Paola Gentile - 31 marzo 2022
Aerei con armi nucleari volano fuori dalla Russia: cosa è successo davvero
La violazione dello spazio aereo svedese è stata “intenzionale” e i due aerei da combattimento russi trasportavano armi nucleari.
La lista dei Paesi che sono più a rischio invasione da parte della Russia, oltre alla già martoriata Ucraina, è lunga.
A suon di minacce, Vladimir Putin ha intimato ai “confinanti” di non fare nulla per agevolare una possibile entrata nella NATO, altrimenti le conseguenze sarebbero state pesanti. E se l’Ucraina pur di giungere ad un cessate il fuoco è disposta a cedere qualcosa, non è detto che gli altri Stati vicini alla Russia siano disposti a vedersi imposte regole e linee politiche dal capo del Cremlino.
Al fine di scongiurare ogni possibile ingresso nell’Alleanza Atlantica, il 2 marzo, Putin ha lasciato che aerei russi violassero, in maniera deliberata e non involontaria, lo spazio aereo della Svezia, sorvolando l’isola di Gotland nel Mar Baltico.
Il gesto era stato subito stigmatizzato come “inaccettabile” dal ministro della Difesa svedese, Peter Hultqvist, all’agenzia di stampa locale Tl, aggiungendo che “la sovranità e il territorio del nostro Paese devono essere rispettati”.
È notizia di oggi che quei due aerei da combattimento russi non erano semplici velivoli, ma avrebbero trasportato armi nucleari.
Aerei con armi nucleari nei cieli svedesi
Secondo le fonti riportate dal canale televisivo svedese Tv4, riprese da La Repubblica e citate dall’Ukrainian Pravda, i due aerei da combattimento russi Sukhoi Su-24, scortati da due Sokhoi Su-27, sono decollati dall’enclave russa di Kaliningrad, a confine tra Lituania e Polonia, violando per un breve lasso di tempo (all’incirca un minuto) lo spazio aereo della Svezia.
Bene, oggi Tv4 ci informa che probabilmente i due arerei da combattimento trasportavano armi nucleari.
La risposta allo sconfinamento da parte della Svezia fu immediata. Un gruppo di jet JAS 39 Gripen decollò per documentare la violazione. In seguito, le Forze Armate svedesi, in stato di allerta dallo scoppio della guerra in Ucraina, rassicuravano sulla situazione, rimarcando la prontezza dell’aviazione nel rispondere all’incidente.
Tv4 riporta quel gesto come “un atto deliberato con l’obiettivo di intimidire la Svezia”, sebbene la notizia non sia stata confermata dal governo svedese, anche se il capo dell’Aeronautica, Carl-Johan Estrom ha bollato l’azione russa come “consapevole” e non se la sente di “escludere che si sia trattato di una navigazione errata, ma tutto indica il contrario. Il che è molto grave soprattutto perché la Russia è un Paese in guerra”. Concorde con Estrom anche l’esperto di strategia militare Stefan Ring che, ai microfoni di Tv4, ha bollato la vicenda come “un segnale per la Svezia”.
La posizione della Svezia
L’invasione dello spazio aereo della Svezia è avvenuta a distanza di pochi giorni dalla volontà espressa dalla Nazione di entrare nella NATO e dalle dichiarazioni della portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova: “Mosca non può non notare i persistenti tentativi compiuti della Nato per allargarsi, includendo Finlandia e Svezia, su pressione in particolare degli Usa”.
Finora, la Svezia, così come la Finlandia, ha sempre mantenuto una posizione di neutralità militare rispetto alla NATO e alla Russia, atteggiamento ritenuto importante da Mosca proprio in virtù della stabilità e della sicurezza nel Nord Europa e in tutto il continente.
C’è da dire però che i risvolti drammatici della guerra in Ucraina, hanno spinto la Svezia a compiere un passo per intaccare quella neutralità, inviando aiuti militari al Paese guidato dal Presidente Zelensky. Dal 1939, la Svezia non era mai intervenuta, tantomeno preso posizione.
Stando ad un sondaggio realizzato da Demoskop per il quotidiano Aftonbladet, all’inizio del mese la percentuale di svedesi favorevoli all’ingresso nel Patto Atlantico è aumentata del 9% rispetto a gennaio, attestando al 51%.
E anche la premier svedese, Magdalena Andersson, in un’intervista all’emittente statale SVT, si è detta possibilista: “Non escludo una possibile adesione alla Nato”.
La decisione implica però attenzione e accuratezza, elementi che Andersson vuole valutare con calma: “Ma voglio fare un’analisi ben fondata delle possibilità a noi aperte e delle minacce e dei rischi, per poter prendere la decisione migliore per la Svezia”.
Una semi marcia indietro, rispetto a quanto affermato dalla premier agli inizi di marzo, quando aveva definito l’ingresso della Svezia nella NATO destabilizzante per l’Europa, a fronte del contesto critico dovuto alla guerra. Affermazioni che avevano scatenato le critiche dei partiti di opposizione svedese.
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