Guido Scavazzin - 22 maggio 2024
Rinnovo del contratto, stop improvviso. Senza l’incontro con il Presidente non si può andare avanti
Rinnovo del contratto, nulla di fatto al secondo tavolo tecnico. I sindacati militari ribadiscono la necessità di un incontro preliminare con il Presidente del Consiglio.
Si è concluso appena adesso il secondo tavolo tecnico per il rinnovo di contratto del comparto Difesa al quale hanno preso parte le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, in rappresentanza delle Forze Armate, ed Eugenio Gallozzi, consigliere del ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri al quale è conferito l’incarico di Capo del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, in rappresentanza dell’Amministrazione.
Un incontro che purtroppo sembra essere stato infruttuoso, come riportato dai sindacati che ne hanno preso parte. Al momento, infatti, la trattativa per il rinnovo di contratto è in una fase di stallo, in quanto prima bisognerà sciogliere le riserve rispetto a quante sono effettivamente le risorse a disposizione.
Rinnovo di contratto, trattative ferme senza l’incontro con il Presidente Meloni
Ci eravamo lasciati dopo l’ultimo incontro dell’8 maggio scorso con la richiesta di incontro con il Presidente del Consiglio presentata dai sindacati delle Forze Armate. Un confronto necessario a fronte del fatto che con le risorse a disposizione si può a malapena incrementare la parte fissa dello stipendio recuperando metà del potere d’acquisto andato perso a causa dell’inflazione. Servono più soldi per distacchi e permessi sindacali, per incrementare gli straordinari e rivedere le indennità forfettarie.
Bisogna capire, quindi, qual è l’intenzione del Presidente del Consiglio: prima di allora è inutile sedere al tavolo visto che non è possibile determinare la distribuzione delle risorse tra parte fissa e accessoria.
Al momento, quindi, siamo a un punto morto per le trattative del rinnovo e difficilmente ci saranno sviluppi fino a quando il Presidente non scioglierà le riserve su cosa intende fare.
A tal proposito, i sindacati hanno rinnovato la richiesta di incontro chiedendo che possa avvenire il prima possibile così da poter riprendere le trattative con maggiore consapevolezza delle risorse a disposizione. Una richiesta di cui il Dirigente Gallozzi si farà portatore al fine da spingere il Primo Ministro a programmare l’incontro quanto prima. Un atto tra l’altro dovuto, visto che pochi giorni prima dall’avvio delle trattative per il rinnovo di contratto il Presidente ha comunque avuto modo di incontrare i sindacati delle Forze di Polizia.
Congedo parentale, svolta vicina?
Durante l’incontro di oggi è stato affrontato anche il tema riguardante il congedo parentale all’80% in favore del personale delle Forze Armate e di Polizia. Come spiegato da Francesco Gentile, uno dei fondatori del sindacato ASPMI, nell’articolo 1, comma 359, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, dove viene riconosciuto un mese di congedo parentale retribuito all’80% non è prevista l’esclusione nei confronti del personale militare.
Tant’è che anche l’Inps nella circolare esplicativa della misura - che ricordiamo con la legge di Bilancio 2024 si è arricchita di un’ulteriore mensilità retribuita all’80% - 60% dal prossimo anno, viene detto che questa si applica in favore di tutti i genitori lavoratori senza distinzione tra settore pubblico e privato.
Nonostante ciò, il Ministero della Funzione pubblica ha successivamente chiarito che tale agevolazione è preclusa al personale di Forze Armate e di Polizia, in quanto questo già gode di un trattamento di maggio favore (visti i 45 giorni retribuiti al 100%).
Una spiegazione che sarebbe legittima laddove poggiasse su valide argomentazioni, ma così non è in quanto nella normativa con cui viene maggiorata l’indennità sostitutiva da congedo parentale non sono previste esclusioni. Tant’è che le risorse stanziate basterebbero per coprire il riconoscimento in favore del personale in divisa.
Per questo motivo Francesco Gentile ha chiesto spiegazioni al dirigente Gallozzi, proponendo un intervento in favore della suddetta estensione. Quest’ultimo ha risposto dicendo che dovrà approfondire per accertare che effettivamente si tratta di un’esclusione immotivata. Laddove dovesse essere così farà quanto in suo potere per risolvere la situazione, riconoscendo anche a papà e mamme impiegate nelle Forze Armate e di Polizia il diritto a una retribuzione maggiorata nei primi due mesi di congedo (in aggiunta a quanto già la normativa riconosce in ruolo della specificità riconosciuta).
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