Quali sono le missioni italiane all’estero nel 2024

Quali sono le missioni italiane all'estero nel 2024

Le missioni italiane all’estero nel 2024: due nuove operazioni, dalla striscia di Gaza al Mar Rosso, oltre ai numerosi altri impegni internazionali.

Crediti immagine: Jose Arturo Lopez su flickr.com

All’inizio di quest’anno, l’Italia ha promosso, insieme ad altri paesi, l’iniziativa Eunavfor Aspides, della quale ha ricevuto il comando tattico. Questa operazione diplomatico-militare è rivolta alla sicurezza marittima nel Mar Rosso, per proteggere il traffico mercantile in seguito agli attacchi attacchi Houthi.

È stato poi necessario tenere conto della guerra in corso tra Israele e Palestina, che vedrà le Forze italiane schierate per cercare di porre rimedio alle gravi emergenze umanitarie che scaturiscono dal conflitto e che colpiscono per di più le fasce più deboli della popolazione civile.

Ne conseguono quindi due nuove missioni italiane all’estero nel 2024, approvate dalla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali. Ecco nel dettaglio quali sono le nuove missioni e quali sono state rinnovate.

Operazione “Levante” nella striscia di Gaza

In questo delicato contesto geopolitico non sarebbe stato possibile ignorare il conflitto israelo-palestinese, che rende più che mai fondamentali tutti gli aiuti umanitari che i paesi possono fornire. Le Forze Armate italiane saranno quindi impiegate nell’operazione “Levante”, per sostenere la popolazione civile della Palestina.

In particolare, nella striscia di Gaza verrà schierata un’unità navale con capacità sanitaria e possibilmente anche un ospedale da campo dell’Esercito. Di pari passo, sono previsti anche aviolanci per il rifornimento di beni di prima necessità. Per la missione è stato fissato un massimo di 192 unità militari, ma ci si aspetta di stare ben sotto questo limite, con una media di 16 unità, 10 mezzi terrestri, 1 mezzo navale e un aeromobile. Il costo complessivo sarà quindi di 3,2 milioni di euro.

Accanto al profilo umanitario e assistenziale, c’è anche l’intenzione di rafforzare la presenza italiana nell’area del Mediterraneo Orientale. Le forze impiegate dovranno infatti essere prontamente disponibili come riserva strategica per i teatri operativi con personale e contingenti italiani.

L’operazione è stata prevista per avere una durata di un anno, nel corso del quale potrebbe avvenire anche una collaborazione con il dispositivo aeronavale dell’operazione Mediterraneo Sicuro, istituita con scopi di vigilanza e sicurezza marittima a seguito della crisi libica.

La missione “Aspides” nel Mar Rosso

Come anticipato, c’è una seconda nuova missione all’estero che vedrà l’impiego delle Forze Armate nazionali. Si tratta di un’operazione di sicurezza marittima che vede coinvolta l’Unione europea, una missione difensiva resa necessaria dagli attacchi degli Houthi yemeniti contro la libertà di navigazione nello stretto di Bab Al Mandeb e nel Mar Rosso Meridionale.

L’Italia è stata proprio tra i paesi che hanno sostenuto fermamente questa iniziativa e vi partecipa fin dal principio, in particolare dal 19 febbraio 2024. Il Comando operativo e tattico è infatti affidato per buona parte proprio al nostro Paese, con un Ammiraglio della Marina Militare italiana supportato da uno staff di comando a prevalenza anche italiano.

La missione si sviluppa su due diversi obiettivi: conoscere più a fondo le dinamiche marittime nell’area a rischio, con un’osservazione dettagliata che include anche lo spazio aereo e subacqueo, e accompagnare effettivamente le navi mercantili nello stretto di Hormuz, classificato come zona a basso rischio.

Non mancano anche i compiti esecutivi, in particolare relativi alla protezione dei navigli, se necessario con l’utilizzo della forza. La missione “Aspides” va comunque a inglobare ulteriori operazioni relative alla crisi libica, con un’area davvero molto vasta dal punto di vista geografico e altrettanto impegnativa.

Nel dettaglio, ne fanno parte missioni già attive come Atalanta (contro la pirateria nel Corno d’Africa) e Agenor (centrata sullo stretto di Hormuz). Nel complesso, è previsto un impiego massimo di 642 unità di personale.

Missioni riconfermate anche per il 2024

Sono moltissime le operazioni all’estero che hanno all’attivo le Forze Armate italiane, partendo dal quadro Nato che vede impegnata l’Italia con 300 unità nell’Air policing air shielding (una missione di pace e difesa permanente) e 1.550 unità nella Nato joint enterprise nei Balcani occidentali. Non mancano poi le missioni a cui si partecipa insieme all’Unione europea, come l’addestramento delle Forze Armate bosniache nell’Eufor Althea e ucraine nell’Eumam Ucraina.

Anche le cooperazioni bilaterali nel Nord Africa richiedono un importante impegno ai militari italiani, impiegati fra le altre cose con 822 unità nella missione Mediterraneo Sicuro, 459 unità nell’Eunavfor Med Irini e 268 unità nella Nato Sea Guardian. Lo sforzo per accrescere la presenza italiana in aree a rischio come alcune zone del Nord Africa e del Medio Oriente vede ulteriori contingenti italiani dispiegati in varie missioni, con un notevole impegno (che però non si riflette in modo proporzionale sul budget assegnato alla Difesa).

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