Paola Gentile - 22 settembre 2022
Terza guerra mondiale: ecco quando potrebbe scoppiare e perché
La mobilitazione parziale, i referendum, la dottrina militare, lo spettro del nucleare: Putin mette sul tavolo tutti i presupposti per un conflitto mondiale.
La guerra in Ucraina è ad una svolta. Dopo quasi sette mesi di conflitto, la Russia ha deciso di procedere con la mobilitazione parziale, allertando 300.000 riservisti e procedendo con il referendum farsa nei territori peraltro già in mano ai russi (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia).
Molti analisti hanno apostrofato queste ultime mosse del capo del Cremlino come disperate, segno di crepe evidenti nel suo piano per “denazificare” l’Ucraina che lo spinse, il 24 febbraio scorso, ad invadere quello che è, di fatto, uno stato sovrano.
Da qui in avanti si potrà solo che peggiorare, andando incontro ad un’escalation militare che potrebbe avere davvero pochi eguali. Se fino ad oggi si era avuta la percezione che la Russia stesse facendo la fine degli Usa in Vietnam, con l’ipotesi nucleare sul tavolo (la prossima mossa di Putin), il rischio di finire tutti gambe all’aria è concreto quanto spaventoso.
Nel suo discorso fiume alla nazione, lo Zar ha dichiarato senza mezzi termini che la Russia non si piegherà al ricatto nucleare dell’Occidente e che anche loro sono in possesso delle armi nucleari e che non esiteranno ad usarle se si ventilerà il rischio di rendere schiava la loro madrepatria.
Una volta saputo della chiamata alle armi, molti russi sono fuggiti prendono d’assalto gli aeroporti. Una situazione che mette in evidenza il dramma che si sta consumando tra la popolazione civile russa e che di certo non impensierisce Putin, come pure a non farsi perdere il sonno sono le migliaia di soldati morti sul campo di battaglia.
Se la propaganda russa parla di 6.000 caduti russi e di 150.000 ucraini periti; le cose stanno diversamente. Secondo fonti estere occidentali, il numero dei morti e feriti dell’esercito russo corrisponderebbe a metà delle forze dispiegate, vale a dire tra i 70 e gli 80.000 uomini. Un bilancio terrificante.
Terza guerra mondiale: quanto è vicina?
Se il Donbass dovesse annettersi alla Russia tramite consultazione popolare, risultato scontato e ovvio, questo territorio sarebbe considerato da Mosca suo a tutti gli effetti e quindi un attacco in Donbass da parte delle forze ucraine equivarrebbe ad un attacco diretto nei confronti della Russia che, sentendo minacciati i propri confini (allargati), non esiterebbe all’“ uso delle armi nucleari ”.
La dottrina militare della Federazione Russa lo esplicita chiaramente. In caso di aggravamento del conflitto, l’intervento dei paesi occidentali, tra cui Regno Unito e Stati Uniti, risulta inevitabile.
Terza guerra mondiale: come risponderanno gli Usa
Sa la Russia dovesse scatenare una guerra nucleare in Ucraina, la risposta degli Stati Uniti sarebbe “devastante” attaccando nel Mar Nero per distruggere la flotta russa e in Crimea per colpire le basi del Cremlino. Sono le dichiarazioni di Ben Hodges ex comandante dell’esercito americano in Europa tra il 2014 e il 2018, che ha rilasciato una dettagliata intervista a Tom Cotterill e Chris Pleasance per il Mailonline.
La vendetta dell’America non si farà attendere e il presidente americano Joe Biden darà subito l’ok ad un intervento rapido e tempestivo.
La mossa del referendum potrebbe rappresentare un deterrente per gli ucraini a non proseguire oltre nella controffensiva ad Est che, peraltro, si sta rivelando vincente. Impauriti dal pericolo nucleare, i militari di Kiev potrebbero battere in ritirata e Putin ottenere una vittoria sebbene sia in ambasce sul campo di battaglia.
Come abbiamo visto, la risposta degli Usa e della Gran Bretagna sarebbe tempestiva, con durissimi attacchi versi gli avamposti strategici per l’esercito russo.
Il rischio di una terza guerra mondiale in Ucraina è forte e drammatico. Le conseguenze potrebbero essere incalcolabili, non solo per la popolazione locale ma anche per il resto dell’Europa.
Con la diplomazia completamente annientata, l’eventualità che Putin giunga a più miti consigli è davvero un’utopia. La verità è che non si fermerà finché non avrà raggiunto il proprio obiettivo, non fosse altro perché se si ritirasse senza aver ottenuto (almeno in parte) quello per cui ha intrapreso questa guerra dovrebbe dichiararsi non solo sconfitto, ma perderebbe anche la faccia.
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