con l’obiettivo di produrre risultati positivi per una maggiore sicurezza del territorio.
Ma il contratto non pone solo degli obiettivi, indica anche la strada con la quale raggiungerli. Nel dettaglio, affinché la riforma possa effettivamente raggiungere questo obiettivo si riteneva come necessario:
- rendere possibile agli agenti della Polizia Locale di accedere alla banche dati dello SDI, sistema d’indagine;
- migliorare la definizione dei compiti della Polizia Locale;
- obbligatorietà di dotazioni strumentali minime (qui si colloca la dotazione del taser, purtroppo respinta da molti Comuni);
- prevedere tavoli regionali per il coordinamento della sicurezza urbana e della Polizia Locale, con una sotto-ripartizione in aree vaste;
- sottoscrizione di un contratto collettivo;
- scomputo delle spese relative al settore dai vincoli di bilancio.
Un progetto ambizioso, ma ad oggi dimenticato; chiediamo quindi - supportati dal personale della Polizia Locale che su questa riforma ha posto le proprie speranze -che il Governo possa riprendere in mano il progetto, attuando un riordino della Municipale nel minor tempo possibile.
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