Luca Restivo - 17 agosto 2022
Cos’è il poliziotto di quartiere, la figura annunciata nel programma di Silvio Berlusconi
È uno dei punti forti del programma di Forza Italia che punta a bissare l’esperienza del 2002.
La sicurezza pubblica è uno dei temi più importanti della campagna elettorale per le elezioni politiche 2022. Lo sa bene il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che è sceso in campo e attraverso video messaggi e post sui social sta oscurando la scena ai suoi alleati del centrodestra.
Dopo l’annuncio fatto ieri circa l’aumento del 33% degli stipendi delle Forze dell’Ordine e un incremento degli organici, il Cavaliere rispolvera uno dei suoi tanti cavalli di battaglia per rendere più sicuro il nostro Paese: la reintroduzione della figura del poliziotto di quartiere.
Già caposaldo del Berlusconi II nel 2001, il poliziotto di quartiere è fondamentale, poiché “la sicurezza dei cittadini è il primo compito di uno Stato liberale”.
Del resto, quando si tratta di comunicare ed essere efficaci nel farlo, l’ex premier non è secondo a nessuno. Le sue “pillole del programma” sono ormai un appuntamento fisso, in cui alla fine, ammiccando alla telecamera, invita i cittadini a votare Forza Italia. Perché Berlusconi ha intenzione di intestarsi tutti i punti del programma condiviso con il centrodestra, senza lasciare nulla a Meloni e Salvini.
Ma chi è il poliziotto di quartiere e quali sono i suoi compiti?
Poliziotto di quartiere: di chi si tratta
I tutori dell’ordine, identificati come poliziotti e carabinieri di quartiere, altri non sono che risorse impiegate nei servizi interni ed amministrativi nelle questure e nelle stazioni dei Carabinieri che, minuti di taccuino, pistola d’ordinanza, radio e computer, in collegamento continuo con la stazione dei Carabinieri o con la centrale della Polizia, garantiscono il controllo delle città.
Con le volanti, le pattuglie a cavallo e quelle in moto, il poliziotto di quartiere vigila sulla sicurezza dei cittadini e dei commercianti del quartiere, integrandosi perfettamente nella realtà quotidiana della zona assegnata.
Gli operatori in servizio di prossimità o di quartiere, oltre all’arma di ordinanza e alla radio, solitamente sono dotati di sfollagente, spray antiaggressione o altri dispositivi per la difesa personale, soprattutto perché in molti casi prestano servizio da soli od in zone critiche.
Anche l’abbigliamento li connota. Il Carabiniere indossa una fascia rossa al centro della divisa; mentre il poliziotto un particolare cappello in dotazione, il kepi. La Polizia locale porta una banda a scacchi rossa e bianca o blu e bianca sul berretto e sul bordo della giacca.
L’inserimento di queste nuove figure era previsto nel cosiddetto contratto con gli italiani sottoscritto da Silvio Berlusconi nel corso della campagna per le elezioni politiche del 2001.
Poliziotto di quartiere: quando nasce e perché
Il poliziotto di quartiere nasce dalla volontà dell’esecutivo Berlusconi II, con vicepresidente Gianfranco Fini e ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, di “dare un colpo forte alla criminalità” e perché le Forze dell’Ordine fossero più vicine alla gente.
L’esperimento partì il 18 dicembre 2022 con 500 agenti, tra poliziotti e carabinieri e, successivamente, in progressione, altri 500. All’inizio, l’impiego fu in 28 città, in vista dell’estate 2003 si estese ad altre 24, salvo poi espandersi su tutto il territorio nazionale.
Per l’occasione era stata prevista un’assunzione in deroga di 1.100 poliziotti attingendo da graduatorie di precedenti concorsi ancora valide e di 800 civili che avrebbero rimpiazzato i poliziotti occupati negli uffici, per arrivare complessivamente a circa 1.900 persone.
All’epoca, Berlusconi si dichiarò soddisfatto del lavoro svolto dai poliziotti di quartiere, rilevando la necessità di cambiare il modo con cui le nostre Forze dell’Ordine affrontano la criminalità.
Nella nota diramata dal Ministero dell’Interno in data 17 dicembre 2002, si legge che confrontando i dati relativi ai mesi gennaio-settembre del 2001 con i dati del corrispondente periodo del 2002 si è registrata, infatti, una notevole diminuzione dei reati di criminalità violenta, che sono scesi del 15,66% e di quelli predatori (furti in appartamenti, rapine, scippi, ecc.), diminuiti del 10%.
Insomma, per l’allora premier fu un successo ed ora che il Cavaliere è tornato e può ricandidarsi (ricordiamo l’interdizione dai pubblici uffici in seguito alla condanna per frode fiscale che gli inibì la candidatura?) vuole replicare l’esperienza.
Cosa ne è stato del poliziotto di quartiere?
Già dal 2010, l’impiego del poliziotto di quartiere inizia a diradarsi. Complici la crisi, i tagli alla spesa pubblica, il calo del personale (concorsi bloccati, pensionamenti non reintegrati con nuove forze) hanno fatto quasi sparire man mano la figura simbolo del centrodestra.
Tuttavia, pare essere tornata in auge. In un pezzo di Nicola Bianchi sul Resto del Carlino del 1° maggio 2022, si parla di nuovo dell’impiego del poliziotto di quartiere per volere del questore di Bologna Isabella Fusiello per contrastare la criminalità e la stessa cosa si registra ad Ancora.
Se il centrodestra dovesse vincere le elezioni 2022, Berlusconi è intenzionato a ripristinare la figura del poliziotto di quartiere sull’intero territorio nazionale, tenendo conto di potenziarlo in modo adeguato e le “retribuzioni dei loro membri devono aumentare di un terzo”.
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