Maxcel Amo Manu, la storia del campione: origini, incidente e Paralimpiadi

Maxcel Amo Manu, la storia del campione: origini, incidente e Paralimpiadi

Maxcel Amo Manu è pronto a gareggiare alle finali di corsa delle Paralimpiadi, con già due ori alle spalle. Ecco la sua storia.

Maxcel Amo Manu ha realizzato ieri il miglior tempo alla corsa dei Giochi paralimpici di Parigi 2024, con soli 10’69’’. Proprio questa sera, lunedì 2 ottobre, gareggerà nella finale dei 100 T63, la categoria di atleti che ha subito un’amputazione sotto il ginocchio. I pronostici vedono Maxcel nuovamente campione, memori degli ori vinti l’anno scorso nei 100 e nei 200 metri. Oltre ai record sportivi, però, nella vita dell’atleta ci sono molti episodi che danno un esempio di tenacia e dedizione.

La capacità di Maxcel Amo Manu di superare le avversità è un insegnamento prezioso, così come la storia del tragico incidente che ha compromesso la sua gamba sinistra. Un incidente stradale che lo avrebbe portato alla morte se non fosse stato per il pronto intervento di Carmine, infermiere militare che ha assistito allo scontro e non ha esitato un momento ad accorrere e prestare il suo aiuto.

Oggi, con l’atleta che si accinge a gareggiare con la maglia nazionale al Mondiale di Parigi, è doveroso ripercorrere la sua storia e sottolineare non soltanto la sua caparbietà e il suo impegno, ma l’importanza dello spirito di solidarietà e di umanità che caratterizzano il suo percorso.

Maxcel Amu Manu, la storia dell’atleta paralimpico, da ex elettricista ad atleta pluripremiato

Maxcel Amu Mano compie la prima importante tappa del suo percorso di vita a soli 11 anni, quando da Kumasi (in Ghana) si trasferisce a Vedano, per raggiungere la mamma che già viveva e lavorava in Lombardia. Inizia le scuole medie in un anno di profondi cambiamenti, costretto a parlare una lingua che non conosce bene quanto il ghanese e l’inglese, ma superando presto anche le difficoltà iniziali.

Dopo essersi diplomato come elettricista e aver viaggiato per il mondo si trasferisce a Bologna, città dove vive la futura moglie Serena, conosciuta nel 2016, in cui lavora come elettricista e magazziniere. L’atletica non ha ancora segnato la sua vita a questo punto, anche se Maxcel ha una grande passione per lo sport. Praticava varie discipline, tra cui boxe, parkour, calcio e basket, ma “solo per divertimento”.

Finché un giorno Maxcel è vittima di un grave incidente stradale, con un camion che urta la sua moto mentre si recava al lavoro e fa sbalzare il giovane contro il guardrail. Ecco che la mattina del 16 agosto 2017 è proprio la fidanzata Serena, che lavora in ospedale, a ricevere una foto della gamba sinistra di Maxcel completamente lacerata e a predisporre i soccorsi.

Nel frattempo, il caso ha voluto che passasse di lì un infermiere militare, Carmine Maddaloni, Segretario aggiunto per la regione Emilia-Romagna dell’ASPMI, che interviene rapidamente. Se non fosse stato per questa coincidenza e per la prontezza dell’infermiere, che aveva anche con sé un laccio emostatico, probabilmente Maxcel Amo Manu avrebbe perso anche la vita quel giorno. “Mi salva la vita” racconta infatti l’atleta quando ricorda l’episodio.

I medici non hanno però potuto evitare l’amputazione transtibiale, a cui Maxcel acconsente con enorme lucidità e ragionevolezza. “Continuavo ad avere la febbre e la necrosi non si fermava. Dissi al primario: se non migliora, tagliate”. Così fu, e proprio gli specialisti del centro protesi Inail di Budrio, peraltro un’eccellenza conosciuta su scala globale, lo invitano a correre.

Maxcel Amo Manu ha fatto di questo semplice consiglio una fonte di ispirazione in un momento delicato, applicandosi con tenacia e combattività, arrivando agli straordinari risultati che oggi lo rendono famoso in tutto il mondo. Nel frattempo, ha sposato la fidanzata Serena, che non ha mai smesso di sostenerlo e da cui ha avuto due figli: Rayan di 5 anni e Ashley di 3. La famiglia fa il tifo per lui in ogni competizione, accrescendo la grinta che lo contraddistingue. “Sono il mio primo pensiero, quello che fa muovere la vita. La famiglia è il motore di tutto” ha raccontato, condividendo con gli affetti anche il merito dell’ennesimo traguardo raggiunto.