Scontri a Torino, commenti dei sindacati USIF e USIC sugli eventi di violenza

Scontri a Torino, commenti dei sindacati USIF e USIC sugli eventi di violenza

Gli scontri tra gli studenti manifestanti e le forze dell’ordine lasciano sgomenti i sindacati. Bisogna tutelare le forze dell’ordine.

Negli ultimi giorni, le manifestazioni di studenti a Torino e in altre città italiane hanno preso una piega violenta, portando a un numero significativo di agenti di polizia feriti. In risposta a questi eventi, i sindacati USIF (Unione Sindacale Italiana Finanzieri) e USIC (Unione Sindacale Italiana Carabinieri) hanno espresso le loro preoccupazioni e richieste.

Durante le recenti manifestazioni studentesche a Torino, che hanno visto la partecipazione di circa 500 persone, si sono infatti verificati episodi di violenza che hanno portato al ferimento di almeno 20 agenti di polizia. Questi sono stati ricoverati in pronto soccorso dopo essere stati esposti a fumi urticanti provenienti da un ordigno artigianale lanciato dai manifestanti.

Proteste degli studenti, violenza contro gli agenti e le strutture

Le proteste erano inizialmente indette contro l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, ma anche contro il governo di Giorgia Meloni e le sue riforme scolastiche. Durante il corteo, i manifestanti hanno vandalizzato esercizi commerciali come un McDonald’s e un Burger King, accusati di collaborare con Israele, e hanno lanciato uova contro gli agenti di polizia e alcuni edifici simbolici, come la sede della banca Intesa Sanpaolo e quella della Rai. Inoltre, una camionetta della polizia è stata danneggiata.

Tensioni significative si sono verificate quando i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza in piazza Castello, davanti alla Prefettura. Proprio qui, un ordigno artigianale è stato lanciato contro gli agenti, causando il ricovero di circa 20 poliziotti per contatto con gli esalati tossici. Il corteo ha quindi proseguito verso il rettorato e la sede della Rai, dove i mezzi della polizia sono stati colpiti con aste di bandiere.

Il premier Giorgia Meloni ha espresso la sua solidarietà agli agenti feriti e ha condannato le violenze, chiedendo alle categorie politiche di non giustificare tali atti. Anche il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Valditara (direttamente attaccato dagli studenti), ha criticato il comportamento dei manifestanti, definendoli non idonei a rappresentare interlocutori democratici, suggerendo che la scuola italiana non dovrebbe replicare l’estremismo degli anni ’70.

Le manifestazioni hanno evidenziato non solo il malcontento degli studenti verso questioni politiche internazionali, ma anche il risentimento verso le politiche governative, generando un contesto di scontro tra manifestanti e forze dell’ordine in diverse piazze italiane. I mezzi utilizzati, tuttavia, non hanno adeguatamente sposato la causa democratica.

Davide Satta, Segretario Generale Nazionale Aggiunto dell’USIC, ha dichiarato: “L’ennesima manifestazione si è trasformata in guerriglia urbana. È inaccettabile che le forze dell’ordine, che operano per garantire democrazia e sicurezza, siano sempre le prime a rimetterci in queste situazioni. È ora di intervenire drasticamente contro chi si nasconde dietro il pacifismo per giustificare atti di violenza.”

Satta ha anche evidenziato la necessità di un dialogo costruttivo, sottolineando che le recenti manifestazioni dimostrano una mancanza di capacità da parte dei manifestanti di esprimersi nel rispetto della legalità. La situazione ha spinto i sindacati a chiedere misure legislative efficaci per proteggere le forze dell’ordine, incluso il Decreto Sicurezza attualmente in fase di discussione.

In tal senso, l’USIF ha ribadito la necessità di introdurre un DASPO economico, una misura che potrebbe responsabilizzare chi compie atti vandalici e violenti. “Qual è il prezzo che la collettività paga per i danni causati da delinquenti? Questi atti non solo minano la sicurezza pubblica, ma gravano anche sul Servizio Sanitario Nazionale,” ha affermato un rappresentante dell’USIF.

Infine, entrambi i sindacati concordano sul fatto che chi compie atti violenti e offensivi nei confronti dello Stato non dovrebbe beneficiare di provvidenze pubbliche. “È essenziale che ci sia una risposta chiara e severa per coloro che danneggiano la società senza alcuna conseguenza,” hanno concluso.

La situazione attuale solleva interrogativi su come bilanciare la libertà di espressione e il diritto di manifestare con la necessità di garantire la sicurezza pubblica e il rispetto per le forze dell’ordine, sottolineando la necessità di un intervento legislativo efficace.

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