Aurora Marinaro - 10 aprile 2024
La Polizia può entrare all’università?
Ecco quali sono regole e limiti per l’intervento delle Forze dell’Ordine negli istituti scolastici, quando e perché la Polizia può entrare all’università.
Ci sono tanti dubbi riguardo alla libertà d’azione delle Forze dell’Ordine, molti cittadini credono che la Polizia possa entrare ovunque per esercitare le proprie funzioni, anche se si tratta di luoghi privati o comunque regolati per limitare l’accesso di estranei e persone non autorizzate. C’è poi chi ha una corrente di pensiero del tutto opposta e non considera giusti gli interventi della Polizia nelle scuole e nelle università.
Per esempio, ci sono gli ormai abituali controllo antidroga e gli interventi per sgomberare le aree in seguito a una manifestazione o l’occupazione dei locali a fini di protesta. In realtà, l’accesso non è delegato alla discrezione delle Forze dell’Ordine, ci sono precise regole da seguire per bilanciare gli interessi di giustizia e sicurezza con i diritti dei cittadini. Ecco quando la Polizia può entrare all’università o a scuola.
La Polizia può entrare all’università?
Ovviamente le Forze dell’Ordine godono di alcune prerogative nell’esercizio delle loro funzioni, poteri senza i quali non sarebbe possibile espletare il controllo di sicurezza e la repressione dei reati. Ciò non significa che non abbiano regole da seguire e anzi, non sono pochi a lamentare la presenza di paletti limitanti, sebbene indispensabili per il rispetto dei diritti dei cittadini. Di conseguenza, la Polizia non può entrare a piacimento in luoghi chiusi al pubblico o privati, e le regole sono tanto più stringenti quando si tratta di esercizi come le scuole e le Università, in cui vigono particolari regolamenti.
Difatti la legge italiana prevede che la Polizia può entrare all’università soltanto con previa autorizzazione del Rettore. Lo stesso principio si applica ad altri istituti scolastici, nei quali l’intervento delle Forze dell’Ordine è subordinato all’autorizzazione del Dirigente Scolastico. Ciò perché i regolamenti scolastici impongono l’assoluto divieto di accesso agli estranei senza autorizzazione o preventiva comunicazione, al fine di preservare il funzionamento dell’attività scolastica e i diritti e la sicurezza di alunni e lavoratori.
Ciò vale anche per la Polizia, con alcune eccezioni. Bisogna comunque tener conto del fatto che il Dirigente Scolastico (o il Rettore) è obbligato per legge a richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine in situazioni di potenziale pericolo o sospetto di consumazione di reati, va da sé che anche l’autorizzazione è spesso una semplice formalità, seppur essenziale. Per esempio, ciò accade anche per i controlli antidroga nelle scuole, spesso richiesti proprio dal Dirigente Scolastico.
Per quanto riguarda le università, invece, sono più frequenti gli interventi della Polizia per ripristinare l’ordine, sedare agitazioni e sgomberare locali occupati impropriamente. Azioni che appunto devono essere sollecitate dal Rettore in caso di problemi di ordine pubblico.
Come anticipato, tuttavia, la Polizia può irrompere nelle scuole senza preventiva autorizzazione in casi eccezionali, ovvero quelle situazioni di particolare urgenza e gravità che richiedono l’intervento immediato. Questa deroga alla regola generale si applica soltanto in casi particolari, quando per tutelare la sicurezza pubblica non è possibile rimandare l’intervento né comunicarlo preventivamente, per esempio in caso di fondati sospetti di reato.
Ancora, la Polizia può entrare all’università anche per urgenze di natura giudiziaria, compresa la necessità di eseguire un provvedimento di misura cautelare o un arresto. Si tratta quindi di necessità del tutto eccezionali e non frequenti, mentre di norma è necessaria l’autorizzazione del Rettore. Va da sé che è su quest’ultimo che ricade in via primaria la responsabilità dell’intervento, per esempio nel caso in cui gli studenti lo ritengano immotivato e illegittimo.
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