Aurora Marinaro - 16 luglio 2024
L’Unione Europea stanzia 13 milioni per le Forze Armate di questo Paese (non è l’Italia)
L’Unione europea ha stanziato 13 milioni di euro per le Forze Armate di questo paese, che non è nemmeno uno Stato membro. Cosa sta succedendo?
Ha fatto scalpore la notizia che l’Unione europea, promotrice della pace, dell’inclusione, della collaborazione e dei diritti umani, sta dedicando tanto impegno alla difesa armata, soprattutto per l’ultima decisione del Consiglio. L’Ue ha infatti stanziato ben 13 milioni per le Forze Armate di un paese, non è l’Italia (che pure non riesce a far fronte agli obbiettivi militari) e non è nemmeno uno Stato membro. È l’Albania a ricevere questo importante investimento finalizzato all’acquisto di veicoli corazzati leggeri multiuso per le forze terrestri.
Il Consiglio dell’Ue ha approvato anche un fondo da 5 milioni di euro per il Benin, interamente finalizzati a un aereo militare multiuso. Dove sono finiti i principi democratici che nel 2012 hanno valso il Nobel per la pace all’Unione europea? In tanti se lo domandano in queste ore, forse anche dimenticando che il contesto geopolitico è cambiato esponenzialmente negli ultimi 12 anni.
Il Fondo per la pace usato per far la guerra?
Forse fa storcere il naso pensare che svariati milioni di euro debbano essere prelevati dal Fondo europeo per la pace e impiegati per lo strumento militare, ma la contraddizione è soltanto apparente. Lo strumento europeo per la pace è necessariamente incentrato, oltre che sulla prevenzione dei conflitti, sul rafforzamento della sicurezza. Uno strumento fuori bilancio che, peraltro, è stato utilizzato anche per rimborsare gli Stati membri che sono stati a fianco dell’Ucraina
La guerra tra Russia e Ucraina ha riportato le potenze mondiali sull’attenti, soprattutto ricordando all’Europa che la pace difficoltosamente raggiunta poggia su equilibri stabili e che potrebbero essere richiesti più sforzi per preservarla. La difesa è da sempre un elemento chiave dell’Unione europea, fornendo agli Stati membri maggiori garanzie di protezione rispetto a quelle che potrebbero offrire singolarmente.
Senza dubbio, questo aspetto ha giocato un ruolo fondamentale anche per il mantenimento della pace che si deve all’Unione europea. Quest’ultima ha infatti dovuto rinnovarsi e prepararsi anche militarmente per stare al passo con lo scenario internazionale, soprattutto in un’epoca come questa in cui l’esposizione alle minacce è davvero alta.
C’è chi ritiene che si sia così snaturato il proposito stesso dell’Ue, forse però senza considerare che un maggiore sforzo per la difesa costante negli anni avrebbe ora garantito tutt’altra sicurezza.
In ogni caso, la decisione di supportare l’Albania con 13 milioni di euro per le Forze Armate è ormai insindacabile. È vero che non rientra al momento tra gli Stati membri, ma è altrettanto vero che l’Albania è candidata già da diversi anni e sta nel frattempo intrattenendo, non soltanto con l’Unione ma anche con i singoli Stati membri, relazioni di cooperazione davvero significative.
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13 milioni per le Forze Armate albanesi, la decisione dell’Ue
L’assistenza fornita dall’Ue a Tirana, tuttavia, non deve essere guardata soltanto nell’ottica di solidarietà, perché l’ottimizzazione della capacità militare albanse andrà a beneficio di tutti attraverso la partecipazione alle operazioni e alle missioni della Politica di sicurezza e di difesa comune.
Questo è aspetto è stato chiarito anche da Joseph Borrell, Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, che ha parlato anche “dell’apprezzamento per il pieno allineamento dell’Albania alla Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue”.
Che le relazioni internazionali debbano necessariamente prevedere compromessi non è certo un mistero, soprattutto quando la diplomazia è l’unica fonte di certezza in un clima internazionale incerto. L’Albania è considerato un Paese affidabile dall’Unione europea, che ne vaglia il comportamento e il rispetto dei diritti umani sin dal 2009, e la cooperazione potrebbe rivelarsi molto preziosa.
Nel frattempo, pesa ancora la mancanza di una strategia di difesa comune europea, rallentata anche dall’Italia, con le spese militari ancora troppo lontane dagli obiettivi. Ogni Stato membro ha poi le sue difficoltà interne, soprattutto quando vengono perse di vista le effettive priorità per la Difesa.
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