Paola Gentile - 13 luglio 2022
Escalation nucleare: chi rischia lo scontro con Russia e perché
Tensioni sempre più alte e pace ormai lontana. Nella guerra russo-ucraina il rischio di una deriva nucleare è sempre più vicino.
Sono parole di fuoco quelle pronunciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che lancia una nuova minaccia ai Paesi della Nato e agli Stati Uniti d’America.
In una situazione sempre più incandescente, l’escalation nucleare è davvero ad un passo. E se gli Usa già si preparano al peggio (video del pre e post attacco), è in programma, ad Istanbul, un vertice tra Russia, Ucraina e Onu per discutere con le delegazioni militari dei corridoi marittimi per l’esportazione dei cereali.
Nel frattempo, salgono a quota 16 le navi che stanno attraversando il Danubio, pronte ad essere caricate con grano ucraino, per cercare, almeno sotto quest’aspetto, di arginare una potenziale crisi alimentare.
Escalation nucleare: chi rischia lo scontro con la Russia
Zakharova è lapidaria nell’affermare che gli Stati Uniti e i loro alleati, Italia compresa, sono sull’orlo del conflitto militare aperto con Mosca, uno scontro carico di tensioni nucleari.
“Dopo aver provocato un’escalation della crisi ucraina e scatenato un violento confronto ibrido con la Russia, Washington e i suoi alleati stanno pericolosamente barcollando sull’orlo di uno scontro militare aperto con il nostro Paese, il che significa un conflitto armato diretto tra potenze nucleari. Chiaramente, tale uno scontro sarebbe irto di escalation nucleare”.
La portavoce del ministero degli Esteri ha tirato in ballo anche il Giappone, reo di voler dipingere la Russia come un Paese che ha minacciato l’utilizzo del nucleare: “È inaccettabile cercare di distorcere la logica della deterrenza, su cui si basano le dichiarazioni ufficiali della Russia sulle questioni nucleari, per motivi di propaganda, oltre a dipingerci come un paese che minaccia di usare armi nucleari”.
Delle dichiarazioni un tantino schizofreniche, ci verrebbe da dire, in particolar modo se le si analizza alla luce dei fatti e dinnanzi all’evidenza che vuole il Paese governato da Vladimir Putin tirare in ballo costantemente il pericolo atomico per spaventare gli avversari.
Escalation nucleare: perché Usa & Co. sono nel mirino della Russia
Il motivo è molto semplice ed abbiamo imparato a comprenderlo in questi 140 giorni di guerra. La Russia non vuole essere accerchiata dai Paesi della Nato.
Con l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica, il bacino di manovra russo si fa sempre più ristretto. Inoltre, la Russia vuole imprimere nuovamente la sua sfera d’influenza su quei territori che fino al 1991 appartenevano all’Unione sovietica, togliendoli così dall’ala statunitense.
Intanto, la guerra prosegue con bombardamenti copiosi, con le forze russe che avanzano e quelle ucraine che cercano di resistere. I russi proseguono la loro avanzata nel Donbass, in direzione di Slavyansk e Kramatorsk, costretti a compensare le pesanti perdite con un “ equipaggio non convenzionale ”, come riporta l’intelligence britannica.
La carenza di soldati russi costringerà il ministero della Difesa a ricorrere al “reclutamento non tradizionale”, prelevando uomini abili a combattere anche dalle carceri.
Però, la Russia può contare su un altro alleato: l’Iran che sta offrendo sostegno ed aiuto contro l’Ucraina.
I mutamenti geopolitici che sta creando la guerra daranno vita, ne è certo l’ultimo rapporto annuale sul terrorismo e l’estremismo pubblicato da Europol, a nuovi radicalizzati che già da oggi si sono arruolati in questa o in quella fazione.
La guerra ha già attirato diversi individui radicalizzati dagli Stati membri che si sono uniti alla lotta da entrambe le parti: “dobbiamo continuare a monitorare da vicino questi sviluppi, facendo tesoro delle lezioni apprese in passato nell’affrontare i combattenti stranieri di ritorno dai campi di battaglia in Medio Oriente”.
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