Elsa Corniglio - 13 settembre 2021
Che cosa vuole l’Isis?
Con la situazione attuale in Afghanistan, si torna a parlare di Isis e possibili attacchi di terrorismo; ma cosa vuole davvero l’Isis?
L’Isis o Stato Islamico è il nome di un’organizzazione jihadista salfita attiva per la prevalenza in Iraq e in Siria e crede nei principi del fondamentalismo islamico. Per capire cosa vuole l’Isis, bisogna prima comprendere che cos’è ciò in cui l’organizzazione jihadista salfita crede.
Con la presa di Kabul da parte dei talebani, si torna a parlare di Isis e nello specifico, di possibilità di nuovi attacchi terroristici da parte dell’organizzazione estremista islamica contro l’Occidente; ma cosa vuole davvero l’Isis?
I principi dell’Isis
Lo jihadismo è un credo armato che invoca il dovere dello jihad, parola che nella lingua islamica denota un ampia gamma di significati. Secondo il significato letterale dell’espressione, jihad significa “sforzo” e denota l’impegno quotidiano di ogni singolo fedele nel migliorare se stesso in una lotta spirituale che si riversa anche nella società e che vuole raggiungere la fede perfetta.
Secondo i precetti del fondamentalismo islamico, il raggiungimento della fede perfetta non è solo un percorso da svolgersi a livello privato e individuale, intimo. Tutt’altro: il dovere dello jihad si riversa nell’intera costruzione della società, nei rapporti sociali e anche nella guerra santa e anti-europeista, che consiste nella salvaguardia della Dottrina anche ricorrendo alle armi.
Lo jihad può infatti essere offensivo o difensivo. Lo jihad difensivo sostiene la lotta alle invasioni straniere militari ma anche e soprattutto culturali. Lo jihad offensivo poi, legittima la lotta contro i non musulmani, al fine di convertirli o sottometterli.
Le contraddizioni dell’Isis e l’Occidente
Nonostante il gruppo dell’Isis dichiari di fondarsi sui principi islamici sunniti, molte volte diversi esponenti del mondo islamico hanno messo in dubbio la legittimità dell’organizzazione e il contrasto con l’ideologia della Dottrina.
Che la cultura europea e quella islamica possano nel profondo comprendersi è davvero difficoltoso. Per un europeo, comprendere le contraddizioni vigenti all’interno dello Stato Islamico può risultare impervio. Bisogna considerare però, che l’Isis - così come ogni organizzazione islamica - non ha alcuna distinzione tra Dottrina e vita.
Secondo l’ijtihād islamico, l’interpretazione dei testi sacri arriva a comprendere ogni aspetto della vita, compresa quella delle norme di regolazione giuridica, sociale, religiosa e privata. Tutto questo non avviene di certo nel Cristianesimo, che è ben diviso - per un fedele - dalla struttura politico-sociale della società.
Ideologia politica dello Stato Islamico
L’Isis è un’organizzazione che noi europei definiamo di fatto, estremista. Ciò significa che lo jihad globale è un dovere di ogni musulmano. Da questo segue un’interpretazione radicale e del tutto anti-occidente dell’Isis.
Coloro che non seguono la Dottrina sono infedeli e su questa base, l’Isis legittima la violenza - da cui derivano anche i ben noti attentati all’Occidente - per conseguire il proprio credo. Tutto ciò è inserito, tra l’altro, in un delicatissimo contesto di relazioni internazionali con radici storiche.
Cosa vuole quindi l’Isis?
L’Isis non solo condanna l’Occidente per la sua perdizione e per la tecnologia, cosa profondamente avversa al credo dell’organizzazione; ma si scaglia anche contro i più recenti califfati del territorio islamico per aver deviato dalla Dottrina pura verso una soluzione più moderna e aperta ai rapporti internazionali.
L’Isis vuole portare avanti la lotta in nome della Dottrina Islamica pura, originaria; vuole ristabilire uno Stato fondamentalista i cui obiettivi sono istituire uno Stato Islamico che segua I precetti originari della sharī’ah, ossia quel cammino che conduce alla luce, quella condotta morale, individuale e pubblica che porta a Dio.
Insieme alla creazione di uno Stato Islamico, l’Isis vuole ottenere diverse rivendicazioni territoriali che porta avanti già da più di un ventennio. Per farlo, l’Isis rivendica anche la distruzione di simboli e qualunque tipo di idolo in virtù di una cultura iconoclasta di derivazione bizantina.
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