Paola Gentile - 4 febbraio 2022
Cosa vuole la Russia: i motivi delle ultime tensioni con Ucraina e USA
La corsa agli armamenti, le truppe al confine ucraino, le prove muscolari sono soltanto un modo per spingere gli USA e la NATO a non accerchiare la Russia.
Le ultime vicende di questi giorni ci pongono inevitabilmente davanti a un quesito: cosa vuole la Russia?
Le tensioni al confine ucraino si fanno giorno dopo giorno sempre più aspre. La percezione è che il punto di rottura sia vicino e sembrano non bastare più le rassicurazioni di Putin agli USA circa una distensione qualora l’Ucraina rispettasse i principi del patto di Minsk che posero fine alla guerra dell’Ucraina orientale, al successivo disarmo, al rilascio dei prigionieri e a maggiori poteri da parte dell’Ucraina alle regioni di Doneck e Lugansk.
Tuttavia, il leader russo Vladimir Putin, non nuovo ad azioni di forza, una su tutte l’annessione della Crimea nel 2014, vuole “sfruttare” la situazione Ucraina, fare leva su di essa con lo scopo di spingere gli USA ad avviare un negoziato con la Russia, che non gioverebbe al Paese guidato da Joe Biden.
Frattanto che gli Stati Uniti minacciano sanzioni alla Russia, ventilandone l’isolamento, nei giorni scorsi, la telefonata tra il premier italiano, Mario Draghi, e Putin ha disteso gli animi, ma quel lembo di terra che divide la madre Russia dal suo “cortile”, come viene definita l’Ucraina, è una polveriera.
Perché la Russia fa paura agli USA
La certezza di Putin è quella di poter fare leva sulle preoccupazioni di Washington circa una possibile alleanza russo-cinese, con il dragone che fa sempre più paura agli Stati Uniti che si vedrebbero ridimensionare drasticamente l’influenza americana su buona fetta d’Europa e di Asia. L’appoggio europeo alla linea atlantica è dato per scontato.
A un clima già abbastanza teso si aggiunge la decisione americana di ritirare parte del personale non essenziale dall’ambasciata di Kiev per ragioni di sicurezza, nel frattempo gli americani stanno rifornendo le forze armate ucraine in vista di un potenziale attacco russo.
Quello che pare certo nelle intenzioni del Presidente USA Biden è non cedere ad un accordo con la Russia, che una volta allentate le maglie NATO su di essa potrebbe riappropriarsi di quel raggio d’azione che, ad oggi, gli viene precluso proprio in virtù di quel monitoraggio, specie degli armamenti sovietici.
Inoltre, la Russia potrebbe stringere patti con Francia, Italia e Germania (dove ricordiamo è in fase di costruzione un altro grande gasdotto), e questo causerebbe nello scacchiere internazionale un’erosione ed un eventuale perdita di potere egemonico di Washington sull’Europa.
Il ruolo dell’Ucraina
D’altro canto, gli USA non avrebbero nessun interesse a difendere l’eventuale onore sovranista ucraino violato, ma si trovano quasi “obbligati” a scendere in campo poiché all’interno di quel territorio passa un importante gasdotto che rifornisce l’Europa, tra cui l’Italia.
Se la Russia dovesse “chiudere i rubinetti”, non basterebbero di certo gli approvvigionamenti americani tramite Qatar a garantire al vecchio continente il metano. Vero è che la Russia basa la quasi totalità della sua economia sull’esportazione di gas e un’ostilità prolungata, alla fine, potrebbe ritorcerglisi contro.
Il piano di Putin
Escluso un ritorno alla Guerra Fredda 2.0, Putin vuole dagli USA solo più garanzie:
- la NATO non deve reclutare nuovi membri che gravitano intorno ai territori russi;
- la NATO deve ritirare gli armamenti dell’Europa Orientale;
- l’Ucraina non deve aderire al Patto Atlantico.
L’obiettivo di Putin è frapporre quanti più territori possibili tra la sua nazione e i territori NATO, evitando l’effetto “accerchiamento” e vuole ottenerlo sfruttando l’Ucraina e avviando un negoziato con gli USA.
In seconda battuta, vorrebbe far tornare sotto l’aria di influenza sovietica quei territori dell’ex URSS considerati dal leader “paesi orfani”.
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