Paola Gentile - 6 aprile 2022
Dove resterà la mascherina dopo il 1° maggio
L’obbligo di mascherine al chiuso resterà fino all’inizio dell’estate. Sul luogo di lavoro sarà il titolare a decidere. Si valuta una quarta dose di vaccino.
Con l’arrivo della bella stagione e il conseguente allentamento delle misure anti-Covid, l’Italia dovrebbe riprendere quella normalità che ci è stata preclusa per due anni a causa dell’imperversare della pandemia da Covid-19.
La fine dello stato di emergenza e l’introduzione dell’Unità di completamento della campagna Covid non stanno a significare che la pandemia è finita; perciò, occorre mantenere alta la guardia e non rilassarsi troppo.
Se il Ministro della Salute, Roberto Speranza, invita alla cautela, vero è che la necessità di tornare a vivere è quanto di più sperano gli italiani.
Il governo è pronto a varare il nuovo piano di contenimento anti-Covid a partire dal 1° maggio 2022. All’insegna dell’attenzione e della prudenza, le mascherine FFP2 resteranno ancora in alcuni luoghi al chiuso, mentre in altri contesti potrebbero essere sostituite da quelle chirurgiche.
Il tavolo che si terrà nella giornata di oggi tra i ministri del Lavoro e della Salute e le parti sociali servirà a mettere a punto la strategia da adottare per i lavoratori, anche alla luce dell’aumento dei casi di Covid che però non desta preoccupazione per ciò che riguarda la tenuta degli ospedali, nonostante nella giornata di ieri i numeri parlino di 194 morti e 88.173 contagi in appena 24 ore.
Cosa cambia dal 1° maggio 2022
Come disposto dal governo Draghi, fino al 30 aprile, rimarrà l’obbligo di indossare le mascherine al chiuso e anche all’aperto, a seconda se si verifichi una condizione di assembramento che ne richieda l’utilizzo. Per sapere quali comportamenti assumere dal 1° maggio 2022 dovremmo aspettare il DL estate. Però, la maggior parte delle informazioni sono già note.
“Ritengo ragionevole pensare che il 1° maggio le mascherine non saranno più obbligatorie nemmeno al chiuso ma piuttosto raccomandate” ha fatto sapere il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Sul tema si esprimerà la Cabina di regia.
“Non escludo che si possa valutare l’ipotesi di mantenerle al chiuso in situazioni particolari: penso, ad esempio, a treni, metro ed aerei” ha aggiunto Costa.
Dove resterà la mascherina
Dal 1° maggio, dovrebbe decadere l’obbligo di mascherine al chiuso. Concorde con Costa, il ministro Speranza è intenzionato a mantenere l’obbligo per alcuni luoghi al chiuso considerati ancora a rischio contagio. Come riporta Repubblica, la mascherina continuerà ad essere indossata da:
- Chi svolge attività in esercizi aperti al pubblico;
- Cassieri dei supermercati;
- Commessi;
- Impiegati in uffici pubblici a contatto con i cittadini.
Resta al vaglio se l’obbligo di mascherina è da estendersi anche ai clienti.
Coloro i quali dovranno tenere la mascherina sono sicuramente:
- Coloro che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici;
- Coloro che si recano al cinema, a teatro e ai concerti.
In questi luoghi, infatti, il rischio di assembramento è troppo alto. Tuttavia, per ammorbidire un po’ la misura, è da valutare se mantenere l’uso della FFP2, come adesso, o sostituirla con la chirurgica.
Altro luogo considerato a rischio è quello di lavoro. Eppure, l’obbligo di mascherina per i lavoratori privati decade e la decisione se farla indossare o meno ai dipendenti è a discrezione del datore di lavoro, che si regolerà sulla base dei rischi.
Ipotesi quarta dose di vaccino
Al vaglio dell’Unione europea anche la questione “quarta dose”. La decisione verrà presa nei prossimi giorni e i vari Paesi della Ue hanno deciso di muoversi tutti insieme sull’eventuale secondo booster. Sul tema si esprimeranno anche l’EMA (European Medicines Agency) e i Centri Europei per il Controllo delle Malattie (ECDC), tuttavia, il parere fornito non sarà vincolante.
A beneficiare della quarta dose saranno gli over70 che riceveranno l’eventuale somministrazione almeno 120 giorni dopo la terza. Come avvenuto nella prima fase del Covid, l’obiettivo è quello di proteggere e salvaguardare le fasce più deboli della popolazione ed evitare che si intasino gli ospedali, in particolar modo le terapie intensive.
Prima di procedere con il secondo booster, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) reputa più urgente il completamento della somministrazione delle terze dosi. Infatti, sono circa 850mila gli over 70 che non hanno ancora ricevuto l’inoculazione.