Aggressioni contro le forze dell’ordine, il ministro Crosetto: "lo Stato sia molto duro"

Aggressioni contro le forze dell'ordine, il ministro Crosetto: "lo Stato sia molto duro"

Carabinieri aggrediti brutalmente in Italia mentre sono in servizio, continuano le aggressioni alle forze dell’ordine. L’intervento del ministro della Difesa.

Fonte immagine: Jose Antonio su commons.wikimedia.org

Le aggressioni ai danni delle forze dell’ordine sono una triste realtà in molti paesi e l’Italia non fa certo eccezione. Soltanto qualche giorno fa un carabiniere è stato aggredito in strada mentre era intervenuto per sedare una rissa a Locorotondo, in provincia di Bari. In seguito, non distante dal medesimo luogo, un collega è stato aggredito con una spranga di ferro. L’ultimo di una serie di episodi analoghi che si ripetono in tutto il paese senza distinzioni di sorta, con una media di un attacco al giorno.

Lo ricorda anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un post su X esprime tutta l’indignazione e l’urgenza di intervenire per fermare questi episodi. La lista delle aggressioni è davvero lunga, passando per tante città italiane, tra cui Roma (dove un carabiniere è stato colpito con una pietra alla testa), Frosinone e Milano. Proprio a Milano, nel mese di maggio un poliziotto è stato accoltellato rischiando la vita, tra 5 arresti cardiaci e 70 trasfusioni soltanto per calmare un soggetto in stato di agitazione che lanciava pietre contro passanti e treni.

Dovrebbe essere inutile sottolineare che questi eventi possono avere degli esiti tragici, eppure lo è dal momento in cui gli episodi di violenza contro le forze dell’ordine continuano a essere una realtà quotidiana. Non bisogna confondere il rischio correlato alla professione con gli attacchi deliberati contro il personale in servizio, minando non soltanto l’incolumità dei lavoratori ma di riflesso l’intera sicurezza pubblica.

USIF e USIC, basta aggressioni ai danni delle forze dell’ordine, intervenga la politica

Le continue notizie di aggressioni contro le forze dell’ordine creano sgomento e accrescono il senso di sfiducia dei cittadini rispetto alla giustizia e alla protezione. Comprensibile lo sdegno dei sindacati delle forze dell’ordine, preoccupato per l’incolumità del personale, ma anche per la possibilità che possa portare a termine con efficacia i propri compiti.

In una nota per esprimere la propria solidarietà al collega ferito a Locorotondo, l’USIF ha fatto presente che senza preservare la serenità del personale delle forze dell’ordine (che già opera in situazioni di pericolo e pressione) non può essere garantita la sicurezza dei cittadini. Per questo motivo il sindacato lancia un appello al governo, ricordando che è “necessario garantire sempre e in ogni circostanza l’incolumità degli operatori della sicurezza con pene certe e immediate”.

Un appello condiviso anche dall’USIC, insoddisfatta dalle “frasi di circostanza”. Si richiede piuttosto un intervento concreto in campo legislativo, per evitare che chi aggredisce le forze dell’ordine sia punito in modo troppo morbido e soprattutto con notevole ritardo. Manca la possibilità di lanciare un messaggio intervenendo in modo tempestivo, “nessun arresto perpetrato, solo denunce a piede libero” ricorda il Segretario generale Antonio Tarallo.

Avvertiamo un profondo sentimento di sconforto, militari che quotidianamente si dedicano al servizio della nazione e dei cittadini si sentono lasciati soli nei momenti di difficoltà. Di fatto, le semplici parole non sono bastate a fermare le aggressioni, come nemmeno le pene applicate. Per questa ragione i sindacati chiedono un confronto sull’istituzione di misure più efficaci nella tutela delle forze dell’ordine, che è evidentemente lacunosa.

Il sindacato ci parla di "anarchia latente", mentre sulla stessa lunghezza d’onda il ministro Crosetto evidenzia che chi aggredisce le forze dell’ordine non ha sufficiente paura delle conseguenze ed è convinto di restare impunito. Non è questo l’ideale di giustizia che il ministro vuole a rappresentazione dell’Italia, con gli aggressori fiduciosi e le forze dell’ordine limitate nella possibilità di difendersi per paura di ripercussioni legali.

Il ministro Crosetto, "lo Stato sia più duro"

Il problema è indubbio, ma la sua soluzione richiederà sicuramente molto impegno. Dal punto di vista prettamente legale, infatti, l’aggressione ai danni dei pubblici ufficiali è già punita in modo specifico con una pena appropriata nel contesto dell’ordinamento penale italiano. In secondo luogo, questo reato è procedibile d’ufficio e quando avviene ai danni delle forze dell’ordine ammette l’arresto in flagranza.

Almeno sulla carta le misure di contrasto e repressione ci sono, non si può negarlo, eppure gli episodi di violenza continuano e ogni giorno la vita dei Carabinieri, ma anche della Polizia, è in pericolo. Ci sono alcuni problemi generalizzati nel sistema giustizia, soprattutto alle tempistiche processuali, ma anche difficoltà specifiche rispetto alla considerazione pubblica delle forze dell’ordine. Nel contrasto alla criminalità, oltretutto, va ricordato che raramente un processo penale è un deterrente dal compimento di delitti di violenza.

Di conseguenza, lo sforzo richiesto per risolvere queste difficoltà è sicuramente notevole, e per questo dovrebbe essere cominciato il prima possibile. Non è accettabile in uno stato di diritto un tale ripetersi di aggressioni e offese contro le forze dell’ordine, in primo luogo per l’incolumità di questi lavoratori, ma in secondo luogo anche per la protezione dei cittadini stessi.

Lo ha ben ricordato anche il ministro Crosetto, “gli aggressori non hanno paura delle conseguenze”, serve che "lo Stato sia molto duro con chi delinque (non parlo di nuove norme), per evitare che passi il concetto che in Italia nessuno paga."

Leggi anche: Vittime del dovere, requisiti e riconoscimento