Aurora Marinaro - 7 ottobre 2024
Quanto è forte il Libano? Cosa sappiamo sul suo esercito
Cresce la tensione in Libano con gli attacchi di Israele e le risposte di Hezbollah. Ma quanto è forte il Paese e cosa sappiamo sul suo esercito?
A un anno dallo scoppio del conflitto nella striscia di Gaza, con gli attacchi di Hamas all’Israele, la tensione è alle stelle. L’espansione incontrollata del conflitto è una minaccia sempre più incombente per il Medio Oriente, diventata più reale che mai con i raid israeliani in Libano. L’invasione nel sud del Libano, scenario di rappresaglie fin dal termine del conflitto tra Hezbollah e Israele nel 2006, ha scatenato la risposta iraniana, che ha lanciato un attacco missilistico contro tre basi militari israeliane.
Tel Aviv si prepara a una controffensiva, ma non manca nel frattempo di estendere gli attacchi ben oltre il confine libanese, colpendo direttamente il centro della capitale. Crescono i morti e i feriti, insieme alla preoccupazione per i civili e anche per i militari europei (di cui molti italiani) schierati a confine per il mantenimento della pace. Ma quanto è forte esattamente il Libano?
L’esercito libanese e Hezbollah
L’esercito libanese, la Forza Armata di terra del Libano, è stato fondato nel 1945 ed è attualmente composto da circa 70.000 militari. Si tratta dell’esercito regolare del paese, che non ha nulla a che fare con l’organizzazione paramilitare Hezbollah e che anzi coopera con le Forze Armate straniere per il mantenimento della pace e il sostegno alla popolazione. Un compito delicatissimo che con l’intensificarsi del conflitto tra Hezbollah e Israele porterà a compiere scelte ancora più complesse.
Sfide in cui spesso l’esercito si trova anche impreparato, nonostante i notevoli aiuti provenienti dal Fondo europeo per la pace e dagli Stati Uniti. Non aiuta il peculiare rapporto con Hezbollah, la milizia politica del tutto legittima in Libano, considerata un’organizzazione terroristica nel resto del mondo (per l’Ue soltanto l’ala militare rientra in questa definizione). Scontrarsi contro la milizia è fuori discussione, intanto perché il risultato sarebbe una guerra civile destinata a dilaniare ulteriormente il territorio, senza grandi possibilità di competere per l’esercito.
Le truppe di Hezbollah potrebbero infatti contare fino a 100.000 uomini (di cui 20.000 paramilitari di truppe scelte), almeno 150.000 batterie di missili a razzi a lunga gittata, razzi anticarro, missili antiaereo e soprattutto nessun obbligo rispetto alle autorità internazionali. Secondo gli analisti i numeri reali sono molto inferiori a questi dati - lasciati trapelare dai leader dell’organizzazione - ma ciò non rende Hezbollah meno temibile. Secondo gli Stati Uniti, Hezbollah rappresenta oggi il gruppo paramilitare non governativo meglio armato del mondo intero.
Di fatto, l’esercito regolare libanese ha sempre evitato il conflitto diretto con Hezbollah e in alcune occasioni c’è stata anche della collaborazione, necessaria ad esempio durante l’espansione dello Stato islamico in Siria e Iraq. D’altra parte, la nascita formale di Hezbollah come sostegno della Resistenza islamica nel 1982 dichiara lo scopo di liberare il Paese dall’occupazione israeliana, tanto che nel conflitto con Israele del 2006 l’esercito libanese si è rifiutato di applicare la Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite (quella che istituisce l’Unifil).
L’esercito libanese ha comunque forti problemi interni, provenendo da decenni di forte conflittualità, ed è sovraccarico sotto tutti i punti di vista. La sicurezza dei rifugiati e la difesa della popolazione, nonché il contenimento dell’emigrazione e del traffico di migranti verso l’Unione europea, sono soltanto alcuni dei compiti dell’esercito regolare in Libano, che comunque fa del suo meglio per rispettare i termini della collaborazione.
Quanto è forte il Libano?
Hezbollah è molto forte e si prepara a un’escalation del conflitto con Israele da molti anni, senza dubbio capace di mettere in difficoltà le Forze di difesa israeliane ben più di Hamas. Non si può certo parlare di superiorità rispetto a Israele, nonostante quest’ultimo non sia uscito vincitore dal conflitto del 2006. Hassan Nasrallah, allora leader di Hezbollah, potè infatti rivendicare la vittoria soltanto per una questione di tempistiche, approfittando della mancanza di un esito certo e dell’ingente perdita di soldati israeliani nella controffensiva dopo l’attacco a un tank.
La risposta israeliana si rivelò inefficace in quel momento, ma non mancò di causare un numero impressionante di feriti civili, tanto che il leader rimpianse l’attacco al tank che diede origine al tutto. Da allora l’Israele ha imparato molto, raccogliendo intelligence e infiltrandosi nei sistemi di comunicazione, concentrandosi ora su attacchi precisi e mirati. D’altra parte, Hezbollah si è rafforzata in questi anni (aggirando la supervisione dell’Onu) ed è priva di scrupoli.
L’organizzazione del Partito di Dio sembra avere tutte le carte in regola per rispondere a Israele, quasi alla pari, scenario che porterebbe alla massiccia devastazione del Libano. L’esercito regolare non ha la stessa capacità, anche se è e sarà ulteriormente supportato dall’Unione europea per il contenimento del conflitto, e secondo gli analisti potrebbe presumibilmente lasciare la partita nelle mani di Hezbollah in caso di escalation.
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