Marta Zanierato - 3 febbraio 2022
Chi è al-Qurayshi: gli USA uccidono il leader dell’ISIS
L’operazione Usa pone fine alla vita di al-Qurayshi, il capo dell’Isis. Presto il presidente degli Stati Uniti farà una dichiarazione a riguardo.
Duro colpo all’ISIS da parte degli Stati Uniti d’America: il Presidente Biden ha annunciato la morte del numero uno del Califfato.
Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi si è fatto saltare in aria durante l’operazione USA nel nord della Siria.
Era il successore del califfo Abu Bakr al-Baghdadi, capo dell’ISIS e attualmente il terrorista più ricercato al mondo.
Chi era al-Qurayshi
Di lui si sa che è nato da una famiglia di origine turkmena nella città di Tal Afar, a circa 80 chilometri da Mosul, in Iraq. Figlio di un predicatore sunnita, come al-Baghdadi, era un profondo conoscitore dei testi sacri, oggetto dei suoi studi universitari.
Prima di abbracciare il terrorismo islamista, al-Qurayshi è stato ufficiale dell’esercito sotto la presidenza di Saddam Hussein,; faceva parte di quella schiera di soldati ex baathisti che hanno poi messo a disposizione dell’ISIS le loro capacità militari e tattiche.
La svolta avviene nel 2004, quando finì nel centro di detenzione di Camp Bucca. Erano gli stessi anni in cui vi è stato rinchiuso anche al-Baghdadi. E in prigione, come altri suoi futuri compagni, si è radicalizzato, spinto dalla presenza di altri leader islamisti e dalle notizie sui soprusi da parte dei militari USA nel carcere di Abu Ghraib.
Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi era conosciuto con il nome di battaglia di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, dopo essere divenuto il leader al seguito dalla morte del califfo al-Baghdadi. In audio diffuso dall’agenzia di stampa AMAQ il 31 ottobre 2019 venne ufficializzata la morte del fondatore di Daesh, e fu rivolto un appello che invitava tutti i mujaheddin a giurare fedeltà al nuovo califfo. In quel messaggio venne inoltre invocata guerra contro l’Occidente, all’epoca guidato da Trump.
Secondo l’Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani in Siria, nel blitz delle scorse ore, sarebbero morte almeno 13 persone, tra cui donne e bambini.
Nessun soldato americano, invece, sarebbe rimasto ferito, pur essendo intervenuti direttamente. Come confermano i media Usa, quello di oggi è stato il raid più importante nella provincia di Idlib dall’assalto americano del 2019, in cui morì proprio il fondatore dell’auto proclamatosi Stato Islamico.
La dichiarazione del presidente degli Stati Uniti
L’operazione Usa nel nord della Siria è stato il raid più grande nella provincia dall’attacco americano del 2019, che portò all’uccisione dell’allora leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi.
Lo riferiscono i media statunitensi. Il blitz, condotto dalle forze speciali USA, è durato due ore e ha interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, un’area costellata da campi profughi siriani.
Il capo dell’ISIS Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi è morto facendosi esplodere. La bomba avrebbe ucciso anche membri della sua famiglia. Lo riferisce un alto dirigente dell’amministrazione Usa.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ammesso:
“Ieri sera, sotto la mia guida, le forze militari statunitensi nel nord-ovest della Siria hanno intrapreso con successo un’operazione antiterrorismo per proteggere il popolo americano e i nostri alleati e rendere il mondo un posto più sicuro. Grazie all’abilità e al coraggio delle nostre forze armate, abbiamo portato via dal campo di battaglia Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, il leader dell’ISIS. Tutti gli americani sono tornati sani e salvi dall’operazione. Consegnerò osservazioni al popolo americano più tardi questa mattina. Possa Dio proteggere le nostre truppe."
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