Paola Gentile - 4 febbraio 2022
Quali sono le basi americane in Italia e dove si trovano
La presenza Usa è capillare sul nostro Territorio fin dal dopoguerra con uomini e mezzi che controllano e monitorano tutto il Mediterraneo.
Le basi militari Usa in Italia sono presenti dal 1951, all’indomani dell’accordo firmato tra i due Stati. L’accordo prevedeva uno “scambio” di intenti: gli USA avrebbero ricostruito il sistema di comunicazione militare in Italia, noi avremmo concesso loro mille ettari di terreno per costruire una base militare sul nostro territorio, oltre alla concessione ad operare militarmente con truppe proprie.
Camp Darby fu la prima base militare Usa in Italia costruita tra Livorno e Pisa. Sempre nel ’51 nacque il Naval Support Activity Naples, comando navale della Sesta flotta del Mediterraneo.
Da quel momento in poi seguirono decenni di accordi bilaterali che fecero registrare un progressivo aumento delle basi Usa in Italia, fino ad un ridimensionamento del numero dei militari a stelle e strisce e al trasferimento di maggiori poteri ed incarchi all’Esercito Italiano.
Al 30 settembre 2019 i militari Usa sul nostro territorio erano 12.902, in aumento rispetto al 2015 quando il numero si aggirava intorno agli 11.799. Sempre nello stesso anno, i civili impiegati sono 5.605. Le basi più importanti sono otto, dislocate su tutto il territorio nazionale.
Basi americane Usa in Italia: dove si trovano
Le basi militari Usa più importanti presenti sul suolo italiano sono otto, distribuite lungo tutto lo stivale:
- Vicenza, importane centro di telecomunicazione;
- Aviano, utilizzata per stoccaggio bombe nucleari presenti nel nostro Paese;
- Camp Derby, vastissimo deposito di missili, ordigni e munizioni cui attingono di fatto tutte le forze dell’Esercito Usa;
- Base di Gaeta;
- Aeroporto di Capodichino (attività di supporto navale);
- Osservatorio attività solare in San Vito dei Normanni;
- Stazione navale di Sigonella, asset Usa per missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione area;
- Base dell’Isola della Maddalena.
Basi americane Usa in Italia: quanto costano al nostro Paese
L’Italia paga ogni anno circa il 37% dei costi delle basi e del personale militare Usa. Il metodo di contribuzione è denominato “burden-sharing” ovvero condivisione del peso, in virtù del fatto che gli Usa migliorarono il nostro territorio dal punto di vista logistico e comunicativo.
Tuttavia, i pagamenti non cessano con la chiusura delle basi, in ottemperanza alla clausola denominata “Return Property - Residual Value” che regola i rapporti bilaterali tra Washington e Roma. Inoltre, oltre al pagamento dell’indennizzo c’è anche il vincolo di riuso delle terre, in tal caso il rimborso aumenta.
Vero è che gli Usa pagano ai Paesi ospitanti i danni ambientali, ma nel rapporto della Commissione governativa del 2005 questi sono stati “limitati”.
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