Paola Gentile - 18 luglio 2022
La Russia minaccia la fine del mondo: ecco in quale caso
Il numero due del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev torna a terrorizzare il mondo. Ci sarà una guerra globale se l’Ucraina invaderà un territorio caro alla Russia.
La Russia torna a minacciare la fine del mondo, se l’Ucraina oserà invadere un preciso territorio.
Stiamo parlando, ovviamente della Crimea, occupata ed annessa de facto dal Cremlino nel 2014 quando, in seguito a votazioni considerate dalla comunità internazionale “dubbie”, è diventata il prolungamento dei territori russi.
A paventare scenari da Apocalisse è il numero due del Consiglio di Sicurezza della Russia, l’ex presidente Dmitry Medvedev che ha usato parole incandescenti dinnanzi ad un gruppo di veterani riuniti a Volgograd.
Come riporta Interfax e ripreso da Open, il consigliere di Vladimir Putin ha lanciato un nuovo anatema contro l’Ucraina e l’Alleanza Atlantica, precisando che se verranno adottati certi comportamenti, lo scontro sarà inevitabile e l’Ucraina vivrà il “giorno del giudizio”.
Medvedev non è nuovo ad esternazioni di questo genere. In precedenza, non hai mancato di esprimere tutto il suo disappunto e sprezzo retorico verso situazioni o momenti che non gli andavano particolarmente a genio.
Difficile intuire fin dove arrivi la persona e dove subentri il personaggio, fatto sta che le sue parole sono destinate a far discutere.
Fine del mondo ci sarà, se…
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha minacciato la fine del mondo se “ l’Ucraina dovesse provare a riprendersi la Crimea ”, occupata e annessa alla Russia nel 2014 e mai riconosciuta territorio russo da parte della Comunità internazionale.
Il fatto che Ucraina e Nato non riconoscano la penisola sul Mar Nero tra i possedimenti russi, genera “una minaccia sistemica” ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, e questa mancata presa di coscienza potrebbe dare vita ad uno scontro diretto tra Mosca e i Paesi dell’Alleanza Atlantica.
Se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dichiarerà di voler riconquistare la Crimea, “gli ucraini affronteranno il giorno del giudizio. Sarà la fine del mondo ”.
L’ex capo del Cremlino ha detto anche che la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi in Ucraina e i tentativi di “resistere fino all’ultimo ucraino porterà al collasso dell’attuale regime politico” di Kiev.
Delle affermazioni che arrivano dopo che lo stesso Zelensky aveva annunciato, mesi fa, che l’Ucraina accetterà una pace con la Russia solo quando questa ritirerà le sue truppe dalla Crimea e che non siederà al tavolo delle trattative finché i territori dell’Ucraina non torneranno ad essere quelli del 23 febbraio 2022, cioè prima della guerra.
Medvedev e la retorica delle sue parole
Vi abbiamo già detto che il braccio destro di Putin non è nuovo a dichiarazioni retoriche e sarcastiche nei confronti delle situazioni che non gli aggradano.
Qualche settimana fa aveva riversato tutto il suo odio nei confronti dell’Occidente, e più volte si è fatto beffe dei leader europei. Ha ironizzato sulle dimissioni di Boris Johnson in Gran Bretagna e di quelle di Mario Draghi in Italia, scrivendo su Telegram: “Cadono sempre gli amici dell’Ucraina”.
Il tutto condito da varie minacce su escalation militare e nucleare. Infine, sempre con riferimento alla Crimea, non è mancata la stilettata diretta verso Kiev.
“Se un altro nazionalista pazzo o un debole personaggio da operetta diventa capo dello Stato in Ucraina, allora dovremmo aspettarci un conflitto, fino a un attacco”.
Sono lontani anni luce i tempi in cui alla guida della Russia, a cavallo tra un governo di Putin e l’altro, Medvedev si mostrava conciliante, quasi democratico e prometteva una maggiore libertà di stampa.
La risposta di Kiev
La replica di Kiev alle parole di Medvedev non si è fatta attendere. Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhailo Podolyak ha detto: “L’ex presidente russo è una piccola persona dimenticata dalla Storia che cerca di mostrarsi seria e minacciosa, ma che in realtà suscita solo pietà”.
Nel frattempo, i missili russi continuano a cadere sull’Ucraina martoriata e Zelensky opera un repulisti tra i suoi fidati servizi di intelligence, licenziando il capo degli 007 Ivan Bakanov e la procuratrice generale Iryna Venediktova, che si era occupata delle inchieste sui crimini di guerra russi in Ucraina.
Bakanov è ritenuto responsabile per non aver saputo vigilare, favorendo così l’accesso facile dei russi all’interno di zone cruciali dell’Ucraina, a partire da Cherson.
“Ho deciso di rimuovere il procuratore generale dal suo incarico e il capo del Servizio di sicurezza dell’Ucraina dalle sue funzioni. Ad oggi, sono stati registrati 651 procedimenti penali riguardanti alto tradimento e attività di collaborazione di dipendenti di procure, e altri organi” ha comunicato Zelensky in un video.
Il presidente ucraino parla di “ collegamenti scoperti tra i dipendenti delle agenzie di sicurezza dell’Ucraina e i servizi speciali della Russia ” che sollevano questioni molto serie per i leader interessati. “Ognuna di queste domande vedrà una risposta adeguata”.
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