Paola Gentile - 28 giugno 2022
La Nato rafforza i confini: militari e mezzi impegnati, ecco dove
L’Alleanza Atlantica blinda i propri confini ad est e potenzia le sue unità terrestri, marittime e aeree.
L’invasione russa in Ucraina ha cambiato sia il modo di fare guerra, sia la percezione del pericolo.
Le insidie che possono giungere da est, Russia in testa, seguita dalla bellicosa Cina, spaventano la Nato che blinda i suoi confini, mettendo in campo uno spiegamento di forze come mai prima d’ora.
“Se l’Ucraina perde, perdono tutte le democrazie”, aveva detto qualche giorno fa il premier italiano Mario Draghi, impegnato con gli altri leader degli Stati membri della Nato a Madrid, dove verranno prese importanti decisioni per il futuro e la stabilità del mondo intero.
L’escalation che potrebbe comportare la guerra in Ucraina, facendo divampare un conflitto in Europa, non si limita al solo ex stato sovietico.
Le dichiarazioni dell’ex presidente russo Medvedev lanciano più di un segnale in tal senso.
L’Europa è in subbuglio, tanto che Paesi neutrali come Finlandia e Svezia hanno fatto domanda per aderire alla Nato e l’Ucraina ha fatto di tutto affinché la Commissione Ue accelerasse la sua pratica, assicurandosi lo status di candidata all’adesione dall’Unione europea.
“La Russia ha scelto il confronto invece del dialogo. Ce ne rammarichiamo, ma ovviamente, allora dobbiamo rispondere a quella realtà” ha detto nel suo discorso il Segretario generale Nato Jens Stoltenberg che ha annunciato un rafforzamento delle capacità della Nato con l’ausilio di 300mila unità.
Militari e mezzi: come la Nato rafforzerà i confini
Nemmeno ci trovassimo davanti ad una partita di tennis, le potenze in campo si sfidano in un duello serrato. Se la Russia minaccia qualunque Stato si avvicini all’Alleanza Atlantica, questa serra i ranghi e si prepara al peggio.
Dalla prima volta dopo la Guerra Fredda, la Nato rafforza le proprie capacità con un aumento militare di ben 300mila unità, dalle 40mila attuali.
A beneficiare del potenziamento sarà il fianco orientale, “dove i nostri battlegroups saranno elevati a livello di brigate di combattimento. Trasformeremo la Nato e aumenteremo il numero delle forze di pronto intervento fino a oltre 300mila effettivi”. Lo ha annunciato il Segretario generale Jens Stoltenberg alla presentazione del vertice Nato che si terrà da oggi fino al 30 giugno nella capitale spagnola.
La risposta dell’Alleanza Atlantica si comporrà di:
- Unità terrestri, marittime e aeree, impiegabili in tutto il mondo e in molteplici operazioni.
Dove interverrà la Nato
Con i suoi militari e i mezzi a disposizione, la Nato incrementerà il suo contingente sul fianco est dell’Europa, quello più vicino alla Russia, con particolare attenzione agli Stati Baltici, nella speranza che “Putin capisca le conseguenze di attaccare un Paese Nato, cosa che provocherebbe la risposta del tutta l’Alleanza” ha aggiunto Stoltenberg, che si è detto preoccupato per l’aumento delle capacità militari russe a Kaliningrad e delle tensioni tra Russia e Lituania.
Inoltre, le unità di combattimento della Nato sul fianco orientale saranno potenziate come rinforzi rapidi a livello di brigata, con migliaia di truppe preassegnate in attesa nei Paesi più a ovest come la Germania.
Il summit di Madrid servirà proprio a prendere delle importanti decisioni per il nuovo Strategic Concept da qui al 2030. Nel corso della riunione, verrà stabilito che la Russia è la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza dell’Alleanza Atlantica e la Cina sarà rappresentata, per la prima volta, come una delle sfide future della Nato.
Il nuovo modello di forza punta a sostituire la NRF (Nato Response Force) e:
“fornire un pool più ampio di forze ad alta prontezza in domini, terra, mare, arie e cyber, che saranno preassegnate a piani specifici per la difesa degli alleati”.
Una strategia, quella che verrà attuata dalla Nato, che le consentirà di rispondere con più forze e in breve tempo ad un’eventuale degenerazione del conflitto.
Come cambierà la posizione della Russia
Se nel vertice di Lisbona del 2010, la Russia era stata consacrata come partner strategico, in quello di Madrid è il nemico numero uno.
“Mi aspetto che gli alleati a Madrid indicheranno la Russia come la principale e la più immediata minaccia per la nostra alleanza” ha rimarcato Stoltenberg.
Sull’ipotesi di un bilaterale tra Joe Biden e Recep Tayyip Erdogan, per discutere tra le altre cose dell’opposizione della Turchia all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, non si sbilancia.
Secondo il consigliere per la Sicurezza nazionale, il presidente sta seguendo la questione molto da vicino, “il suo team sta lavorando con finlandesi, svedesi e turchi e io al telefono quotidianamente con i miei colleghi dei tre Paesi. Vediamo come andranno le cose”.
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