Paola Gentile - 15 marzo 2022
L’Italia pronta per entrare in guerra? La circolare della Difesa spiegata
Meno congedi ed addestramenti warfighting, questi sono solo due dei punti della circolare dello Stato Maggiore Esercito divulgata via chat da Rifondazione Comunista che teme l’entrata in guerra.
Il conflitto russo-ucraino che si sta ormai consumando da venti giorni desta notevole preoccupazione, non solo tra gli attori in campo, ma principalmente tra i comprimari.
Se il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha escluso un intervento del nostro esercito nel teatro di guerra ucraino, la circolare dello Stato Maggiore Esercito, diffusa su alcune chat di messaggistica, sta destando parecchi timori non solo tra la popolazione, ma anche all’interno dei partiti politici.
Partendo dal presupposto che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa, tuttavia, dal momento che il nostro Paese fa parte dell’Alleanza Atlantica è obbligato a scendere in campo a sostegno delle truppe della NATO.
Il contingente italiano è già stato mandato a sostegno delle truppe del Patto per monitorare i confini dell’Europa, minacciata dalla guerra in Ucraina, confini che vengono sorvegliati anche dai bombardieri B-52 che sorvolano costantemente il nostro Paese, diretti verso Romania e Polonia.
Malgrado le rassicurazioni dell’Alto Rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, circa la posizione della Ue, e degli Stati Uniti che smentiscono categoricamente un intervento della NATO, è ugualmente scattata la psicosi.
Tutti a chiedersi se il rischio di un’entrata in guerra dell’Italia c’è davvero.
L’Italia pronta ad entrare in guerra: la circolare della Difesa
All’interno della circolare dello Stato Maggiore Esercito, che si sta diffondendo a macchia d’olio nelle chat di messaggistica, si legge che occorre valutare con attenzione i congedi anticipati, reparti in prontezza operativa “alimentati al 100%”, addestramento “orientato al warfighting”,
“provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria”.
Perché se la NATO, e di conseguenza l’Italia, non si appresta ad entrare nel conflitto sono stati allertati i comparti del nostro esercito?
La circolare è datata 9 marzo e si riferisce ai “noti eventi” e “alle evoluzioni sullo scacchiere internazionale”, all’interno della quale vengono date una serie di indicazioni interne in materia di:
- Personale;
- Addestramento;
- Impegno;
- Sistemi d’arma.
Al personale si chiede di valutare i congedi anticipati perché
“deve essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili”.
Le indicazioni sono anche per il personale in “ferma prefissata” che “dovrà alimentare prioritariamente i reparti che esprimono unità in prontezza”.
Nel documento diffuso da Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, si indica anche di evitare per quanto possibile il “frazionamento delle unità” e di valutare le richieste sul territorio nazionale che dovranno essere avallate “a livello centrale”.
Anche gli “assetti sanitari” sono coinvolti e dovranno tenere in considerazione “i prioritari impegni” con relazione alle “forze in prontezza”. Le indicazioni, come specifica la circolare, sono da attuarsi “con effetto immediato”.
L’Italia pronta ad entrare in guerra: le rassicurazioni dello Stato Maggiore
Tuttavia, lo Stato Maggiore tiene a precisare che il documento è “ad esclusivo uso interno di carattere routinario” ed è una circolare
“con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti”.
L’Italia pronta ad entrare in guerra: il duro attacco di Rifondazione Comunista
Rifondazione Comunista ha apostrofato la circolare del 9 marzo dello Stato Maggiore Esercito come
“gravissima: il nostro esercito si prepara a combattere. È la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso”.
Secondo Rifondazione, i cittadini sarebbero tenuti all’oscuro delle reali intenzioni del nostro esecutivo circa l’impiego effettivo del nostro esercito nel conflitto russo-ucraino.
“Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell’Esercito di questo tenore. A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina”
hanno proseguito Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea che hanno diffuso la circolare dello Stato Maggiore Esercito.
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