Aurora Marinaro - 20 febbraio 2025
SIM Marina, basta camuffare la reperibilità con la rintracciabilità
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Basta confondere la rintracciabilità con la reperibilità: se richiesta deve essere riconosciuta. Lo chiede il SIM Marina.
La reperibilità è un peculiare istituto che si ritrova in certe professioni ed è sovente fondamentale per mandare avanti l’intera macchina organizzativa, perché il lavoratore è tenuto, durante il proprio periodo di reperibilità, a rientrare in ufficio su chiamata. I militari rappresentano un caso oltremodo particolare perché su di loro già ricade il dovere generale di rintracciabilità che, sebbene sia completamente differente dalla reperibilità, viene non infrequentemente fatto passare come dovere di reperibilità.
Il fraintendimento è infatti spesso sfruttato per fronteggiare le esigenze dell’amministrazione militare, usando il dovere di rintracciabilità come giustificazione a richieste non previste. In parole semplici: il personale non soggetto alla reperibilità non solo non è retribuito per la stessa ma è costretto a riprendere servizio, su chiamata e quindi con tempistiche assolutamente ignote e non preventivabili per il militare, con limitazioni importanti alla vita personale, familiare e con un crescente stress. Il SIM Marina si è fatto portavoce delle istanze dei militari, ormai stremati da un meccanismo scorretto e deleterio per la stessa Forza Armata.
Reperibilità o rintracciabilità? Facciamo chiarezza
Reperibilità e rintracciabilità non sono affatto sinonimi, né dal punto di vista semantico, né tantomeno come istituti. Chi è rintracciabile deve, appunto, lasciare traccia di sé ed è per questo che vengono lasciati al Comando indirizzo e numero telefonico, mentre chi è reperibile è anche disponibile per prendere servizio. Il dovere di rintracciabilità ricade su tutto il personale militare, senza distinzione di grado o Forza Armata. La particolarità della professione militare impone infatti doveri del tutto peculiari, da cui deriva proprio la specificità delle Forze Armate.
Tutti i militari, come detto, devono comunicare all’Amministrazione un domicilio e dei recapiti, così da poter essere raggiunti da comunicazioni urgenti e indifferibili. Chiaramente, possono esserci circostanze di eccezionalità per cui si renda necessario richiamare il personale necessario. Questo dovere scaturisce direttamente dallo status di militare e non è infatti oggetto di una specifica remunerazione. All’obbligo del militare di essere rintracciabile, ossia essere rintracciato dall’Amministrazione in caso di bisogno, si trova il parallelo dovere del Comando di imporre il rientro soltanto per esigenze davvero straordinarie. In questi casi, il personale è obbligato a recarsi presso la sede di riferimento nel più breve tempo possibile, fatti salvi gli eventi fortuiti e le cause di impedimento gravi e comprovate. Il dovere di rintracciabilità si intreccia infatti con la completa disponibilità al servizio che grava sul personale, limitatamente alle circostanze straordinarie.
La reperibilità, invece, impone la prontezza al servizio: in caso di chiamata il militare deve raggiungere la sede entro un massimo di 2 ore. Non si tratta di un obbligo generalizzato, che infatti può essere disposto in modi e tempi limitati e adeguatamente compensato. In particolare, la reperibilità può essere disposta soltanto per periodi di almeno 12 ore, per un massimo di 6 giornate feriali e 2 festive nello stesso mese. Quanto alla retribuzione, prevede il riconoscimento di un’ora di lavoro straordinario per ogni periodo di 12 ore, oltre all’eventuale compenso per il servizio attivo. Si può quindi capire che questo istituto è molto differente dalla generica rintracciabilità cui sono tenuti i militari, non presupponendo peraltro requisiti di urgenza o similari. Come anticipato, queste definizioni sulla carta differiscono, purtroppo, dalla realtà dei fatti per il personale militare.
Rintracciabilità o reperibilità? Un confine spesso superato
Il SIM Marina sta affrontando con grande attenzione il tema sopra enunciato, la confusione - intesa come vera e propria mescolanza - tra rintracciabilità e reperibilità. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, la prima viene utilizzata per bisogni che poco o nulla hanno a che fare con la reperibilità. Non si tratta di esigenze eccezionali, né tanto meno il personale è oggetto di reperibilità e quindi remunerato di conseguenza. Paradossalmente, il meccanismo si fa ancora più gravoso, portando alle stelle i disagi del personale, che non ha limitazioni temporali neanche riguardo alle festività. Diritti che invece la reperibilità vera e propria prevede. Nel mondo della Marina Militare sono in particolar modo gli uomini e le donne delle Capitanerie di Porto, ad essere gravati da questo problema, come ci racconta il sindacato che percepisce un sensibile scoramento del personale.
La questione è di un’evidenza disarmante e, proprio per questo, decisamente preoccupante: con lo scudo della rintracciabilità il personale è chiamato al servizio, lavorando a tutti gli effetti con un obbligo di reperibilità senza tutele, compensi e soprattutto limiti. La disciplina militare, il rispetto della gerarchia e in parte anche la discrezionalità affidata ai superiori, continuano tuttavia a limitare la tutela del personale. La paura di subire ripercussioni nella carriera per cui tanto si è sacrificato mette a tacere ogni obiezione, come accade in diversi settori professionali ma in modo amplificato dalle circostanze specifiche. Molti, purtroppo, sono oggi delusi e scoraggiati da un meccanismo tanto errato. La stortura sta diventando parte della vita ordinaria, ripercuotendosi duramente sul benessere psicofisico del personale. Lo stress da lavoro correlato e l’equilibrio con la vita personale sono sacrificati in maniera estrema, lasciando il personale dedito del tutto demoralizzato.
Non è un bene per i militari e le loro famiglie, ma nemmeno per la funzionalità stessa della Forza Armata, che dipende invece dalla valorizzazione e dal riconoscimento del personale. Nessun livello stipendiale e nessun beneficio possono infatti compensare i sacrifici che comporta la professione militare, apprezzare e stimare i militari è dunque essenziale. D’altra parte, la questione è alla base anche dell’attrattiva per la professione, in continuo calo. Il sindacato rappresentativo della Marina Militare ci ha anche dato atto che i Comandanti che dispongono queste “reperintracciabilità”, che appaiono tra incudine e martello, potrebbero purtroppo avere ripercussioni penali e disciplinari in ragione di questi ordini. Il bisogno di far fronte agli obblighi imposti dall’Amministrazione richiede sì soluzioni, ma stante l’attuale carenza di organico, che non possono risolversi bypassando la norma e sovraccaricando il poco personale ancora presente.
Per questo motivo il SIM Marina ha usato la via maestra, formalizzando all’amministrazione una ferma lettera con la quale chiede una direttiva inequivoca e non soggetta a interpretazione che definisca, una volta e per sempre, la questione. Un atto dovuto, considerata la presenza di passate, ma non remote, circolari che apertamente richiamavano alla sostanziale reperibilità usando l’artifizio lessicale della rintracciabilità.
Leggi anche: Marina Militare, lo scoraggiamento del personale mette a repentaglio la Forza Armata
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