Paola Gentile - 16 marzo 2022
Italia in guerra, ecco quando secondo il Capo dell’Aeronautica: aerei già in posizione, che succede?
Il Generale Luca Goretti ha chiesto al suo equipaggiamento di stanza nei cieli della Romania di fare attenzione. Un minimo sconfinamento in Ucraina e sarebbe guerra.
Sebbene le forze politiche ci dicano di stare tranquilli, che l’Italia non entrerà nel conflitto armato che si sta consumando da giorni in Ucraina, tutto intorno a noi induce a credere che non sia propriamente così.
Se le parole del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, rassicurano da un lato, la circolare dello Stato Maggiore Esercito agita dall’altro.
A questo clima abbastanza teso, si aggiungono anche le dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, il Generale Luca Goretti, che ha autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la NATO in Romania.
Come sappiamo, il contingente italiano di supporto all’Alleanza Atlantica è già partito, per svolgere attività di deterrenza e salvaguardia dei confini dell’Unione europea; tuttavia, l’allerta dei reparti dell’Esercito Italiano e ora le parole di Goretti non rasserenano gli animi.
L’Italia può davvero entrare in guerra: le parole del Generale Goretti
“Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la Nato in Romania: siamo a meno di meno di venti miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra”.
Queste sono state le parole del Generale Goretti, in audizione alle commissioni Difesa. Mai come in questo frangente è fondamentale che “ogni cosa venga fatta secondo le regole”, ha proseguito il Generale, chiedendo ai suoi equipaggiamenti di “non farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine”.
In casi come questi, la parola d’ordine è: prudenza.
Nel corso dell’audizione, Goretti si è poi soffermato sugli aerei a pilotaggio remoto, circa l’opportunità di armarli, al fine di dotarli di una componente di ingaggio al suolo.
Questa capacità potrà essere impiegata:
“per ridurre drasticamente il rischio di perdita di vite umane. Non vogliamo utilizzarli ma averli significa avere questa capacità, mentre non averli e dover essere costretti ad impiegarli significa che non è detto che li troveremo poi sul mercato”.
Per la serie: occorre essere pronti ad ogni evenienza.
L’Italia può davvero entrare in guerra: le parole dell’ex Capo dell’Aeronautica Tricarico
L’ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale Leonardo Tricarico, è senza dubbio una voce fuori dal coro.
In diverse occasioni si è mostrato critico verso le modalità d’impiego dei militari italiani negli ultimi 30 anni.
Tuttavia, il Generale ha ritenuto la circolare dello Stato Maggiore Esercito che allerta le truppe “opportuna”, in quanto la missiva lancia un messaggio inequivocabile secondo Tricarico “la componente operativa non sia sguarnita e i reparti siano all’altezza degli eventi che si potrebbero verificare nell’arco di poco tempo”.
In un’intervista rilasciata al Messaggero, il Generale Tricarico ha parlato di “deriva inesorabile nell’utilizzo dei militari in modo non conforme alla loro natura”, rimarcando che i soldati sono stati impegnati più sulle strade (Operazione “Strade Sicure”) che nelle attività addestrative, snaturando quella che è la funzione del corpo.
Il Generale Tricarico ha evidenziato come dal 1993 ad oggi si sia fatto “molto poco” per la preparazione delle truppe.
In alcuni recenti interventi nella trasmissione di LA7 “Tagadà” e al Tg La7 di Enrico Mentana, Tricarico ha espresso chiaramente la sua idea circa la guerra in Ucraina,
“Noi non dobbiamo assolutamente incoraggiare il transito nella Nato dell’Ucraina, cosa che purtroppo in maniera surrettizia, e qualche volta aperta, la Nato ha fatto. Semmai bisogna gettare acqua, e non benzina, sul fuoco, e soprattutto sulle aspirazioni dell’Ucraina.”
Nelle ultime ore, il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha fatto marcia indietro.
Collegato online con la Joint Expeditionary Force di Londra ha detto chiaramente che l’Ucraina “non diventerà un membro della Nato. Dopo anni dobbiamo riconoscere che non ci sono porte aperte”.
Che sia proprio questo un primo passo verso la Russia e un buon presupposto per proseguire il negoziato e arrivare alla pace?
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