Luna Luciano - 11 marzo 2022
Armi chimiche Russia: quali sono e quali conseguenze in caso di utilizzo in Ucraina
Usa e Granbretagna lanciano l’allarme: la Russia potrebbe usare le sue armi chimiche in Ucraina. Ecco quali sono e quali potrebbero essere le conseguenze.
L’ombra della minaccia delle armi chimiche si allunga su Kiev e sull’intera Europa. Mentre in queste ore la Russia ha accusato gli Stati uniti di star preparando delle armi chimiche nei laboratori ucraini, gli Usa e la Gran Bretagna hanno espresso preoccupazioni sulla possibilità che sia invece la Russia a impiegare tali armi sul campo di guerra. E così sembrerebbe.
La guerra Russia-Ucraina sarebbe entrata infatti in una nuova fase. La Russia - stando a quanto riportato dal Corriere della Sera - avrebbe ammesso l’uso di armi chimiche e armi termobariche. Se sulle prime ancora non si hanno prove certe, se non la denuncia di Kiev, delle armi termobariche si è invece certi.
Il ministero della Difesa russo ha infatti confermato l’utilizzo di lanciarazzi TOS-1A, che sparano missili termobarici. Eppure, se queste armi sono ammesse in un conflitto, ma non sui civili, le armi chimiche sono invece vietate dalla convenzione dell’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche). Ma quindi cosa sono le armi chimiche? Quali sono in mano alla Russia e quali possono essere le conseguenze se impiegate in Ucraina? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Armi chimiche: cosa sono?
Con il termine armi chimiche si intendono quelle armi che utilizzano una sostanza chimica tossica per causare morte o danni intenzionali. Qualunque arma o strumento utilizzato per creare, lanciare e rilasciare le sostanze chimiche viene definito arma chimica. Quindi rientrano nella definizione anche bombe, missili, proiettili di artiglieria, mine e anche alcune tipologie di carrarmati.
Le armi possono essere classificate o suddivise a seconda degli agenti chimici impiegati. Stando quindi alla descrizione dell’Opac (od Opcw), troviamo:
- Gli agenti soffocanti dispersi come gas, i quali infliggono danni principalmente alle vie respiratorie. Queste sostanze, quando inalate, fanno sì che gli alveoli secernano un liquido che di fatto annega le persone colpite. Tra le sostanze impiegate si annovera il Cloro (Cl), la Cloropicrina (PS), il Difosgene (DP) e il Fosgene (CG).
- Gli agenti blister sono considerate le armi chimiche più comuni dall’Opac. L’inalazione o il contatto con queste sostanze possono bruciano la pelle, gli occhi e l’apparato respiratorio. L’esposizione a queste sostanze, creando delle vesciche cutanee spesso pericolose, causano cecità o danni permanenti al sistema respiratorio. Tra le più conosciute, la mostarda di zolfo (H, HD), la mostarda di azoto (HN – azotipirite).
- Gli agenti del sangue invece alterano la capacità delle cellule di utilizzare e/o trasferire l’ossigeno, provocando il soffocamento e danni agli organi vitali. Tra le sostanze troviamo l’acido cianidrico (AC) - usato nelle camere a gas nella Seconda guerra mondiale - il cloruro di cianogeno (CK) e l’arsina (SA).
- Gli agenti nervini sono invece tra le armi chimiche più letali. Queste agendo per inalazione o contatto bloccano un enzima (acetilcolinesterasi) del sistema nervoso. Provocano quindi una iperstimolazione di ghiandole, muscoli e nervi portando a convulsioni, paralisi e morte. Tra questi troviamo il Tabun (GA), il Sarin (GB), il Soman (GD), la Ciclosarina (GF).
Infine, forse non tutti sanno che l’Opac classifica come armi chimiche anche gli agenti antisommosse come lo spray al peperoncino e i lacrimogeni solo se utilizzati per scopi di guerra, è invece legale che uno Stato li utilizzi come deterrenti in caso di sommosse.
Quali sono le armi chimiche in mano alla Russia?
Dopo aver spiegato cosa sono le armi chimiche, è naturale domandarsi quali armi chimiche sono in mano alla Russia.
Ufficialmente non abbiamo alcun dato certo, anche perché stando ai report dell’Opac, la Russia avrebbe completato la distruzione delle sue 40mila tonnellate di armi chimiche nel 2017. Eppure, benché questi siano i dati ufficiali, Kiev ha denunciato l’uso di sostanze chimiche sui civili. Un fatto gravissimo che comporterebbe la violazione della convezione dell’Opac, che vede aderire oltre 190 Stati. La tensione, quindi, continua a salire in Europa, mentre si guarda alla guerra in Ucraina.
Ciò che è certo è che sono invece state impiegate armi termobariche, come confermato dal ministro della Difesa russo. Queste armi innescano una prima esplosione, rilasciando nell’aria una sostanza che consuma l’ossigeno presente, creando una forte depressione, che innesca una seconda deflagrazione con un’onda d’urto più lunga rispetto alle armi convenzionali. Il calore generato dalla detonazione è tale da uccidere le persone presenti nell’area colpita. Queste armi come detto non sono illegali, ma non possono essere usate contro i civili, né contro obiettivi militari se mette a rischio la popolazione, provocando “sofferenze non necessarie”.
Armi chimiche Russia: quali conseguenze se impiegate in Ucraina?
Nel caso in cui la Russia stia veramente impiegando armi chimiche nel conflitto, o decida di farlo in futuro, è naturale domandarsi quali possano essere le conseguenze. Un fatto simile, che comporterebbe la violazione della Conferenza, potrebbe vedere l’intervento dell’Opac. L’Organizzazione, inoltre dal 2000 ha firmato un trattato di collaborazione con la Nato.
Nel caso in cui uno Stato impieghi armi chimiche su un altro, l’Opac può pianificare programmi nazionali di difesa e intervenire direttamente. Infatti, stando all’articolo XII, paragrafo 4:
La Conferenza, in casi di particolare gravità, sottopone la questione, anche rilevanti informazioni e conclusioni, all’attenzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Questo potrebbe effettivamente comportare una presa di posizione dell’Onu e della Nato, che dovrebbero decidere se intervenire direttamente sul campo - cosa che si è sempre cercata di evitare per non espandere il conflitto su scala globale - o intervenire indirettamente.