Paola Gentile - 5 gennaio 2023
Servizio Civile a rischio? Il governo Meloni taglia i fondi per 200 milioni: cosa sta succedendo
Il governo Meloni dà una sforbiciata ai fondi per il Servizio Civile, nei prossimi anni una riduzione consistente dei posti banditi.
Il servizio civile è a rischio? È la preoccupazione delle associazioni di fronte alla marcia indietro fatta dal governo Meloni che ha tagliato, e non potenziato, i fondi per il Servizio Civile.
Una sforbiciata da duecento milioni di euro e una consistente riduzione dei posti banditi per il Servizio Civile volontario, nato nel 2001 con la legge 64/01, che rappresenta per molti giovani dai 18 ai 26 anni un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale molto importante.
L’esperienza che si matura sul campo, alle prese con anziani nelle case di riposo o a contatti con realtà difficili, porta i giovani a maturare e ad avere consapevolezza di sé e di quello che vorranno fare da grandi.
“Si preferisce parlare di mini-naja o di leva obbligatoria” denunciano dalle associazioni in riferimento alla proposta (la prima) avanzata dal presidente del Senato Ignazio La Russa e la seconda dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Proprio Giorgia Meloni nel 2019, da candidata leader di Fratelli d’Italia, prometteva che una volta varcata la soglia di Palazzo Chigi avrebbe stanziato “ risorse strutturali per il Fondo Nazionale per il servizio civile , così da permettere ai tanti giovani che ne fanno richiesta di vederla accolta anziché rigettata per mancanza di risorse”.
Una promessa disattesa, come quella sul taglio delle accise, la benzina è schizzata alle stelle dopo il mancato rinnovo, ed è ormai virale il video (di alcuni anni fa) di Meloni da un benzinaio che denuncia i rincari e i costi del carburante puntando il dito contro il precedente governo, reo di non fare nulla.
Tempi lontani, ora bisogna fare i conti con i soldi che scarseggiano e i buoni propositi di quando Meloni era all’opposizione, adesso sono andati a farsi benedire.
Taglio fondi 200 milioni: Servizio Civile a rischio?
Il settimanale L’Espresso ha realizzato un pezzo in cui si parla del dietrofront di Meloni sul Servizio Civile. Anziché aumentare i fondi, li ha tagliati nella prima legge di Bilancio che porta la sua firma.
Nella manovra del 2022, i fondi per il Servizio Civile erano di 311 milioni di euro, ai quali si erano aggiunti altri 217 milioni a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nella legge di Bilancio 2023, il governo stanzia solo 111 milioni di euro, più altri 216 milioni di risorse europee. La conseguenza è logica: senza il Pnrr e con i soli fondi previsti dalla finanziaria i posti per il servizio civile verranno sensibilmente ridotti. Infatti, si passerà dalle 71.000 posizioni del bando 2022 alle circa 55.000 per il 2023.
Nel prossimo biennio (2024/2025), il numero dei posti banditi scenderà ancora, arrivando a 25.000.
“Un brutto segnale per i giovani che vogliono impegnarsi per il bene comune e mettersi al servizio del Paese, e per gli enti che stanno investendo sul Servizio Civile” commentano all’Espresso la Cnesc (Conferenza nazionale Enti per il Servizio Civile, CVSnet, il Fnsc (Forum nazionale Servizio Civile) e la Rappresentanza Nazionale dei Volontari.
Servizio Civile: si farà?
La risposta se il Servizio Civile si farà ancora è sì, ma in misura sensibilmente ridotta, come abbiamo indicato nel paragrafo precedente grazie ai dati forniti all’Espresso da Laura Milani, presidente della Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile.
Il Servizio Civile, infatti, può soddisfare un’idea di difesa contro la povertà, la precarietà sociale, le mafie, il dissesto idrogeologico, i terremoti, l’analfabetismo funzionale, il razzismo.
“Si parla molto di giovani però nella legge finanziaria non mi sembra di cogliere degli investimenti di prospettiva” ha aggiunto Milani che “poi le proposte sono la mini naja o la leva obbligatoria ” ed ha ricordato che il Servizio Civile mobilità grossomodo più o meno 50mila giovani l’anno.
I giovani non intravedono opportunità e gli Enti dovranno capire se conviene loro investire o meno in una progettazione che richiede tempo, energie ed fondi, alla luce di una manovra che indebolisce anziché aumentare le risorse in favore dei ragazzi.
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