Simone Micocci - 4 giugno 2019
Conviene ancora arruolarsi come VFP?
Sono sempre meno i volontari in ferma prefissata; il generale Graziano lancia l’allarme per la crisi dell’arruolamento. Ma perché oggi non conviene più arruolarsi come VFP?
Sono sempre di meno i giovani che decidono di arruolarsi come volontari in ferma prefissata nei corpi delle Forze Armate italiane, quali Esercito, Marina e Aeronautica militare.
Per la prima volta dopo tanti anni, infatti, in Italia è in atto una vera e propria crisi di arruolamento visto che sempre meno giovani decidono di intraprendere l’anno da volontario in ferma prefissata. A lanciare questo allarme è stato anche l’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa - il generale Claudio Graziano, oggi sostituito da Enzo Vecciarelli- che nel corso di una delle sue ultime interrogazioni tenuta davanti alle commissioni Difesa della Camera e del Senato ha chiesto la reintroduzione del meccanismo della riserva assoluta.
Conviene ancora arruolarsi come VFP? La riserva assoluta
Ci sono diverse cause infatti alla base di questo problema e una di queste è quella per cui l’anno di militare volontario non assicura al giovane una carriera duratura all’interno delle Forze Armate. Fino a qualche anno fa, infatti, solamente a coloro che avevano svolto almeno il servizio annuale come volontari in ferma prefissata era permesso di prendere parte ai concorsi per il reclutamento nelle Forze Armate e di Polizia.
Questo era appunto il meccanismo della riserva assoluta, oggi abrogato a vantaggio dei giovani civili che possono iscriversi alle varie selezioni anche senza aver maturato alcuna esperienza all’interno delle Forze Armate.
Ancora oggi per chi vanta un’esperienza come VFP1 - o in caso di rafferma quadriennale come VFP4 - sono previste alcune agevolazioni nell’ambito dei concorsi pubblici per le Forze Armate, ma a quanto pare queste non sono sufficienti per spingere i giovani ad arruolarsi. Nel dettaglio i congedati VFP possono partecipare ai concorsi per il reclutamento nei ruoli alla base delle varie Forze dell’Ordine anche se in possesso della sola licenza media, mentre per i civili il titolo di studio richiesto è il diploma di maturità.
Per quanto riguarda il limite di età, invece, questo è di 28 anni (non compiuti) mentre per i civili è stato abbassato a 26 anni. Tuttavia il fatto che la maggior parte dei posti a disposizione nelle varie selezioni sia riservata ai civili rende più difficile dare continuità al percorso intrapreso partendo da volontari.
Reintroducendo il meccanismo della riserva assoluta, quindi, il ruolo dei VFP potrebbe recuperare una parte dell’appeal perduto.
Il problema economico
C’è però un altro problema che potrebbe celarsi dietro alla crisi di arruolamento nei VFP ed è di tipo economico. Lo stipendio - o meglio la paga dei VFP - è molto bassa e manca di alcune indennità riconosciute al resto dei dipendenti pubblici. Nel dettaglio, come indicato dal riordino, la paga per ogni giorno di lavoro effettivo è pari a 32,31 euro, per uno stipendio mensile che varia dagli 800 ai 900€. Ma ci sono altri fattori da considerare: ad esempio ai volontari in ferma prefissata - sia per il primo anno che nel caso della rafferma quadriennale - non è riconosciuta la tredicesima mensilità.
A differenza del resto dei dipendenti pubblici (e privati), quindi, i giovani militari nel periodo che precede il Natale non ricevono alcuna retribuzione aggiuntiva.
La paga naturalmente viene maggiorata nel caso in cui si facciano straordinari, ma anche qui c’è un appunto da fare.
Nel periodo come volontari, infatti, gli straordinari vengono pagati secondo la formula 1:3. Quindi, ogni tre ore di straordinario ne viene pagata una sola.
Infine c’è il discorso legato alla contribuzione: nel dettaglio, il servizio come VFP è riconosciuto ai fini pensionistici, ma non è l’INPS a versare i contributi bensì il militare a dover pagare di tasca propria nel caso in cui volesse riscattarlo.
Insomma ecco spiegato perché secondo molti giovani al giorno d’oggi non conviene più arruolarsi come VFP; molti, infatti, preferiscono prepararsi fin da subito per i concorsi pubblici finalizzati al reclutamento in pianta stabile - e meglio pagato - nei vari comparti nelle Forze Armate.