Luca Restivo - 12 ottobre 2022
Pensioni Vigili del Fuoco: perché non sono stati riconosciuti i sei scatti in tempo reale
L’ANPPE Vigili del Fuoco ha depositato il ricorso per il riconoscimento dei sei scatti in tempo reale per il personale in servizio.
Trentuno Vigili del Fuoco hanno depositato il ricorso al Tar del Lazio per censurare l’operato della Pubblica Amministrazione che per il personale in servizio ha espresso diniego in riferimento al calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) con inclusione dei sei scatti stipendiali in tempo reale.
Lo ha reso noto il presidente del sindacato ANPPE (Associazione Sindacale-Professionale Prevenzione Emergenze) Vigili del Fuoco, Fernando Cordella, in seguito al giudizio del 21 febbraio 2022 e il ricorso gerarchico trasmesso all’Amministrazione, ovvero al Ministero dell’Interno, e all’Inps in data 20 luglio 2022, a cui ha fatto seguito il ricorso depositato da trentuno Vigili del Fuoco il 12 settembre scorso.
L’oggetto del ricorso è il riconoscimento dei sei scatti in tempo reale, aspetto che non è stato preso in considerazione dall’Amministrazione (Ministero e Inps).
Il ricorso è stato depositato dall’avvocato Angelo Vittorio Giunta, responsabile legale del CTS del sindacato Vigili del Fuoco, patrocinante in Cassazione e specializzato in diritto amministrativo e amministrativo militare.
Perché non sono stati riconosciuti i 6 scatti in tempo reale
Nel ricorso si fa riferimento sia al personale in servizio sia a quello di imminente quiescenza e si evince che “quanto espresso dalla norma di legge 30 dicembre 2021 è costituzionalmente illegittimo in quanto con i principi costituzionali di cui artt.3, 36, 97 Cost., difatti, non comporterebbe l’erogazione immediata dei sei scatti stipendiali, a differenza di quanto indicato nell’art.6-bis del D.L. n.387 del 1987, che riguarda esclusivamente il Personale della Polizia di Stato”.
Un aspetto che, come sottolinea il presidente Cordella: “lede i diritti soggettivi dei ricorrenti posti in stato di quiescenza, ovvero sia gli interessi legittimi pretensivi dei ricorrenti”.
Nel caso di specie che riguarda i trentuno Vigili del Fuoco che hanno sottoscritto il ricorso, si ravvisa una “disparità di trattamento nei confronti di coloro che sono in servizio e al momento del trattamento di quiescenza non percepiranno i sei scatti stipendiali, a differenza di coloro i quali entreranno in quiescenza a decorrere dal 2028, i quali godranno in tempo reale i sei scatti stipendiali, al termine del trattamento fine servizio”.
Cosa succede a chi è in pensione
Nella parte del ricorso che riguarda il personale in quiescenza, si legge il riconoscimento dei sei scatti stipendiali, in seno al TFS e in tempo reale, ovvero sia tutti e sei, con applicazione retroattiva ai cinque anni dal momento della presentazione dell’istanza stragiudiziale di ricalcolo, oltre agli arretrati e agli interessi maturati fino all’effettivo soddisfo.
A questo proposito segnaliamo l’approfondimento sui sei scatti e il paragrafo riguardante proprio i Vigili del Fuoco (qui).
Sia per quanto riguarda il personale in servizio che in quiescenza, nel ricorso, viene sollevata la questione di legittimità costituzionale, sulla falsa riga delle ordinanze n. 06223 del 17 maggio 2022, considerato l’art. 98 della legge del 30 dicembre 2021.
“Il nostro compito è depositare in ogni TAR Regionale il ricorso per il riconoscimento dei sei scatti stipendiali ai sensi dell’art.1, comma 98 della legge 30 dicembre 2021 in tempo reale, in modo che anche la nuova Politica si accorga della discriminazione avvenuta nella passata legislatura e intervenga con un immediato correttivo” ha aggiunto Cordella.
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